Ramen

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Il Ramen è un piatto a base di tagliatelle di tipo cinese di frumento servite in brodo di carne e/o pesce, spesso insaporito con la salsa di soia o di miso, con guarnizioni in cima di maiale affettato, alghe marine secche, kamaboko (cibo ottenuto dalla lavorazione del pesce), negi (cipollotto d'inverno giapponese) e a volte mais.

Paese di provenienza: Giappone

Seoul, Corea del Sud
Giovedì 31 Dicembre 2018

«Che fine ha fatto la mousse di asparagi? Sono già passati venti minuti da quando l'hanno chiesta!» La voce fin troppo alta di Seokjin rimbombò in tutta la cucina, mentre i cuochi si muovevano frenetici su banconi e fornelli.
«Mi scusi chef! C'è stato un problema e l'ho dovuta rifare!» Si giustificò Jaehyung, facendo un inchino di scuse allo chef stellato.
Quest'ultimo gli riservò un'occhiataccia attraverso la stanza, le mani che si muovevano veloci ed esperte sulla pietanza che stava preparando.
No, il 31 Dicembre non era il giorno migliore dell'anno per stare rinchiusi dentro quella camera a gas con all'interno una bomba ad orologeria. MiSo sapeva a cosa stesse andando incontro quando aveva iniziato a camminare verso il proprio posto di lavoro, quella sera, sotto la neve che aveva iniziato a scendere per l'ennesima volta su una Seoul imbottigliata nel traffico come sempre. Sapeva che non sarebbe sopravvissuta sotto gli sguardi torvi che Seokjin scagliava da una parte all'altra della cucina. Eppure, dopo la sera al luna park, per qualche strana ragione, aveva iniziato a desiderare di incontrare quegli occhi intensi sempre accesi d'ira o iniettati di sangue, di scoprire chi ci fosse dietro il famelico e narcisista chef stellato Kim Seokjin. Dopotutto, non poteva essere una persona così terribile se le aveva salvato la vita e si era voluto accertare che stesse bene. Solo che a vederlo infuriato sotto le cappe e tra i fornelli sembrava una persona totalmente diversa, quasi irriconoscibile.
«Non ne posso più. Mi fa male la schiena.» Si lamentò Jimin, accasciandosi per un attimo al bancone da lavoro, dopo essere entrato a prendere i piatti terminati da portare ai clienti.
«Anche a me, credimi. Però ce la faremo anche oggi. Fighting!» Gli sorrise incoraggiante MiSo, mentre preparava l'ennesimo arrosto in agrodolce.
«Fighting!» Anche Jimin fece, anche se con poco entusiasmo da vendere.
«Non dovrebbe essere legale lavorare anche il trentuno Dicembre. Io direi di abolire tutto questo e buttar giù la baracca.» Sospirò Sungjin, arrivando poco dopo che Jimin se ne era andato. Anche lui si buttò disperatamente contro il bancone e si passò distrattamente una mano sul viso per spazzare via la stanchezza che aveva addosso.
«Se non fosse la mia fonte di sostentamento, probabilmente sarei d'accordo.» Commentò Hoseok, al suo fianco. MiSo non l'aveva nemmeno notato prima di sentire la sua voce, sempre entusiasta e troppo alta, sottotono e impregnata di abbattimento.
«Tutti saremmo poveri senza questo ristorante.» Commentò Sungjin in risposta all'altro ragazzo, che giocherellava con i bottoni dorati del proprio gilet nero.
«Parlate per voi. Io ho avuto un sacco di offerte di lavoro da quando ho fatto la specializzazione.» Ribatté MiSo, lanciando un'occhiata ai due ragazzi, per poi riportare gli occhi su quello che stava facendo.
«A quanto pare siamo dei poveracci.» Sospirò con una lieve risata Hoseok, una mano che si sistemava i capelli neri e l'altra abbandonata sul bancone da cucina sul quale MiSo stava lavorando.
«Questo era già risaputo.» Si unì alla conversazione Yoongi, facendo un cenno con il capo a Hoseok per avvicinarsi e prendere il piatto che aveva appena terminato di preparare.
«Sempre in menopausa, eh?» Lo prese in giro il cameriere, mentre prendeva il cibo. Poi sparì dietro le porte va e vieni a passo svelto.
«Sempre in menopausa?» L'addetto alla griglia lo scimmiottò alle spalle, facendo ridacchiare sia MiSo, che Sungjin.
«Finitela di ridere e lavorate come si deve!» La voce di Seokjin interruppe le risate dei due, che tornarono seri e professionali, dopo essersi scambiati un'occhiata di totale esaurimento.
«Sì chef!» Risposero con tutto il fiato che avevano nei polmoni.
