Miraxus - A smile isn't enough

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Mirajane's point of view

-Fratellone, dai torniamo a casa, non ti lasceremo sappilo. Perché noi ti vogliamo bene!-
-LISANNA SPOSTATI!- lei non mi ascoltò, non si spostò, anzi aprì grande le braccia davanti a me come per abbracciare mio fratello che non riusciva più a controllare il take-over ed era diventato il mostro che avrebbe dovuto controllare. Il mostro colpì Lisanna veramente forte e la fece volare dall'altra parte della valle. I miei occhi si riempirono di lacrime, mi alzai, senza badare a mio fratello che sembrava stesse per ritrasformarsi e corsi da mia sorella.
-Lisanna, non chiudere gli occhi per-favore, ti pregò non lasciarmi!- la presi tra le mie braccia mentre cominciavo a piangere bagnando il viso di mia sorella che era sporco di sangue.
-Ti voglio bene Mira e sappi che non è colpa sua- disse la mia sorellina posando la sua mano sporca di sangue sulla mia guancia. Non potevo crederci, non poteva succedere, anzi non doveva succedere! Le lacrime scesero ancora più insistentemente mentre stringevo al petto con ancora più forza mia sorella.
-No ti scongiuro, non lasciarmi, ti prego Lisanna... E io come faccio senza di te?- dissi queste parole mentre la sua mano sulla mia guancia cadeva toccando il suolo intanto, i suoi occhi stavano perdendo quella luce che li caratterizzavano e quel blu così simile al mio stava diventando sempre più spento. Il suo corpo cominciò a svanire in piccole particelle e io gridai, gridai con tutto il fiato che avevo in gola di restare con me, di non lasciarmi sola. Gridai il suo nome quando il suo corpo sparì definitivamente provando ad abbracciare il vuoto mentre spalancavo ancora di più gli occhi e continuavo a piangere. Smisi di abbracciare l'aria e toccai la terra dove prima era stesa mia sorella. Presi della terra nelle mie mani urlando il suo nome ancora più forte, provando a scavare come se sarebbe spuntata dal terreno. Una mano si posò sulla mia spalla e mi abbracciò da dietro, mio fratello stava piangendo e io, anche se avrei dovuto essere forte per lui, non riuscii a consolarlo. Smisi di scavare, urlando di nuovo il nome di mia sorella, per poi lasciarmi cadere al suolo. Smisi di piangere e stetti semplicemente ferma, guardando la terra sotto le mie mani. Mia sorella era morta, non c'era più. Non l'avrei più rivista. Non l'avrei più vista giocare con Natsu e Happy, chissà come avrebbero preso la notizia. Non avrei più potuto sentirla lamentarsi. Non avrei più sentito la sua voce. Non avremmo più cantato dopo cena mentre mio fratello ci guardava intenerito. Non avrei più potuto parlarle, sentirla. Lei non c'era più, mia sorella, colei che avrei dovuto proteggere, non c'era più. Ed era tutta colpa mia.

Mi svegliai di colpo urlando con tutto il fiato che avevo in corpo il nome di Lisanna. Continuai ad urlare il suo nome, volevo che tutti lo sentissero. Che tutti sentissero il mio dolore, il dolore che avevo provato quel giorno vedendo una delle persone a me più care morire per colpa mia. La gola cominciò a farmi male, ma io continuai ad urlare. Il suo nome era come una lama che mi graffiava la gola fino a farla sanguinare. Ed io volevo sentire dolore, era stata sicuramente l'ultima cosa che lei sentì quindi facendomi del male mi avvicinavo sempre di più alla mia sorellina. Era l'unica cosa che ci univa ancora, il dolore. Qualcuno mi abbracciò e io provai a divincolarmi da quella presa che, invece di lasciarmi andare, mi strinse ancora più forte.
-Shhhhh... Ci sono io ora, ci sono io.- quella voce maschile era roca e calda, era rassicurante e smisi dunque di urlare cominciando a piangere. Nascosi la testa nell'incavo del collo di quel ragazzo che mi stava abbracciando e piansi un'altra volta tutte le lacrime che avevo in corpo. Lui continuava a rassicurarmi, dicendomi che c'era e che quella notte non avrei dovuto avere paura. Caddi tra le braccia di Morfeo, il dio, in questo caso, rappresentato da Laxus.

-Sorellona, devi scendere! La colazione è pronta!- la voce di Elfman e il bussare insistente alla porta mi fece svegliare da quel sonno tranquillo e finalmente senza sogni. Non aprii direttamente gli occhi poiché mi sentivo veramente bene. Non dormivo così da prima dell'evento. E il nuovo letto non era mai stato più comodo.
Subito dopo la tragedia, mio fratello e io ci siamo trasferiti dal master. La casa di Makarov era veramente grande, si sviluppa su due piani e è una vecchia casa di famiglia. Mi ricordo che al piano superiore si trovavano le camere da letto, c'era una camera padronale, una camera che prima veniva usata dal figlio del master che poi usò Elfman, una camera per gli ospiti, in cui dormivo io, e la camera di Laxus che usava quando tornava dalle sue missioni. Non era ancora tornato a casa e non ci ero mai entrata. Aprii piano gli occhi e mi resi conto che la mia testa poggiava su un petto nudo, la spalla sinistra era tatuata e non potei fare a meno se non riconoscere la persona su cui stavo dormendo. Guardai in alto e vidi un Laxus addormentato. Le nostre gambe erano attorcigliate, la sua mano destra era sulla mia vita e la mia testa poggiava sul suo petto. Perché stavo dormendo con lui? Ero sicura che, almeno ieri sera, non avevo bevuto, quindi non avevamo sicuramente fatto sesso. Lui era a petto nudo e io avevo ancora il pigiama. Guardando meglio il biondo i ricordi di quella sera mi colpirono, mi aveva aiutato, mi aveva risvegliato dal mio incubo ed era restato con me perché glielo avevo chiesto. Era stato, stranamente, molto carino.
Non ci vedevamo da tre mesi, dal funerale, era stato con me quella sera. Non aveva detto una parola, mi aveva abbracciato come per farmi sentire che gli dispiaceva ed era poi restato in silenzio continuando a riempire il mio bicchiere di saké. L'unica quella sera che parlò ero io, continuavo a chiedere al dragon slayer di seconda generazione di riempirmi il bicchiere mentre gli raccontavo di mia sorella. Gliene sono ancora grata sinceramente, gli altri membri della gilda, escludendo Cana, non mi avrebbero permesso di bere, dicendomi che l'alcool non era la soluzione e che domani mi sarei sentita solamente peggio. E era vero, era maledettamente vero, il giorno dopo, un lunedì mi ricordo, mi alzai con un mal di testa inimmaginabile. Però io quella sera dovevo bere, ne avevo bisogno e Laxus se ne era reso conto. Non perché mi piacesse l'alcool, ma perché se non mi fossi ubriacata quella sera mi sarei sicuramente gettata giù dal tetto della gilda. L'atmosfera di quella domenica era veramente troppo pesante e io non potevo e non volevo sopportarla, non volevo sentire quei "mi dispiace", volevo semplicemente salutare in pace mia sorella, ma con tutta quella tristezza nell'aria non ci riuscivo. Non volevo dimenticare, perché Lisanna non si meritava di essere semplicemente messa nel cassetto, ma volevo estraniarmi dalla realtà per un attimo parlando io e non ascoltando gli altri. Ricordando Lisanna come la bellissima ragazza qual'era, non come "un'anima di Dio".

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