Fu quel giorno che la sua vita crollò totalmente, quando sentì un dolore che mai aveva provato prima.
Camminava annoiato per casa, era già parecchio tempo che non vedeva June, se ne'era andato chissà dove da qualche ora, e non era ancora rientrato. Ultimamente non diceva nulla, si limitava ad annuire.
Ovviamente non si aspettava quell'orribile biglietto che ritrovò pochi minuti dopo sopra il letto. Un biglietto che prima non aveva notato.
Un biglietto che gli spezzò il cuore.
"Me ne vado, non mi aspettare, non ritornerò mai.
Junhoe."
Come doveva prendere quel biglietto? Stava rompendo con lui? Era capace di essere tanto crudele? Per caso era solo uno scherzo?
E nonostante si facesse queste domande, infondo sapeva che non avrebbe più rivisto il suo June.
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Ricordando tutto questo, Jinhwan si domandava se quello che stava passando in quel momento era solo frutto della sua immaginazione, la quale desiderava Junhoe come niente e nessuno.
Il giorno quando Junhoe se ne andò, pensò che mai avrebbe sentito nominare Junhoe al di fuori del suoi pensieri, per questo trovava la situazione attuale un po'irreale.
Però questi sentimenti sparirono quando una lettera scivolò dentro casa sua da sotto la porta.
Era l'odore di Junhoe, le sue frasi, le sue parole.
Era molto reale.
Jinhwan...
Fu dopo qualche mese che andammo a convivere che iniziarono i problemi. Era da un po'di tempo che cercavo di uscire da tutto questo giro, volevo il meglio per te, ora avevo qualcosa da proteggere, una ragione per vivere.
Però come saprai, non è facile, ormai ero nella bocca del lupo, al centro della mafia, dove se contraddicevi il boss ti ammazzavano.
Dovevo procedere con calma, non potevo semplicemente presentarmi e dire "Smetto di lavorare", questo significava morte sicura, dovevo farmi un piano, prendere confidenza ed ingannarlo.
Fu in quel momento che iniziai a distaccarmi, non fu per la mancanza d'amore, fu per cercare di essere più felice con te in futuro.
A quanto pare qualcuno scoprì il mio piano di ritiro, perché subito iniziai a ricevere minacce di morte, dicevano cose tipo che se mi ritiravo dal lavoro, ti avrebbero preso e ti avrebbero tagliato il collo davanti a me, non volevo correre il rischio di perderti, però non potevo neanche dirti la verità, non volevo che mi temessi, che avessi paura di uscire per strada.
Per questo optai per l'opzione più egoista e meno dolorosa per me, me ne andai senza darti spiegazioni, e non sai quanto mi dispiaccia. Sono stato un figlio di puttana, probabilmente fu molto doloroso per te.
Non sai davvero quanto mi dispiaccia, seriamente.
La prossima lettera sarà l'ultima, per favore leggila appena ti arriverà.
Ti amo, June.
Jinhwan non si aspettava per niente questo, sempre aveva creduto che quel messaggio fosse un gesto di vigliaccheria da parte di Junhoe, e ancora lo credeva, però che ora sapeva la ragione di quel gesto, il suo cuore si sentiva più leggero.
June, Mio June, ci rivedremo un'altra volta?