Chapter 2.
Mi svegliai da un lungo sonno senza sogni e solo in quel momento mi accorsi di essere stesa sul divano, con una semplice coperta sul ventre. Dovevo essermi addormentata lì la sera precedente, essendo troppo stanca e stressata. Mi strofinai gli occhi cercando di mettere a fuoco la stanza ancora immersa in un buio inquieto. Ho sempre odiato il buio, mi ha sempre fatto paura. Sin da bambina avevo bisogno di una luce nella stanza in cui dormivo, avevo bisogno di conforto. Poi cominciando a crescere ho pensato che a farmi paura non era proprio il buio in sé, ma la consapevolezza di non sapere cosa vi si nascondesse. Ho cominciato a capire che ho paura dell'ignoto, che ho paura di ciò che non so, ho paura della paura stessa. Per questo mi fa paura il futuro, mi fa paura non sapere cosa succederà da qui a dieci minuti o semplicemente cosa succederà domani, ma mi fa anche paura affrettare le cose. Ho paura anche della morte, di affrontare una cosa così grande da cui non ne è mai uscito nessun essere umano. Ho paura di cosa ci sia dopo l'allontanamento dalla vita terrena, se ci sia qualcosa. Ricordo che la mia maestra di matematica prendeva la vita intera come un sogno da cui si sarebbe svegliata solo dopo la morte, ma ho sempre evitato questa ipotesi, ha sempre avuto qualcosa di spaventoso nella bellezza del pensiero.
Mi destai difficilmente dai miei pensieri intricati e rivolsi lo sguardo al pendolo in legno poggiato alla parete di fronte al divano. Le lancette segnavano le cinque del mattino passato e io constatai di non avere più sonno. Tolsi le coperte dal mio corpo mentre un brivido di freddo mi percorse la spina dorsale e notai di avere ancora indosso i vestiti del giorno precedente, compresa quella macchia di caffè sulla camicia. Mi alzai un po' intorpidita dal relax del lungo sonno e raggiunsi a passo debole la mia camera. Evitai il senso di inquietudine che mi prendeva ogni volta che camminavo al buio e accesi la luce, chiudendo la porta. Il letto era ancora disfatto, le coperte erano tutte stropicciate dalla notte precedente. Sulla scrivania c'era una pila di libri che avevo già letto e che non avevo ancora messo a posto nella piccola libreria che sistemai tempo prima accanto all'entrata, probabilmente era l'unico oggetto in ordine della stanza. La sedia era colma di vestiti non messi in ordine nell'armadio e le pareti brulicavano di foto di ogni genere. La mia era una camera incasinata che rispecchiava a fondo la mia vita e il mio carattere. Sono sempre stata un distastro, e lo sono ancora oggi. La tela ancora bianca era accanto all'armadio in legno di mogano e la tavolozza di colori aspettava solo di essere usata, ma questa mattina avevo un compito da svolgere.
Presi dell'intimo pulito e una gonna a vita alta nera con un maglioncino bordeaux un po' più corto sulla pancia e raggiunsi il bagno. Mi spogliai e entrai nella doccia, lasciando che l'acqua portasse giù con sé tutte le mie preoccupazioni e i miei pensieri. Chiusi l'acqua e mi asciugai con un asciugamano rosa. Passai davanti allo specchio e mi fermai un momento a contemplare il mio viso ben risposato. Gli occhi grandi e verdi del riflesso mi scrutavano senza ritegno e i capelli scuri ancora asciutti erano legati in una crocchia disordinata. Le labbra erano screpolate, segno di una grande mancanza di baci. Mi toccai una guancia e poi aprii il rubinetto per lavarmi la faccia e i denti. Mi vestii di fretta e infilai anche un paio di calze nere sotto la gonna. Mi truccai con solo del mascara e rossetto fucsia molto leggero e tornai in camera. Notai che si erano già fatte le sei e tra un'ora si sarebbe dovuta svegliare anche Tamara. Andai in cucina ancora a piedi scalzi e mi preparai un caffè amaro che mi fece svegliare ancora di più.
《Buongiorno Veronica.》
La voce impastata dal sonno di Tamara mi fece sussultare e poi le sorrisi dolcemente.
《Già sveglia?》
Lei fece spallucce e si sedette a tavola mentre le porsi una tazza fumante di caffè-latte, proprio come piace a lei. Mi sorrise riconoscente e ricambiai.
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Never go | z.m.
Fanfiction《Va bene così, non ti avrei mai conosciuta senza che tutto questo fosse successo e non avrei mai potuto amarti così dannatamente tanto.》 [...] Due vite, un destino segnato. Lui tormentato dai demoni del passato, lei impaurita dall'ignoto del futuro...