Mi aspettavo uno splendido viaggio in compagnia della donna più bella che conosco,invece poco prima che il treno partisse si siede di fronte a noi un ragazzo,un certo Kevin,nonché ex compagno di scuola di Tessa. Il vagone è vuoto senza contare noi tre e lui dove va a sedersi?
Mi ritrovo a fissare il paesaggio come un idiota,perché quei due non fanno che rievocare vicende del loro passato. In realtà si tratta di un monologo non di una vera conversazione.
Non so come lei possa sopportarlo, è mezz'ora che siamo partiti e non fa altro che parlare,Tessa è riuscita a stento a pronunciare qualche monosillabo.
Quando mi volto perché le mura della galleria non sono proprio un granché come visuale ,noto che Kevin mi guarda incuriosito,si starà chiedendo cosa ci faccio lì con lei.
<Oh!Tessa penso di aver scordato il mio taqquino a casa dei tuoi,che smemorato>Mi do una pacca sulla fronte e mi giro a guardare la reazione di Kevin,è davvero esilarante. Ovviamente non esiste alcun taqquino,non ne ho mai avuto uno,ma non mi è venuto in mente niente di meglio.Dopo aver sentito queste parole si è zittito,noto con la coda dell'occhio un sorriso a stento trattenuto di Tessa,non ero il solo a non sopportare più questo tipo logorroico. Troppo presto per cantare vittoria,Kevin non si lascia intimidire e riparte alla carica con un discorso lunghissimo sul suo noiosissimo lavoro presso uno studio di avvocati. Con la speranza di attirare l'attenzione della ragazza seduta di fronte a lui stila una lunga lista di opere umanitarie che hanno svolto.Dopo un tempo che sembra un'eternità ,finalmente arriviamo alla sua fermata,ma prima di scendere fa un sorriso malizioso a Tessa e dice che la chiamerà per prendere un caffè insieme.Rivolgendosi a me dice<È stato un piacere Mark.>
Gli stringo la mano ma tengo per me il fatto che non sia stato affatto un piacere.
Seduti uno di fianco all'altro ci ritroviamo in silenzio e nessuno dei due dice una parola. Mi sembra di essere tornato il Mark adolescente e impacciato che non sapeva approcciarsi con le ragazze. Grazie al cielo con il tempo sono cambiato. Eccome se sono cambiato. Ne ho avute di donne,ma non ho mai provato niente di paragonabile a quello che sento quando sono con lei e, sebbene ci conosciamo solo da qualche settimana è come se lei facesse parte della mia vita da sempre.<Allora come và l'università?>è il primo argomento che mi è venuto in mente.
<Beh non è semplice questo è vero e stare lontana da casa non aiuta,però è quello che desidero fare sin da piccola.>sorride come se stesse rivivendo nella sua mente dei ricordi.<In realtà è stato un avvenimento in particolare che mi ha influenzata più di tutti. Quando ero alle scuole medie incontrai un bambino che aveva un problema di salute molto serio,ma nessuno se ne interessò perché povero. Quella volta capì che persino la vita di un bambino viene decisa in base al conto in banca. Suo padre lavorava come giardiniere,ma riusciva a guadagnare giusto quello che serviva per i bisogni primari e non poteva permettersi le varie visite specialistiche. Quando ne parlai con i miei genitori decisero che ne avrebbero discusso con i loro amici. Misero insieme una bella somma che fecero recapitare alla famiglia in forma anonima. Dopo qualche tempo quel bimbo fece un'operazione difficile e adesso vive serenamente. Ho deciso di studiare pediatria e di impegnarmi a visitare tutti coloro che non hanno la possibilità di permettersi i medici.>
<È davvero un bel proposito,sei una ragazza fantastica.> Le sue guance si colorano di rosso,non è abituata a ricevere i complimenti.
Quando le chiedo cosa l'avesse spinta a scegliere un' università lontana da casa,mi è sembrata evasiva. Deve essere successo qualcosa per farle prendere tale decisione,preferisco non approfondire anche perché non sembra voglia parlarne.
Arrivati in città,recupero la macchina dal parcheggio sotterraneo e insieme andiamo verso casa. La lascio davanti al portone perché devo andare a prendere Jonathan. Scende e prima di aprire la porta fa il giro della macchina e arriva al mio finestrino.<Grazie>e mi stampa un bacio sulle labbra. Niente di esagerato un semplice sfiorarsi di bocche,ma che mi provoca una scarica elettrica. Quanto la desidero!
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Vicini Troppo Vicini
Historia CortaCOMPLETATO!Mark è un uomo di successo,che dirige una società,single e bellissimo,questo è quello che diventato dopo le scelte sbagliate. Le sue giornate fatte di lavoro,uscite nei locali più "in" e ritorno nel suo loft con una tipa rimorchiata,cam...