~ Colazione ~
Strinsi la tazza di caffè tra le mani e lascia irradiare il calore dalla ceramica ai miei palmi.
Nel mentre mi continuavo a chiedere cosa ci facessi in presenza di un facocero.
Dall'altro lato del tavola Jason, avevo scoperto chiamarsi l'uomo del tetto, stava ingurgitando la sua quinta fetta di cheesecake e la sua terza tazza di cioccolata calda.
Dal modo in cui stava mangiando sembrava non toccasse cibo da un secolo e mezzo.
«La gente sta fissando». Gli feci notare, nascondendo il viso nella mia tazza sorseggiando il caffè.
No, davvero, come ero finita lì?
Quando Jason mi aveva chiesto di concedergli dodici ore della mia vita – o come le chiamavo io le ultime dodici ore della mia vita – la mia bocca aveva risposto "sì" senza neanche aspettare di sintonizzarsi con il cervello.
Okay, magari dovevo ammettere a me stessa il vero motivo per cui il mio cervello non aveva funzionato: la bellezza del ragazzo lo aveva fatto andare in totale tilt.
Odiavo l'effetto che l'uomo aveva su di me ed odiavo ancora di più non essere in grado di contenere le mie reazioni: appena un sorriso vero aveva illuminato il volto duro del giovane, le mie goti erano divenute purpuree senza il mio consenso e il mio cuore aveva iniziato a battere all'impazzata. Dannazione ai suoi denti bianchi e perfetti.
«Io sono di bell'aspetto, tu anche, comprendo perché stiano guardando da questa parte». Rispose lui riuscendo a chiudere in bocca il boccone di cibo più grande che avessi mai visto. Non sapevo se stavo guardando un uomo cibarsi o uno scoiattolo infilarsi delle nocciole in bocca.
Se gli avessi fatto un filmato e lo avessi caricato su YouTube sarei potuta diventare ricca?
«Non era quello che intendevo», sottolineai con tono piatto, per nulla impressionata dal suo mini attento di flirt. «E non sono di bell'aspetto, sono una cozza». Chiarii.
Jason fermò il boccone successivo a una spanna dalla bocca e mi guardò con un sopracciglio alzato.
«Allora devi essere la regina delle cozze».
Non so se fu più la frase o il sorriso affettato sporco di torta a farmi venire voglia di staccarmi i mie capelli neri con le mani.
Ma era serio?!
Inspirando profondamente, e cercando di non ucciderlo, decisi di non spingere oltre questo lato di Jason appena scoperto, cambiando discorso.
«Ci stanno fissando perché messi a disagio dal tuo modo di mangiare». Spiegai senza più mezzi termini.
«E allora?» Chiese lui iniziando la sesta fetta di torta, ne aveva ordinate otto. OTTO! «Dì che guardino. Faccio un lavoro notturno in cui molte energie sono sprecate, devo bilanciare». Spiegò infastidito.
Prima di avventarsi di nuovo sulla fetta però si fermò e mi fissò dubbioso negli occhi.
«A te non da fastidio, vero? Il mio modo di mangiare, intendo». Chiese e notai una piccola scintilla di panico nei suoi occhi chiari.
Sentii il mio cuore fare un piccolo balzo. Davvero gli importava di ciò che pensavo? Anche se aveva appena chiarito quanto non gli importasse cosa pensassero gli altri?
Non riuscì a trattenere un sorriso dal crescermi in faccia. Mi portai di nuovo la tazza alla bocca per cercare almeno di nascondere le guance arrossate.
«Sembri un facocero alla fame», gli risposi schietta, «ma non mi metti a disagio; solo non mangiare anche me quando finisci la torta».
Gli occhi dell'uomo divennero un attimo più scuri. Alzai un sopracciglio: qualcosa non andava nella mia risposta?
«Se volevi essere mangiata da me, dovevi solo chiedere». Disse con voce rauca.
Gli occhi mi si sbarrarono mentre un brivido mi percorse tutto il corpo prima di mandare in subbuglio il basso ventre. Il caffè che stavo bevendo mi andò di traverso e iniziai a tossire come se stessi per sputare fuori un polmone.
Jason, dopo aver messo da parte il sesto piatto vuoto, iniziò a ridere come un matto alla mia reazione.
Oh per Zeus! Continuava ad urlare il mio cervello mentre il mio corpo cercava di tornare a respirare. Ma il cuore a mille e l'improvviso aumento di temperatura nel basso ventre non aiutavano di certo. Nessuno ci aveva mai provato con me in un modo così impudente e senza veli. Nessuno aveva mai affermato di volermi mangiare e di certo non con quell'intenso sguardo predatorio.
Nessuno dei miei ex era mai stato così "spinto" con me, anche nei momenti più intimi nessuno aveva mai usato termini scurrili o avevano mai avuto uno sguardo così intenso guardandomi. E a me era sempre andato bene, non conoscendo nient'altro.
Ora, però, mi rendevo conto di quanto avessi perso e di quanto quel comportamento in un uomo mi procurasse una scarica di eccitamento mai provata prima.
«Potresti smetterla di provarci?» Gli chiesi quando riuscì a riprendere il controllo del mio corpo. «Vorrei bere il caffè, non strozzarmici!»
Jason, il quale aveva appena messo da parte il settimo piatto vuoto, scosse la testa mentre un sorriso perenne gli sembrava essere scoppiato in volto.
«Laila io sono il re del flirt». Mi disse lui. Il mio palmo ci mise meno di un secondo prima di connettersi con la mia fronte.
Un facocero rincoglionito, ecco cosa avevo davanti.
«E sai di cosa ha bisogno un re?» Continuò lui non dando peso alla mia reazione.
«Perché ho la netta sensazione di non volerlo sapere?» Cercai di fermarlo ma lui fece finta di non sentirmi.
«Una regina!» Esclamò battendo la mano sul tavolo, attirando l'attenzione degli altri clienti. «E oggi sono così fortunato ad averne davanti una!»
Per trenta buoni secondi riuscii solamente a sbattere le palpebre.
Era serio? Qualcuno mi dica che stava scherzando! Oh Poseidone! Era davvero serio...
«No Maria, io esco!» Esclamai prima di alzarmi e velocemente correre fuori dal locale. No, no, no, no non ero pronta per riuscire ad affrontare un rincoglionito ancestrale a quell'ora del mattino.
«Ehi, aspetta Laila!» Sentii la voce di Jason alle mie spalle. «Chi diamine è Maria?»Angolo Autrice
Ed eccomi con il secondo capitolo! Come avevo già detto non saranno molto lunghi, ma cercherò di spiegare al meglio il rapporto che si instaurerà tra Jason e Laila.
Spero che vi sia piaciuto e al prossimo capitolo!Axel Knaves
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12 Hours Of Unkown || A Jason Todd's Fan Fiction #wattys2019
FanfictionLa vita di Laila Black non è mai andata come voleva, neanche nel momento peggiore. Quando sembra che la sua vita sia arrivata alla fine, incontra Jason Todd. Lui le chiede una semplice cosa: 12 ore della sua vita. ...