Terzo Capitolo - Verso Paris

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<< E così vuole che tu parta con lui per Parigi.>> le disse sua madre mentre sistemava delle cose nel cassettone della sua camera da letto.
<<Credo che stanotte, sarò così concentrata sulla scelta giusta da fare che non riuscirò a chiudere occhio.>> ammise Emma.
<< lavori per lui da solo pochi giorni e già sembri sul precipizio di una crisi di nervi.>> la donna scosse il capo.
La ragazza di risposta le accennò un sorriso per rassicurala << Sto bene mamma, te lo assicuro. Sono solo in ansia per questa cosa ... io non so cosa fare...>>
<< Tesoro...>> iniziò a dirle la donna in tono materna e sedendosi accanto a lei sul letto << aspetti quest'opportunità da una vita. Io e tua sorella possiamo sopravvivere per meno di una settimana senza di te. Io dico che dovresti andarci.>>
Prima che Emma potesse rispondere sua sorella Isabel irruppe nella stanza << Io non posso crederci che tu andrai a Parigi con quel figo di William!>>
<< Isabel stavi origliando?>> le chiese furiosa.
<< diciamo che andavo verso il bagno e per puro caso mi sono trovata a passare davanti alla porta della tua stanza, e ad ascoltare ciò che tu e la mamma mi stava dicendo>>
<< sei una grandissima impicciona!>> le rispose Emma in tono scherzoso, lanciandole un cuscino e mancandola.
La ragazza lo raccolse e lo strinse al petto << A parte gli scherzi Emma, sono d'accordo con la mamma. È la tua grande occasione. Dovresti andare.>>
<< vi prometto che ci penserò ...> disse in fine.

Prima della cena le tre si riversarono nel piccolo salotto. Sua sorella Isabel si sdraiò su uno dei divani a guardare la tv, ridacchiando ad ogni scena della sua sit-com preferita. Mentre lei era accoccolata accanto alla madre, senza dire una parola, e lei le accarezzava piano i capelli << Sei ancora propensa per un no?>>
<< Più o meno.>> ammise.
<< hai paura che Parigi ti piaccia così tanto da non voler più tornare a casa?>>
<< lo sai che è impossibile mamma!>> ride, scuotendo la testa.
<< pensa a tutti i sacrifici che hai fatto per arrivare dove sei>> le ricordò la madre.
Il telefilm stava per finire, quando qualcuno bussò al campanello. Emma guardò l'orologio... era quasi l'ora di cena. Chi poteva mai essere.
<< chi sarà mai?>> le chiese sua madre, come se l'avesse letta nel pensiero.
Emma si alzò e si diresse verso la porta, quando la aprí si trovò davanti William.
<<Io volevo ... parlarti...>> le sussurrò.
<< Ah quest'ora?>>
<<Ti prego Emma ...>>
La ragazza prese un respiro a pieni polmoni. William la fissava con occhi inespressivi.
<< cosa volevi dirmi?>> gli chiese Emma, mentre avanzava sul pianerottolo e chiudeva, non del tutto la porta alle sue spalle.
<< Io...io...>> balbettò lui.
<<Come non detto...>> fece lei voltandosi per tornare in casa, ma William le afferrò il polso fino <<Ti prego>> sussurrò.
Emma esitò un attimo, poi si arrese al suo sguardo supplichevole << Va bene, ti ascolterò.>> gli rispose, liberandosi dalla sua morsa.
Lui le sorrise, ed era sicura che in quel sorriso scorse una strana dolcezza che lui potesse avere.
<< Volevo chiederti scusa per ciò che è successo nel mio ufficio oggi. Io mi sono comportato malissimo con te .>>
Scosse la testa << Non ce ne è bisogno. Davvero. Io l'avevo già dimenticato>> mentì.
<< Sei sicura?>> le chiese scettico.
<< Come sei venuto qui?>> gli chiese cercando di cambiare discorso.  Non voleva ammettergli che l'aveva ferita è quasi spinta a buttare tutto il lavoro di una vita a quel paese, solo perché lavorare per lui era un vero inferno.
<< A piedi. Ho trovato il tuo indirizzo sull'agenda di Andy. Quella ragazza è davvero disordinata. La dimentica sempre in ufficio.>>
Si, ma mai quando poteva essere utile a lei, pensò Emma.
Poi si concentrò sull'idea che lui avesse percosso tre chilometri a piedi solo per raggiungere casa sua e chiederle scusa.
<< Ti va di entrare?>> disse la ragazza aprendo leggermente la porta alle sue spalle <<È quasi ora di cena. Puoi fermarti qui.>>
William buttò uno sguardo alle spalle della sua assistente e vide una donna dai capelli biondi che li spiava sporgendo il capo dalla porta di una stanza, che sembrava essere una cucina molto accogliente.
<< Si mi farebbe molto piacere.>>

Emma - La ragazza dagli occhi feliciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora