Chapter Ten

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La mente inganna,
il cuore soffre.

Sorseggiavo del buon tè dalla tazza bordeaux che mi aveva offerto Veronica; appena l'avevo chiamata il giorno dopo, per dirle che avevo bisogno di lei, aveva capito che era successo qualcosa con Jughead.

E ne diventò ancora più sicura quando vide il mio volto stanco per non aver dormito, nonostante fosse sabato.

Prese subito il bollitore per fare del tè, il mio preferito. Diceva sempre che era una delle soluzioni migliori per rilassarsi e svuotare la mente.

«Sei davvero nei guai amica mia, un bacio così non si dimentica facilmente»

Ripensavo sempre alle sue labbra sulle mie, al modo in cui mi sentivo bene con lui.

«Non so cosa fare V»
«Archie ha ragione, devi provarci meglio»
«Ma io l'ho fatto!»

Alzò il viso, prima rivolto su un
giornale che stava leggendo, e mi guardò.

«E continua allora»

Veronica fu la prima sostenitrice della coppia "Bughead", come volle chiamarci lei.
Diceva che eravamo fatti della stessa anima, che eravamo in perfetta sintonia e che ci guardavamo come ogni innamorato dovrebbe.

«Secondo te ha preso sul serio il pericolo che corre FP?»
Posai la tazza sul tavolino e aggrovigliai le mani nel mio maglioncino, segno che ero agitata.

Veronica le guardò e mi capí.
Mi capiva sempre, mi conosceva meglio di se stessa.

Si alzò e si accomodó vicino a me, abbracciandomi.

«B, vedrai che risolveremo tutto» mi strinse più forte a sé.   «Insomma, abbiamo risolto il mistero di un omicidio» disse infine,sorridendo.

«Grazie V» «Ora voglio che tu vada da Archie»
«E tu da Jughead» disse assumendo la sua solita postura da testarda, incrociando le braccia al petto e alzando la schiena.

La guardai come per dire "Mi stai sfidando per caso?" e lei rise.

«E cosa dovrei dirgli?»
«Quando sarai lì vedrai»

Prese di nuovo in mano la sua tazza di tè e lo sorseggió guardandomi compiaciuta.

Non finirà mai questo casino
pensai lasciandomi cullare dal gusto e dal calore del tè.

***

Arrivai al prefabbricato con un po' di fiatone per la corsa che avevo fatto, e lo vidi parlare con dei ragazzi, probabilmente dei Serpents.

Nella mia mente ci fu un'immagine, quella degli uomini appena fuori la roulotte di Jughead, che gli porgevano la giacca dei Serpents come se fosse una corona.

Un brivido mi scosse ma ci passai oltre.

Jughead era in canottiera e jeans, con il suo caratteristico beany posto selvaggiamente sui capelli corvini.

Vidi uno dei Serpents allungare lo sguardo su di me e dire qualcosa a Jug, per poi farlo girare verso la mia direzione.

Si avvicinò a me, un po' sudato ma con sempre il suo profumo irresistibile.

«Vorrei parlarti se non vi disturbo» dissi riferendomi ai Serpents.
«Oh...nessun disturbo tranquilla»
Gli accennai un mezzo sorriso come risposta e lui salutò i ragazzi, i quali mi rivolsero uno sguardo non convinto.

one mistake after anotherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora