#6
"Tesoro, questo è Cristian" la introduce Cory a uno dei suoi tanti colleghi di lavoro. Julia sorride, cortese e tende la mano al nuovo invitato. Sarà stato il settimo o forse l'ottavo che gli presenta, questa sera. Sono tutti riuniti all'ultimo piano di un hotel a 5 stelle, nella sala privata dei convegni, allestita a regola d'arte per l'occasione e Cory ha tutte le intenzioni di presentargli ogni singola persona con cui abbia scambiato almeno due parole prima della sua promozione a un rango più alto. Julia ne è felice, assolutamente, le piace quando la rende partecipe anche in quelle cose, ma le scarpe a punta con tacco alto che indossa hanno già iniziato a martoriarle i piedi; si troverà delle belle vesciche il giorno dopo, ne è sicura. Inoltre, indossa un bel vestito rosso, con i volant, anche troppo leggero per la stagione, ma è il suo preferito, per adesso.
"Julia!" si sente richiamare da lontano, al di fuori del cerchio di uomini che, allegri, stavano sorseggiando dello champagne dai flute in cristallo. La ragazza punta lo sguardo verso le due figure che stanno camminando nella sua direzione: è decisamente Veronica a braccetto di un uomo alto, snello, ma con spalle larghe; entrambi sono vestiti bene, per la serata. Lei indossa un abitino nero aderente, che le arriva giusto sotto il ginocchio e lui porta un completo, giacca e pantaloni, nero opaco, forse di velluto, che gli mette in risalto la carnagione chiara e gli occhi celesti.
"Ciao!" li saluta entrambi, felice di potersi momentaneamente staccare da Cory. Lascia un bacio veloce sulla guancia dell'amica e poi stringe la mano del suo accompagnatore.
"Piacere, Tom" la saluta questo, gentile.
"Allora, come sta andando?" la incalza subito l'amica, invece e poco ci manca che Julia si lasci andare a un sospiro scocciato; si trattiene solo perché non vuole sfigurare agli occhi del nuovo arrivato, Tom. "Vuoi parlarne?" insiste lei e, prima ancora che le possa rispondere, Veronica congeda il suo accompagnatore, spedendolo a prendere qualcosa da bere. "Parla" la sprona ancora.
"È solo che-" inizia incerta, ma in verità non sa proprio che dire. Neanche lei sa spiegarsi perché si sente così, così inspiegabilmente sola e annoiata da tutto e tutti.
"Non è ancora arrivato?" chiede l'amica, abbassando leggermente il tono della voce e accostandosi a lei. Julia scuote la testa.
"Non credo arrivi" confessa, riflettendoci bene, forse è proprio quello il motivo del suo turbamento: Harry.
Poche ora prima aveva quasi sperato non si facesse vivo, ma adesso non voleva altri, se non lui. Chiamarlo sarebbe stata una buona idea, sentire dove o che fa, ma il solito non detto che sembra sempre mettersi in mezzo a loro due, le impedisce, come al solito, di compiere qualsiasi azione. Lei e Harry non avevano più parlato di quello che era successo; Julia ha preferito nasconderlo sotto un tappeto del subconscio, piuttosto che ammettere persino a se stessa quello che avevano fatto. Dopotutto, aveva spontaneamente e intenzionalmente tradito il suo ragazzo e illuso spropositatamente Harry. Gran mossa, insomma.
Non puoi di certo aspettarti di passarla liscia in tutti e due i casi, giusto?
"Siamo tutti, tesoro? Dovremo metterci a tavola" Cory le affianca, lesto, posando una mano alla base della sua schiena; mossa che non passa inosservata agli occhi di Veronica, la quale rotea teatralmente le pupille all'indietro e provoca una risatina nervosa in Julia. Raggiunti anche da Tom, che non tarda a presentarsi cordialmente a Cory, i quattro, guidati da quest'ultimo, si dirigono alla grande tavolata rettangolare vicino alle finestre, in fondo alla sala e vi si accomodano. Julia è posta tra la sua amica ed il suo ragazzo, con un posto vuoto giusto dinnanzi, a ricordarle quella assenza, resa anche più pesante dalle attenzioni maniacali che Cory le sta riservando quella sera. Sarebbe uscita di testa.
I camerieri, vestiti di bianco e nero, fanno il loro ingresso, portando grossi vassoi colmi di stuzzichini, o meglio, appetizers, come le dice sempre Cory e cominciano a servire ogni ospite, a partire dalle signore presenti in sala. Julia neanche si accorge della figura maschile, alta e ben piazzata, che entra, in regolare ritardo, vestito adeguatamente.
"Pss" la richiama Veronica, battendole leggermente sulla gamba e facendole alzare lo sguardo dal piatto per vedere, finalmente, Harry sedersi in quel posto vuoto.
Bellissimo, pensa Julia, arrossendo vistosamente sotto lo sguardo dei suoi occhi verdi, che le sembrano più vividi del solito, mentre percorrono la sua silouette, nel suo abito rosso preferito.
Harry non dice niente, non sa nemmeno perché, alla fine, si è convinto a presentarsi a quella ridicola cena; neanche l'avevano richiamato per quell'offerta di lavoro, non che si aspettasse il contrario, ma eccolo lì, solo per lei, che gli sorride in quel modo che gli fa impazzire e rivoltare le interiora.
"Giusto in tempo per gli antipasti" lo punzecchia Cory, l'odio nelle vene che gli ribolle ancora dal loro primo ed ultimo incontro. Ma Harry neanche lo guarda, non potrebbe importargli meno di lui e delle sue ridicole minacce; ha occhi solo per la sua ragazza, che adesso, lo guarda di sottecchi, a disagio.
La cena è di buon gusto, lo dicono tutti, ma nell'aria, soprattutto al centro del tavolo, si respira un clima tutt'altro che disteso; un clima denso di parole mute e occhiatacce. Quando Cory è costretto a unirsi al brindisi di gruppo con i suoi colleghi, Harry ne approfitta per richiamare l'attenzione dell'amica, facendole pollice in su per il cibo. Julia gli sorride veramente contenta di vederlo lì, non se lo aspettava e non può fare a meno di arrossire un'altra volta quando le labbra del ragazzo le mimano un 'sei bellissima'. I piatti vengono portati via dopo ogni portata e, prima del dolce, i commensali preferiscono alzarsi a sgranchirsi le gambe.
Harry coglie l'occasione per avvicinarsi a Julia e parlarle, ma di cosa? Si chiede, ma non riesce a rispondersi che le sue gambe lo hanno già condotto verso la sua meta.
"Tutto squisito" parla, dondolandosi sulle scarpe eleganti, che gli regalavano un paio di centimetri totalmente inutili. "Come stai?" le domanda allora, con l'intento di spezzare quello strano imbarazzo.
"Sto bene" sospira lei, in risposta, mentendo spudoratamente. È ovvio che non sta bene, come potrebbe, più passa il tempo e più si rende conto dei sentimenti che le stanno consumando il cuore, gli stessi sentimenti -che lei non sa- consumano anche il cuore di Harry. E proprio per quei sentimenti sepolti, Harry decide che non può farcela, che forse è meglio rischiare di perderla per sempre piuttosto che continuare a soffrire entrambi -lui lo sa- per lo stesso motivo.
"Dovremmo parlare, io ti devo parlare" le si fa più vicino, terribilmente vicino, talmente tanto che Julia crede di poter sentire il suo cuore battergli nel petto.
"Ti prego" tenta di respingerlo lei; non ora, non in quel momento, pensa, non sopporterebbe le conseguenze in tali circostanze. Ma Harry le sfiora una mano fredda e con le sue dita calde le scotta la pelle.
Fuori dal loro campo visivo, Cory li osserva, cupo e arcigno, intrattenuto dalla compagnia di Veronica, pronta a buttarlo dal balcone se le cose dovessero degenerare.
"Forse sarebbe il caso di chiamare i dolci" le sorride il giovane uomo, il ghigno di chi sta per commettere un grosso errore stampato sul volto.
"Di già?" prova a fermarlo lei, ma è troppo tardi: Cory si avvicina al caposala e ordina un altro giro di champagne per tutti, poi si dirige verso i due amici, palesemente voglioso di porre fine alla loro intensa chiacchierata.
Harry tiene la mano di Julia stretta nella sua, non vuole lasciarla ora che sta per dirglielo, ma vede Cory avvicinarsi e Veronica incespicare sui tacchi dietro di lui. Quando questo si trova a un passo da loro, il riccio si avvicina al viso di Julia, che per un attimo teme nel gesto più sconveniente, ma Harry le affianca l'orecchio e con parole ferme e basse dice: "Ti amo". Cory le agguanta un braccio, prepotente e la trascina via da Harry, ancora incredula.
"Un momento di silenzio, per favore!" tuona sicuro l'uomo lasciandole il braccio e porgendole un flute colmo di bollicine. "Non credevate vi avessi invitati solo per festeggiare la mia promozione, vero?" fa ridere tutti, o quasi. Harry, dietro la folla di invitati, regge il suo bicchiere più facilmente, libero da quel peso sul petto. "Vi ringrazio, anzitutto, per essere qui, ma soprattutto vorrei un applauso a questa incredibile donna, che mi è stata accanto, sempre." Cory dice, voltandosi verso la propria ragazza, che gli sorride stralunata. Un cameriere si avvicina alla coppia e prende dalle mani il flute dell'uomo, sostituendolo con una scatolina ocra. "Julia" continua, posando un ginocchio a terra, tra i sussurri generali. "Vuoi sposarmi?" domanda, dunque.
Harry neanche assiste alla scena, non vuole nemmeno sentire la risposta; scola il suo bicchiere e lo poggia alla base di una colonna, poi da le spalle agli invitati e esce dalla sala, con le orecchie ovattate dal dolore. Come poteva credere che qualcosa sarebbe successo, che stupido.
L'eco delle voci dei presenti lo accompagna nel suo solitario tragitto verso l'ascensore, ad attenderlo solo un dipendente dell'hotel.
Non aveva mai avuto una chance, un fallito come lui, uno che non era riuscito a tenersi il lavoro neanche da Cupid's.
Due passi ed entra nell'ascensore con il dipendente, che si affretta a premere il tasto 0, cosicché le porte possano chiudersi al comando. Julia arriva giusto in tempo per vedere il meccanismo di chiusura. Ha gli occhi lucidi e la bocca semiaperta e, semplicemente, lo guarda, triste come lei.
"Anche io!" urla arrabbiata e si accascia a terra, scossa da singhiozzi, mentre l'amore della sua vita scende i piani dell'hotel, ferito più che mai.
/Ebbene sì, nella storia è presente anche Tom Hiddleston, sebbene nel capitolo sia citato solo come 'Tom'.
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At Cupid's Queue
FanfictionÈ una storia d'amore, con protagonista Harry, un giovane uomo che si affaccia alla vita e Julia, una giovane donna nella cui vita si affaccia qualcuno. Quasi più una raccolta di capitoli, che una vera e propria storia, ma questi sono comunque colleg...