Capitolo 2

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E vidi Harry.

Harry mi stava salvando.

O almeno credevo...

Niall si alzò e se ne andò.

Rimasi un po' male quando Harry mi scattò una foto col cellulare, ridendo.

Lo guardai disperatamente.

Si abbassò su di me e mi liberò le mani dalle corde.

In realtà non so perché lo feci, ma

mi alzai e lo abbracciai.

Forte.

Sentivo il suo profumo, i suoi ricci mi solleticavano il viso ma, nonostante questo, piangevo, piangevo, piangevo e ancora piangevo.

"G-grazie" gli dissi

Cominciò a ridere e mi rispose: "Guardati, come sei ridicola!! Ti lasci fregare da tutti!!"

Continuò a ridere.

Ma sono scema??

Come ho fatto a credere anche per un secondo che non avesse cercato di umiliarmi??

In fondo lui è Harry Styles, il ragazzo che mi ha sempre odiato, che mi da sempre fastidio.

Cosa potevo aspettarmi??

Lo vidi usare il cellulare.

"Uhm, aspetta... ecco!! Messa!" esclamò, soddisfatto, posando l'apparecchio nella sua tasca.

Che aveva fatto?? Avevo quasi paura di chiederglielo, ma lo feci: "C-cosa??"

Abbassai la testa.

"Guarda tu stessa"

Mi porse il cellulare, trovai aperto il suo profilo Facebook. Aveva postato la foto, la foto che mi aveva fatto prima.

Mi cadde il cellulare dalle mani e mi scapparono due lacrime. Perché lo aveva fatto??

"Ma che cazzo sei, scema??" mi diede un ceffone, abbassandosi per poi prendere il suo cellulare dall'erba umida.

Portai le mani al viso, facendo scendere le lacrime.

Sentivo Harry ridere, sempre più lontano: se ne stava andando.

Non avrei permesso che mi trattasse così, almeno avrei dovuto sapere perché!

Gli corsi dietro e lo fermai per un braccio, si voltò.

"Perché mi fai questo?? Perché??"

"Lasciami in pace, sfigata!!" tolse la mia mano dal suo braccio in maniera non troppo delicata.

"No!! Prima mi devi dire perché mi tratti così male!"

Mi spinse all'indietro e andai a sbattere con la schiena contro un albero.

Gemetti dal dolore e lo vidi avvicinarsi a me. Tanto.

"Non devi permetterti di parlarmi così!! Hai capito?" urlò

"S-scusami... i-io volevo s-solo sap..."

"Zitta! Oggi pomeriggio vieni a casa mia."

"M-ma..."

"Ho detto che oggi pomeriggio vieni a casa mia. Non ti conviene dire di no, non sai dove potrei arrivare."

Mi spaventai a quelle parole, per una seconda volta.

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