beginning.

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Ansimi aleggiavano nell'aria.
Gemiti maltrattenuti uscivano dalle bocche dei due ragazzi illuminati solo dalla luce della luna, placida spettatrice di quella lotta per la predominanza. In quella stanza era palpabile la tensione tra i corpi avvinghiati tra loro mentre davano vita ad un teatrino osceno con passione e fin troppa foga. Uno di loro, il più giovane, si alzò col busto dal letto su cui era disteso portandosi l'altro con sè interrompendo il bacio solo per sfilargli di dosso quella maglietta bianca per non dire trasparente lasciando scoperto il fisico asciutto e non troppo allenato del grigio, il quale non rimase con le mani in mano e incominciò sensualmente a spogliare anche il moro gettando i vestiti sul pavimento. I due rimasero a fissarsi per un tempo che sembrò un'eternità e a recuperare le redini del gioco fu ancora una volta il moro che con prepotente si avventò sul candido collo del maggiore baciandolo, leccandolo, mordendolo, marchiandolo.
Intanto le due erezioni crescevano chiedendo cure di cui se ne occupò il ragazzo dalla pelle ambrata strusciandosi sull'altro e facendo, quindi, frizionare le due virilità tra loro. Il minore, seppur poté sentire di essere in paradiso, si stufò presto della situazione e ribaltò le posizioni ritrovandosi tra le invitanti cosce dell'altro che allargò ancora di più le gambe piegandole in modo da mettere ancora di più in mostra il proprio buchino roseo. Sentendosi istigato, il moro non ci penso due volte prima di penetrare il grigio in modo rude, violento senza nemmeno una preparazione. Il maggiore dal canto suo pianse per il dolore che si espanse dalla sua entrata fin su per tutta la schiena ma non fece niente per fermare le violente spinte dell'altro. Dopo qualche spinta, tutto il dolore sentito dal grigio scemava lasciando posto al piacere che gli annebbiava la mente, già annebbiata dall'alcool ingerito alla festa che continuava al piano di sotto, tanto da non ricordarsi più neanche il proprio nome.
Il tempo volava e il moro continuava a spingersi all'interno del maggiore con sempre più velocità e con la solita rudezza fino a raggiungere un punto che fece vedere le stelle al povero passivo che non ce la faceva più a trattenersi e così scoppiò sul proprio petto venendo rumorosamente. Il più piccolo lo seguì a ruota dopo poche spinte dentro di lui; una volta uscito dall'orifizio rimase a contemplare la figura del grigio: la scia delle lacrime ormai secche sulle guance, il rivolo di saliva che scendeva sul mento, il proprio sperma che macchiava il busto marchiato da lui stesso, piccole goccioline del suo umore che gli colavano dall'ano, uno spettacolo. Il minore si alzò dal letto senza fiatare e si andò a fare una doccia appuntandosi mentalmente di cacciare l'altro dalla propria camera.
Tornato nell'altra stanza vide il volto addormentato dell'altro, gli sembrava troppo sereno per avere il coraggio di svegliarlo e buttarlo fuori da lì, così con una pazienza che non sapeva potesse avere, prese un fazzoletto e lo ripulì per bene dopodiché si stese accanto a lui addormentandosi dopo poco.

Il mattino arrivò anche quella volta e i raggi del sole inondarono la stanza svegliando Taehyung dal suo sonno tranquillo.
Egli non si ricordava molto della serata precendente ma era certo di aver esagerato con l'alcool visto il martellante mal di testa che lo aveva attanagliato ancor prima che riuscisse ad aprire gli occhi.
Quando fu pronto per la grande impresa, rimase confuso dal notare che quella non era la sua stanza del dormitorio. E rimase impaurito nello scoprirsi nudo. Ma la batosta più grande fu vedere il ragazzo dormiente accanto a lui. Inquieto si alzò, recuperò i vesti ti sparsi per la camera e si vesti nel modo più silenzioso e veloce possibile per poi abbandonare quell'edificio con l'intenzione di dimenticarsi di quella serata.
D'ora in poi non poteva più permettersi passi falsi.

Passarono ore da quando il grigio lasciò la casa della fratellanza degli Anpanmen senza che nessuno si accorgesse della propria figura e il moro stava ancora dormendo. Avrebbe dormito ancora a lungo se non fosse stato per una testa rossa che svegliatosi con un grande mal di testa entrò nella stanza del proprio migliore amico urlando
"JEONGGUK... GGUKIEEE... SVEGLIATIII"
strattonandolo a destra e a manca per destarlo dal sonno

neanche le cannonate lo sveglierebbero
pensò

"GGUKIEE... SVEGLIATI COGLIONE!!
ALMENO DIMMI DOVE HAI LE PILLOLE PER I POST SBORNIA, FIGLIO DI PUTT..."
lasciò la frase in sospeso perché il moro ancora assonnato e assolutamente nervoso lo tirò sul letto sotto di sé senza badare alla sua nudità.

"Stai zitto Jiminie, sennò ti zittisco a modo mio..."

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