Gruvia - You're very warm.

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Spoiler saga di "Tartarus"

Juvia's point of view

Stavo guardando le stelle, i gomiti appoggiati alla finestra, mentre l'aria fredda invernale mi solleticava la pelle pallida del viso. Non riuscivo a dormire, la battaglia contro Tartarus era appena finita, e come tutte le notti da quel giorno i demoni mi facevano visita strappandomi violentemente dalle braccia di Morfeo. Sentivo il corpo bruciare come se quell'uomo mi avesse ancora intrappolata nella sua morsa letale. Le mie mani tremavano mentre ripensavo al dolore che quel negromante, Keyes, mi aveva provocato. Non l'avrei mai dimenticato e i sensi di colpa mi stavano consumando. Avevo ucciso un uomo, sì, forse era già morto, ma egli poteva pensare, parlare e provava dei sentimenti. Io invece lo avevo strappato da questo mondo e dalla sua famiglia, Gray. L'alchimista del ghiaccio non lo sapeva, non sapeva che la donna che lo amava aveva ucciso il padre che aveva appena ritrovato. Non sapeva che io gli avevo strappato una persona per lui così importante. E avevo paura che se lo avesse saputo non mi avrebbe mai più guardato negli occhi, o ancora peggio il suo sguardo non sarebbe più stato lo stesso. Lui mi guardava con affetto, forse quel sentimento non si poteva ancora definire amore, ma non mi guardava come guardava le altre ragazze della gilda. Il mio dolce Gray mi guardava con occhi diversi e io sarei potuta morire se avessi visto quel sentimento sparire da quelle iridi blu notte. Però avevo già deciso, il mio corpo aveva già deciso visto che  appena vidi Gray dalla finestra, mi vestii e corsi fuori per seguirlo. Glielo avrei detto, non mi importava come mi avrebbe guardata in seguito, mi avrebbe spezzato il cuore, ma io lo amavo e gli dovevo dire la verità. Ero dietro di lui, a una decina di metri di distanza, non mi nascondevo nemmeno, se mi avesse visto avrei potuto parlargli prima e l'ansia sarebbe sparita. I tacchi dei miei stivali provocavano un rumore secco ad ogni mio passo, mi concentrai su quel rumore provando a eliminare i pensieri negativi dalla mia testa, stava piovendo.
Arrivammo in un villaggio sulle montagne, e forse a causa del freddo, forse a causa mia, stava nevicando. Mi guardai intorno, le case erano distrutte e non c'era un'anima viva in giro. Il posto era cosparso di tombe e capii di essere nel posto in cui il mio dolce Gray perse i suoi genitori a causa di Deliora. Lo guardai mentre si sedeva su un muretto guardando la croce in legno che si trovava davanti a lui. Mika e Silver erano questi i due nomi incisi a mano sul legno. Io sapevo che erano i nomi dei suoi genitori, e non potei fare nient'altro se non sentirmi maledettamente in colpa. Gray si massaggiò le tempie con occhi tristi e guardò la croce con il viso che esprimeva tutto il suo dolore e tutta la sua tristezza. I miei occhi si riempirono di lacrime, era tutta colpa mia! Come potevo dire di amarlo! A causa mia aveva perso suo padre! Glielo avevo strappato via, non meritavo di amarlo.
Avanzai verso di lui, tremavo sia per il freddo che per la paura. La pelle lasciata nuda dallo spacco del vestito che scopriva le mie gambe sembrava congelata. I miei stivali affondarono nella neve e quando fui a qualche metro da lui parlai:
-G-Gray-sama...?- balbettai il suo nome, chiamandolo. Egli si girò di scatto, sorpreso della mia presenza e anche infastidito.
-Juvia!- Esclamò percorrendo il mio corpo con i suoi occhi, come se avesse voluto essere sicuro che fossi io.
-Mi hai seguito fin qui!- mi urlò contro arrabbiato, sapevo che questo era un posto intimo e molto importante per lui e quindi non me la presi, in effetti in ogni caso non me la sarei presa.
-A Juvia le dispiace, le dispiace veramente tanto...- non lo guardai negli occhi, da quando lo avevo chiamato fissavo semplicemente la neve che cadeva ai miei piedi mentre i miei occhi si riempivono di lacrime. Parlavo in terza persona da sempre, era un vizio che non potevo cambiare. Parlando in questo modo mi ero sempre sentita meno sola.
- Juvia deve dirti qualcosa di molto importante...- strinsi le mie mani a livello del bacino non alzando lo sguardo mentre la neve cadeva sul mio viso. -Il negromante... Il demone che teneva tuo padre in vita...- la mia voce tremava mentre gli stavo dicendo cosa mi tormentava -La persona che lo ha ucciso... Era Juvia-
Gli occhi di Gray si spalancarono, e come avevo temuto mi guardò con odio. -Tu hai...?- disse guardandomi con occhi sgranati.
-Juvia ha capito...- non lo lasciai finire la sua domanda continuando a parlare. Volevo che sapesse tutta la verità. -ha capito che non merita più di amarti...- queste parole mi graffiarono la gola come se avessero fatto resistenza non volendo uscire, non volendo essere reali. -Non ora che Juvia è colei che ha ucciso tuo padre.- Le lacrime cominciarono a rigare le mie guance. Erano calde a contatto con la mia pelle fredda. Non lo guardai, continuavo a fissare per terra, delusa di me stessa e non volendo incrociare il suo sguardo sicuramente furibondo.
Lo vidi con la coda dell'occhio alzarsi e spostarsi lentamente verso di me.
-Tu!- disse urlando pieno di rabbia. Non lo guardai, sapevo di avergli provocato tantissimo dolore, troppo per una sola persona. Prese il mio cappotto tra le sue mani tirandomi verso di lui, io gridai sorpresa, ma continuai a guardare in basso. Fissavo il suo petto fasciato da una maglietta nera coperta da una giacca bianca. Gray serrò la mascella per poi tirarmi ancora più a lui e posare la sua testa sul mio petto prosperoso. I suoi capelli mi solleticavano il viso arrossato per quella sua azione improvvisa e per il freddo.
-Grazie...- disse aggrappandosi a me, come se fossi la sua ancora di salvezza. Mi trascinò a terra e ci dovemmo dunque mettere in ginocchio. Io non mi mi inginocchiai completamente, solo la parte inferiore delle mie gambe era appoggiata nella neve. La parte superiore invece era stesa così da permettermi di essere più alta di Gray che piangeva ancora con la testa affondata nel mio petto.
-Mi dispiace...- mi disse continuando a piangere mentre io gli accarezzavo con una mano le spalle e con l'altra i capelli. -Mi dispiace...- ripeté il ragazzo che amavo allacciando le sue braccia alla mia vita per potermi sentire più vicina a lui.
Continuava a piangere sul mio petto e io invece continuavo ad accarezzargli i capelli. Eravamo al freddo, in mezzo alla neve, in alta montagna, ma in questo abbraccio mi sentivo al sicuro e un calore stupendo aveva invaso tutto il mio corpo facendomi dimenticare del dolore che mi aveva provocato Keyes.
-Sei molto caldo- gli dissi poggiando la mia testa sui suoi capelli per poi chiudere gli occhi e godermi quel l'abbraccio caldo in mezzo alla neve fredda.

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