(due)

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In mezzo al prato c'erano tanti tavolini e sopra ad esse tantissimi dolci, tra cui le fontanelle di cioccolato, torte, ciambelle e pasticcini.

Il cioccolato sciolto, di un marrone lucido, colava lentamente dai bordi. Facendo esplodere il palato di Clarissa.

Le torte, le ciambelle e i pasticcini di ogni svariata forma, dimensione e colore che si potevano mangiare addirittura con gli occhi.

Alla radio suonavano i Bon Jovi con "because we can" che emettevano nell'atmosfera una melodia molto allegra e ritmata.

"Svegliati." Clarissa sentì la voce di Elena intorno a lei, ma non capiva dove fosse.

"Svegliati dormigliona, siamo arrivati."

Clarissa si svegliò di soprassalto sbattendo la testa contro il tettuccio dell'auto.

"Era solamente un sogno... Peccato, avevo una fame tremenda." Borbottò tristemente.

"Come?" Le chiese Elena.

"No, niente. Pensavo ad alta voce"

Appena scese dall'auto notò la vasta distesa d'acqua, il mare, che rifletteva i raggi del sole.

"Meraviglioso." Pensò.

In effetti aveva ragione, quel blu Mare era davvero qualcosa di bellissimo.

Clarissa non riuscì a trattenersi. Corse giù verso la spiaggia e inzuppò i suoi piedi nell'acqua.

Guardava come l'acqua saliva e scendeva dai suoi piedi, a causa delle onde.

Partendo dalle unghie dipinte di un blu notte fino ad arrivare alle caviglie.

Prese una manciata di sabbia con le mani.

"Com'è calda" pensò.

Si divertiva a vedere come piano scendeva tra le dita fino ad essere trasportata dal vento.

Clarissa rimase li. In piedi. Fissa. Immobile. Ad osservare il sole che lentamente scompariva dietro al mare, quasi inghiottita da essa.

In quel momento le venne in mente una citazione di Einstein: "Ogni minuto che passi da arrabbiato, perdi sessanta secondi di felicità." E clarissa pensò che questi sessanta secondi ne valessero davvero la pena.

La dolce brezza del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora