Stay strong

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Pagina di diario 16

Non me ne rendo conto nemmeno io di quanto tempo passa ogni volta che scrivo qualcosa su questo diario; perchè definirlo tale è un po' opinabile visto che ci sono disegni,frasi,storie di persone della mia vita messe in ordine a caso.

Non so nemmeno più io cosa racconto ma mi piace fermarmi ogni tanto e scrivere, anche solo per il gusto di tracciare qualche linea a caso senza senso o forse con troppi sensi come facevo quando mi tagliavo.Strano dirlo al passato.

Ci sono giorni in cui mi manca e altri no.

Ci sono dei giorni si e no. Ci sono giorni felici e non. Ci sono dei giorni in cui voglio vivere e in cui non voglio farlo.

In poche parole si va avanti a cazzo,senza cuore,senza emozioni,con pochi amici e con pezzi di se stessi che più si ricostruiscono più si perdono.

Io attualmente vivo alla giornata perché non mi ci vedono in un futuro prossimo.

C'è vedo il mio futuro ma non vedo me stessa li;a compiere qualcosa di concreto,a salvare qualcuno su un'ambulanza,o a cullare mio figlio nella sua stanza.Non vedo oltre la me di ora,con i capelli tinti di blu per darmi un po' di colore,i piccoli brufoli sul mento,gli occhiali viola e il corpo ricoperto di storie o di cicatrici se preferite.Il resto,se e sottolineo se,ci sarà,verrà molto,ma molto più avanti.

...

Ora vi racconto una cosa o per meglio dire delle sensazioni che forse conoscerete già.

Quando entra qualcuno di nuovo nella mia vita inizio subito a pensare di non essere abbastanza,vi fate tante seghe mentali per nulla soprattutto con l'amore e a me è sempre andata male in quel campo.

L'amore è troppo per me o sono io ad essere troppo per lui? Perché dobbiamo tornare io e te e non noi?Che cazzo è cambiato?Cosa vuol dire noi?Perché ogni cosa mi ricorda te nonostante io non ti ami più nonostante sia andato tutto a fanculo tre fottuti anni fa?Forse è ora di raccontarvi la verità e raccontarla anche a me stessa.

Okay.Ero in terza media.Avevo una persona speciale molto speciale.Mi capiva.Sapeva tutto di me.Dei tagli in particolare.Gli raccontavo tutto.Già scrivere solo questo mi ha ucciso.

Era un ragazzo magrolino con i capelli corvini sempre spettinati.Si chiamava...no meglio non dirlo il suo nome ma era il mio migliore amico da circa 2 anni e mezzo e all'inizio della prima superiore sarebbero dovuti diventare 3.Non so precisamente cosa dovrei dire di lui o di noi,so che io ho fatto la grande,enorme,esorbitante,cazzata di innamorarmi di lui e quindi successivamente di aver mandato a puttane la nostra amicizia.

Ora 4 anni dopo lui ha ancora un influenza su di me.Non lo so come.Forse perché abita dietro di me o perché viene nella mia stessa scuola.Lui non è più il quattordicenne che conoscevo io e io non sono la tredicenne che conosceva lui.In qualche modo però,ho ancora l'ansia di vederlo,di incontrarlo,di parlarli,e soprattutto ho ancora paura di essere ferita.E' un po' quello che provano tutti dopo una grossa ferita non ancora rimarginata.Ancora fresca,ancora sanguinosa.

Quella ferita però,ora è diventata cicatrice,nonostante abbia passato i due anni successivi a distruggermi per calmare un po' quel senso di colpa per aver rovinato tutto,quell'odio verso me stessa che piano piano è cresciuto dentro di me come l'ira di una belva pronta ad attaccare ogni essere vivente che entra nella sua gabbia,per paura,timore,angoscia,tristezza solitudine e incomprensione.

Non era facile vivere e penso che in quel periodo non lo facessi nemmeno,non era tanto il tagliarsi o fumare,era la sensazione di solitudine a distruggermi.

Tagliarmi era un modo per sentirmi viva e fumare mi alleggeriva,ma il non voler uscire dalla mia camera,non volermi togliere le cuffie mai e poi mai,l'essermi messa in testa che il cibo mi facesse vivere mi avevano portato a vivere in un incubo in cui l'unica luce che vedevo era quella dell'aula della mia vecchia scuola il resto era tutto buio...come me.

Due cose mi facevano andare avanti: la prima si chiama "Stay strong".          E' un piccolo bracciale nero di gomma con la scritta "Stay strong" in bianco sul verso dentro.Dove mettevo il braccialetto non potevo tagliarmi. Qualsiasi cosa succedeva se avevo quel bracciale sul polso  non potevo tagliare e non ho mai trasgredito.          Era ed è la mia forza.
C'l'ho ancora,anche se la scritta non c'è più e qualche lato si è strappato è ancora nel mio cassetto ed ogni mattina lo indosso mi fa sentire protetta da tutti e da tutto compresa me stessa.

La seconda era la musica,in particolare una canzone di LowLow "Borderline" il cui ritornello fa: 

Scusate per l'intrusione, che stupido narratore.                                                      

Lara odia il posto in cui sta, vorrebbe spegnere il sole.                                            

Dice "basta!", va dalla sua amica e gli chiede.                                                          

"Tu non sei stanca di essere invisibile quando sei in corridoio?                             

Di non vedere niente negli occhi di chi ti guarda?                                              

Io così ci muoio, io così mi annoio".

 Ieri stavo sola a casa nel bagno di mamma.                                     

Volevo tagliarmi i capelli con il rasoio.                                                           
Ho messo la mano su una lametta
da barba.                                

Mi sono chiesta che prova una ragazza che si taglia?

Non c'era un giorno in cui non l'ascoltassi mi rendeva viva, mi faceva piangere,urlare,ridere e pensare soprattutto.Attraverso quella canzone capivo me stessa,perché stessi così male,perché non riuscivo emettere un respiro senza pensare che sarebbe stato meglio se fosse l'ultimo.

Ora tutto questo è parte di una piccola storia in mezzo a 7 miliardi di altre.      Sono piccole cose che nessuno sa di me.Forse nemmeno Simone conosce la vecchia me nonostante mi abbia conosciuto appena dopo questo periodo.Non posso dire che adesso va bene ma va decisamente meglio.Il merito va in gran parte a Chiara e anche a lui ma in verità ci sono tante cose che mi hanno cambiato e mi hanno fatto crescere.                                 L'aver affrontato tutto dentro di me mi ha chiarito l'importanza di amarmi,anche se non sono ancora capace completamente di farlo,i passi avanti ci sono e sono anche belli lunghi.                     
Non so se tra qualche anno la Camilla che sarò penserà ancora a lui o alle lettere che ha inciso sulle gambe,so che piangerà al ricordo di quando era così piccola e fragile.                                  In quel periodo,nel periodo di quei due anni,mi sono scritta il suo nome sul braccio e sulla gamba,ho scritto la parola errore,ho scritto il nome della mia migliore amica,ho scritto i voti che prendevo piccoli sul ginocchio invisibili allora e introvabili adesso;ho inciso tutto quello che potevo, ovunque ma non ho fatto una cosa.                                                                                                         
Non ho scritto la mia storia che ora invece sto scrivendo e cambiando.

Alla prossima pagina,tua Camilla.

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