Ci sono certi sguardi di donna che l'uomo amante non scambierebbe
con l'intero possesso del corpo di leiGabriele D'Annunzio
Un arco di pietra dopo tornanti di strada fra gli alberi. È così che cominciò la pagina più intensa che il mio destino avrebbe conosciuto. Più ci eravamo avvicinati al castello dei Tassoni, più quasi non se ne scorgeva la maestosità, ma varcato quell'arco tornai a sentirmi come se tutto fosse più grande di me. La mia passione. La città che avevo sempre sognato... e ora quel pezzo di storia e architettura che ero sicura che zio James, architetto famoso in America, avrebbe amato, senza rinunciare a immaginarlo dopo le modifiche del suo tocco. Ma non tutto può essere reso migliore dal tocco dell'uomo. Ci sono cose destinate all'usura del tempo, la stessa usura che le rende imperfette, eterne, inimitabili e ci sono cose, come il cuore, che temono l'usura, la passione, la vita, poiché vorrebbero conservarsi immacolate, pure, mai sfiorate.
- È assolutamente divino - Mary girò intorno alla macchina senza staccare lo sguardo da tutto quello che ci circondava.
- Sì, direi obiettivamente notevole... - Il professore Marti era entusiasta e lanciò uno sguardo alla professoressa Visconti, in evidente agitazione. Nel grande piazzale c'erano almeno 7 gradini che ci separavano dall'austero battente in ferro dell'ingresso principale, anche questo in una volta di pietra. Il ferro però aveva dei disegni strani, come dei piccoli triangoli. Non ci feci più caso. Almeno non in quel momento.
- Non posso credere che siamo arrivati. - Ero emozionata e tremavo dalla voglia di entrare e vedere quella famosa biblioteca di cui avevo sempre sentito parlare. Avrei passato ventisette giorni lì dentro e la cosa non mi spaventava, al contrario di come accadeva con tutti i cambiamenti della mia vita.La guardai dalla finestra. Era magra, incerta, quasi confusa, eppure la sua figura spiccava in quel piccolo gruppo arrivato dall'America. Non era mia abitudine spiare gli ospiti. Erano solo un fastidio per me, chiunque lo era, chiunque non facesse parte del mio castello, ma il vetro antico della finestra portava un disegno controsole che sposava perfettamente il profilo di quella ragazza. I capelli castani cadevano sulle spalle piegate dalla stanchezza di un viaggio così lungo. Una camicia bianca era stretta nei jeans che le fasciavano le gambe e mi chiedevo di che colore fossero i suoi occhi, se anche in Italia mi sarebbero sembrati con le stesse sfumature di qualche tempo prima. Già, qualche tempo prima... Che stupida era stata a venire fin qui. Che stupida era stata a non immaginare quale sarebbe stato il suo destino.
Perchè doveva capitarmi il suo destino?
La guardai ancora mentre un sorriso illuminò il pallore della sua stanchezza e qualcosa mi fece dubitare che tutta questa storia potesse davvero riguardare lei.
Era lei?
Possibile che fosse davvero lei?- Benvenuti nella dimora Tassoni, signori. Vogliate seguirmi - l'uomo che ci aprì la porta indossava un completo blu scuro e la camicia bianca lasciava i polsini in vista, anche lì mi sembrò di vedere una figura geometrica, ma anche in quel caso non prestai l'attenzione che avrei dovuto.
- Un sorriso sarebbe gradito - Mary mi fece sorridere come al solito commentando l'atteggiamento dell'uomo che ci portò in un salone di cui tanto avevo sentito parlare. Ed eccoli lì, gli affreschi del Cavalier d'Arpino, il maestro di Caravaggio.
- Mai - disse il professore con lo sguardo estasiato - Mai avrà valore numerico questa visita, neanche la solo vista di questa meraviglia varrà il prezzo del biglietto di un aereo, di una vita, di un ordine... Mai.
- Un ordine? - non capivo a cosa si riferisse. Un gioco di sguardi con la professoressa Visconti, fece capire al professore che forse aveva detto qualcosa che non avrebbe dovuto.
- Non sono ordini, non sono cavalieri... - la professoressa cambiò discorso e tutto sembrò cambiare direzione.
- Hey, prof... - Mary gli diede una pacca sulla spalla - Non vada in estasi proprio adesso, siamo appena arrivati, ci dia almeno il tempo di sistemarci e poi potrà parlarci degli affreschi, ok? - sorridemmo divertiti, perfino la professoressa Visconti che aveva varcato la soglia del castello con un'espressione quasi timorosa, adesso sembrava rilassata- Vi prego di seguirmi, vi mostro le vostre camere - ci girammo per seguire quello strano uomo, ma fu in quel preciso momento che il mio sguardo, il cuore e la mia carne si fermarono sotto lo sguardo torvo e intenso di un uomo che ci guardava dall'alto della scalinata. Mi girai verso Mary per incontrare la sua espressione, ma lei stava parlando con il professore Marti. L'uomo in alto alla scalinata mi fece un cenno con il capo, come un saluto reverenziale, ma non un sorriso, neanche un piccolo segnale disteso di benvenuto, solo l'elegante e antico saluto. Era vestito con dei lunghi stivali neri e una tenuta da cavallerizzo. Mi guardò ancora e desiderai che qualcuno si voltasse per incontrare il suo sguardo o chiedere chi fosse, ma non ci fu tempo. Scomparve dopo pochi secondi. Probabilmente era qualche rampollo della famiglia che stava andando a cavalcare così come era d'uso fra i nobili, tuttavia il sapore dei suoi occhi mi lasciò una sensazione addosso che non avevo mai provato. Spaventata. Eccitata. Incuriosita. Infastidita. Sentivo tutto, e l'opposto di tutto.
Guardarla da vicino fu ancora più interessante. Mi sarei divertito a lottare con l'imbarazzo che quasi tutto sembrava provocarle. Non aveva neanche risposto al mio saluto, intenta solo a chiedersi chi fossi. Adesso però non erano più la pietra, il vetro e il sole a dividerci, adesso erano solo scale di marmo e pochi passi che non mi impedirono di scoprire finalmente i suoi occhi.
Era lei, avvicinata e muta a un destino di cui non conosceva narrazione. Ignara del passato, abbandonata e debole in un presente confuso, la sua pelle candida avrebbe conosciuto il fuoco di un dolore che nessuno avrebbe meritato. Era meglio allontanarsi da lei. Non era ancora giunto il tempo. Una sola verità era chiara.
Era arrivata,
finalmente, lei, era arrivata.
STAI LEGGENDO
La primula blu
Literatura KobiecaMina ha 23 anni il giorno in cui vince uno stage in Italia, presso il castello Conforti Tassoni, che ospiterà per tre week end di aprile la più famosa asta di libri in edizioni rare degli ultimi anni. Affascinata da un'esperienza che la avvicinerà a...