Capitolo 9

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Finalmente le cinque ore sono passate più in fretta del previsto. Stare dietro quel banco mi stressa più di quanto mi stressi l'argomento "amore". Poi la non puntualità di Hanna mi infastidisce ancor di più.
-Hanna ma dove sei?- finalmente dopo tra squilli risponde.
-Mi riaccompagna Mark- solo al suon di quel nome mi si irrigidisce il corpo.
-Ah, e non potevi dirmelo?-
-Quanto diventi scontrosa quando pronuncio il suo nome!- sento il suo broncio.
-Ciao Hanna- riattacco. A dir la verità oggi non ho proprio voglia di discutere, perció cerco in tutti i modi di stare sola. Parcheggio davanti casa ed entro sbattendo la porta.
-Così la rompi- mia madre mette la pasta nel mio piatto.
-Ciao mamma- le bacio la guancia.
-Com'è andata a scuola?-
-Bene- considerando le due ore di supplenza, potevo anche non andarci.
-Cosa hai deciso di fare per il tuo compleanno?-
-Niente. Resteró quì a deprimermi- mi butto sulla sedia.
-Almeno invita qualche tua amica a deprimerti con te- mi sorride.
-Ci penseró-

È stato davvero un affare prendere questo letto da una piazza e mezza. Quelli piccoli sono noiosi e scomodi. Invece in questi grandi puoi rotolarti come una bambina. Quando ritorno sul pianeta terra riapro il messaggio di ieri del ragazzo mascherato. Insomma, come fa a sapere che gli ho dato quel soprannome? deve avermi per forza sentita! Perció escludo che sia qualcuno che non conosco. A meno che non sia uno stalker. Devo andare dalla polizia? Ad interrompere i miei pensieri è mia madre, che entra con un vassoio pieno di biscotti.
-A cosa devo l'onore?- ne afferro uno.
-Beh adesso che si sente l'assenza di tuo padre, voglio colmarla-
-Con dei biscotti?- rido.
-Allison a parte gli scherzi, domani c'è il solito mercatino dell'usato, vieni a darmi una mano?- Le ho detto di no 17 anni. Papà l'ha sempre aiutata perció la mia presenza era facoltativa. Ma adesso, invece, sento l'obbligo di andarci e starle accanto.
-Va bene- l'abbraccio e prendo altri biscotti. Il rumore del campanello interrompe un bellissimo momento tra madre e figlia.
-Vado io- si alza e scende le scale mentre io sto per finire tutti i biscotti.
-Ciao signora Bennett- Al suon di quella voce balzo in piedi. Metto i biscotti sulla scrivania, mi sistemo i capelli, i vestiti, vedo il trucco come sta e, infine, mi siedo sul letto. Sento i suoi passi avvicinarsi e quando entra nella camera quasi trattengo il respiro.
-Ciao Allison-
-Ciao idiota- faccio finta di guardare il telefono.
-Ho sentito che dai una festa dopodomani- inclina la testa -Non mi hai invitato?-
-Uno, sei venuto fin quì per chiedermi questo?- alzo le sopracciglia -Due, non ho organizzato nessuna festa! Tre, anche se l'avessi fatto perchè avrei dovuto invitarti? Non ci sopportiamo- Detto ció penso:"Sul serio non l'avrei invitato?" probabilmente l'avrei fatto, ma mi piace provocarlo.
-Perchè sei attratta da me?- sorride. Dio, certe perfezioni dovrebbero essere illegali.
-Kyle, devo studiare chimica. Puoi andartene?- cerco di liquidarlo in fretta visto che il discorso sta prendendo una piega che non mi piace.
-Domani non abbiamo chimica- mi sorprende che si ricordi l'orario scolastico a memoria.
-Anticipo i compiti- prendo il libro e, fissandolo, aspetto che se ne vada.
-Allora studiamo insieme- si siede accanto a me e il suo braccio sfiora il mio, provocandomi dei brividi in tutta la schiena.
-No- mi alzo di scatti -Mi piace studiare da sola-
-ok- sembra quasi deluso. Esce chiudendo la porta ed io, sfinita, mi butto sul letto. Come puó un ragazzo mandare in tilt il mio cervello nell'arco di cinque secondi? Quando sono accanto a lui sento lo stomaco contorcersi, il rossore invadermi le guance e il cervello smettere di funzionare. Il mio respiro si interrompe e ho la costante paura di dire qualcosa di sbagliato. Cos'è questo sentimento? Odio? Fastidio?

Quasi mi addormento al suono della noiosa voce del prof. La brillante idea della preside è stata far venire il professore di chimica a farci supplenza. Una pallina di carta in testa mi fa svegliare all'istante. La apro e quasi la strappo per la fretta. La ribalto e leggo poche parole: "Hai studiato chimica?" Mi giro verso Kyle che sorride maliziosamente. Gli rimando un sorriso ironico e scrivo "Si" sotto la sua patetica domanda. Sa che non l'ho studiata e me lo vuole sicuro far pesare. Rilancio la pallina ma, come sempre, mi sono dimenticata di essere in classe. Quando vedo il suo sorriso è come se sparisse tutto.
-Bennett non si lanciano le cose in classe- si affretta ad andare verso il muro. Oltre ad essere cretina ho anche una pessima mira. Lo sta leggendo ed io vorrei sotterrarmi, voglio nascondermi fino alla fine dei tempi.
-Perfetto signorina, se ha studiato, venga alla cattedra- mi fa cenno di andare ed io mando uno sguardo omicida a Kyle, che mi ha rovinato la media con un fogliettino.
-Ma l'interrogazione è domani- Tentenno un po'.
-Si ma, se ha studiato, puó venire oggi così domani interrogheró più persone!- Non posso ammettere di non aver studiato, la darei vinta a Kyle. E in questa partita si gioca in due.
-ieri ho studiato con Kyle- Mi alzo e vado verso la cattedra -Quindi puó venire anche lui con me-
-Perfetto- dice il professore. Kyle mi rimanda lo sguardo di poco fa ed io anche se sto per far schifo, voglio la mia vendetta.
Alla fine, torniamo entrambi a posto con una bella F sul registro. Mamma mi ammazzerà, ma il professore ha detto che è recuperabile. Usciamo finalmente da scuola e vedo Kyle raggiungermi.
-Sei una stronza-
-Grazie- entro dentro la macchina. Voglio andarmene il prima possibile da sotto i suoi occhi, prima che mi chiede perchè ieri l'ho cacciato.

Il confine dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora