Come già detto prima, mio padre, ha fatto degli sbagli nella sua vita, così come io gli ho fatti, e come gli farò, e la legge dela vita.
Io ho un po' di risentimento nei suoi confronti, perché lui non è stato presente quando la vita aveva deciso di colpirmi forte e sopratutto di segnarmi per sempre.
Mi sono sentita abbandonata, sola, avevo paura di tutto e di tutti, io mi sentivo una nullità, mi sentivo morta; perché la mamma era la mia vita.
E mio padre non ha avuto il minimo di sapere come io stessi e questo mi ha fatto male,
Non capivo come un padre potessi abandonare sua figlia in un momento del genere,
Avevo 11 anni, nessuno mi voleva spiegare cosa stessi succedendo, ma io l'avevo capito, da sola avevo capito cosa succedeva, ma non dicevo nulla, perché la mia più grande paura era di perdere, lei... quindi se non pensavo secondo me era meglio.
papà si è fatto vivo dopo 1 anno e mezzo di quella brutta giornata, e mi dissi ciao amore, come stai?, tra una ora arrivò a casa di Zulema (così si chiamava la mamma), io gli risposi no, io non ti voglio a casa mia, non te lo meriti.... ma lui si è pulito io sedere con le mie parole e dopo un ora è arrivato a casa, io ero incazzata nera, ma ero felice che lui stessi bene, appena l'ho visto ho corso verso di lui e ho iniziato a piangere a piangere il brutto, il bello, mi sono sfogata e poche ore dopo mi hanno portato dallo psichiatra dove mi hanno rinchiusa per 1 anno e mezzo, secondo lui, lo psichiatra mi avrebbe aiutato a superare la morte di mamma.
È passato il primo anno in quel luogo infernale, io piangevo sempre, volevo andare a casa, volevo la mamma.
Lo psicologo quel giorno mi ricordo che dopo la sua solita è noiosa seduta mi chiesi ma ti piacerebbe fare la boxe?, io gli dissi cosa?, no, ma va quelle sono cose di maschi, io sono una femmina; poi mi ha convinto e sono andata in palestra e mi hanno insegnato la boxe e la kick- boxing, funzionava, funzionava davvero, mentre mi allenavo stavo meglio, mi sentivo in pace con me stessa, ho capito io senso della vita e ho lasciato riposare la mamma in pace.
Una volta uscita di quella clinica, sono tornata come una persona nuova, le mie cugine che mi avevano curata la in Ecuador, mi hanno detto che dovevo partire tra 2 giorni per l'Italia, dovevo raggiungere la zia, e che io sarei tornata in Ecuador quando avessi voluto, ma per le vacanze, non per vivere, perché la mamma voleva così, ero sotto shock, il mio primo pensiero è stato non vedrò più mamma, ma siete fuori?????,
La sera prima della partenza per il grande paese, ho saputo che mio padre non si è fatto dei problemi nel lasciare la mia custodia a zia Eva, e firmò tutto subito.
Così il mio rancore verso di lui cresceva sempre di più.
Al seguente giorno come previsto lasciai il paese e dopo 18 ore di viaggio sono arrivata alla mia nuova casa, ero contenta perché era una esperienza nuova per me, ma non mi sentivo completa, poi ho fatto la scuola, ho imparato l'idioma dopo 3 settimane, è così via, c'è stato un nuovo inizio... dopo un anno ho conosciuto Berlín, è la mia vita ha continuato a bastonarmi, però è più sopportabile quando hai una persona che ti sa ascoltare e farti ragionare, la mia vita è migliorata e io sono felice di ciò.
Dopo 3 anni di essere qui, sono andata in Ecuador in vacanza, ho fatto una festa per i miei 18 anni, ho festeggiato con i miei amici e famiglia, la prima cosa che feci appena arrivata in città fu di visitare mamma e raccontargli tutto quello che è successo in quei 3 anni, mi sono seduta vicino a lei e mentre gli sistemavo i fiori gli raccontavo, com'è la vita la, il mio primo amore, la mia prima volta e anche se tu non mi crederai gli ho parato anche di te Berlín...
Poi ho fatto il giro della città ho visitato tutta la famiglia, e poi la parte più dura vedere papà...
Lui mi aveva chiesto di dormire a casa sua, così potevamo chiacchierare un po', io acetai e mi sono sfogata con lui, lui ovviamente si scusò con me, e mi spiego tutto quanto, così abbiamo fatto pace, prima di parte gli ho detto, amo felice di averti visto, so che stai bene e anche se non parliamo sempre al cellulare, sono contenta di avere chiarito, hai sbagliato ok, non ci sono problemi, ma l'importante è che tu abbia capito come mi sono sentita. Ti voglio tanto bene e con un tenero bacio ci siamo salutati, lui mi feci la sua benedizione, e mi dissi buon viaggio figliola, ti voglio bene.Io gli voglio bene, anche se non parliamo mai, lui è parte della mia vita, e dato che la mamma non c'è, tratto di essere una brava figlia, ogni volta che vado in Ecuador e lo vedo, ho il suo rispetto e lui il mio è questo è ok.
Forse sono i nostri errori a determinare il nostro destino. Senza quelli che senso avrebbe la nostra vita? Probabilmente se non cambiassimo mai strada, non potremmo innamorarci, avere un
figlio, essere cio' che siamo; del resto le stagioni cambiano, e così pure le città...la gente entra nella tua vita e poi ne esce, ma è confortante sapere che coloro che ami rimangono per sempre impressi nel tuo cuore.