Dopo qualche istante di silenzio riempito solamente dal rumore di utensili da cucina che sferragliavano tra di loro, finalmente MiSo finì di comporre il proprio piatto, porgendolo in seguito al cameriere fermo accanto a lei. Poi si sciacquò le mani e controllò che nulla di quello che stava cucinando avesse preso fuoco o stesse bruciando. Quindi si mosse per prendere degli altri ingredienti, ritrovandosi poco dopo con le mani impegnate a sminuzzare del prezzemolo. Un attimo dopo, quando aveva finito, si avvicinò ad una padella e la bagnò con un po' d'olio, per soffriggere il prezzemolo con due spicchi d'aglio. Quando vi mise la pasta che aveva appena finito di cuocere, decise di spostare la padella per metterla su uno spartifiamma più grande e saltare il tutto. Ma, mentre spostava la grossa padella, Soobin, che stava lavorando proprio accanto a MiSo, le diede una gomitata e lei si ritrovò in un attimo ricoperta di olio bollente e spaghetti, con l'utensile che cadeva a terra con un tonfo sordo, che attirò l'attenzione di tutti i suoi colleghi.
«Choi Soobin!» Non riuscì a trattenersi MiSo, la rabbia che prendeva lentamente possesso del suo corpo, che faticava a tenere dentro il dolore che sentiva la sua mano al contatto con il calore insopportabile dell'olio. «Perché diavolo non stai più attento?!» La sua bocca si mosse da sola, vomitando fuori tutta la tensione e il nervosismo di quella serata.
Soobin, il più piccolo all'interno della cucina, si fermò all'istante, il suo viso che perdeva colore ad ogni parola che scivolava sulla lingua di MiSo.
«Oh mio Dio, scusa noona!» Esclamò il ragazzino, dopo alcuni minuti di totale sconcerto, portandosi le mani davanti al viso.
«Non fa nulla.» Tutta la rabbia sembrò svanire in un solo attimo dentro MiSo, che si girò a guardare tutti i colleghi, che avevano ancora gli occhi puntati su di lei. «Non è nulla. Rifarò la pasta.» Aggiunse, dopo aver accarezzato con lo sguardo i lineamenti di Seokjin, che, a quel commento, sembrò ritornare in se.
«Che cosa avete da guardare?! Tornate immediatamente al lavoro!» Strillò lo chef stellato.
Così MiSo, senza più dire nulla, continuò a cucinare, anche se ad una velocità ridotta a causa della bruciatura sparsa su tutta la mano sinistra, che pizzicava terribilmente nel suo gonfiore di pruriginose bollicine rossastre. Ma era un dolore sopportabile e sapeva che ce l'avrebbe potuta fare, anche se mancava ancora un'ora e mezza alla fine del servizio.
«Gesù, che è successo alla tua mano?» Una voce improvvisa distrò MiSo, che aveva appena finito di sminuzzare nuovamente il prezzemolo.
Si girò per un attimo e incontrò gli occhi del suo migliore amico, Younghyun, poggiato al muro proprio accanto al bancone sul quale lei stava lavorando. I suoi capelli color vino erano tirati indietro a lasciar sgombra la sua spaziosa fronte, i suoi lineamenti erano rilassati e la sua espressione era beffarda, come sempre, sulle sue labbra carnose e rosse e sui suoi occhi dal taglio accattivante.
«Incidente di percorso con l'olio bollente, niente di che.» Rispose MiSo, dopo essersi sforzata per staccare gli occhi dal viso attraente del suo migliore amico. «Non guardarmi come se mi si stesse per staccare la mano! Posso resistere fino alla fine della serata. E poi oggi chiudiamo prima, quindi tanto meglio.» Continuò con una lieve risata, dopo aver notato il modo in cui Younghyun non riuscisse a smettere di guardare la sua mano ustionata.
«È solo che mi preoccupa un po'. Dovresti curarla il prima possibile. Altrimenti si stacca davvero.» MiSo alzò gli occhi al cielo e, con un sorriso divertito, sfruttò la vicinanza per tirargli un colpo sulla spalla con la mano sana. «Yah! Adesso che cosa ho detto di sbagliato?» Si lamentò Younghyun, divertito, mentre si massaggiava il punto colpito attraverso la camicia bianca, con una finta espressione dolorante. Idiota.
E mentre parlavano, MiSo era riuscita a finire quel maledetto piatto, che consegnò al suo migliore amico, facendolo partire in quarta verso la sala. Sperava solamente che Seokjin non glielo facesse fare un'altra volta quella sera, o sarebbe potuta uscire fuori di testa. Non che non si fosse mai bruciata o che non le fosse mai capitato di perdere la presa su una padella prima d'ora, ma l'idea di armeggiare nuovamente con l'olio bollente non la faceva saltare di gioia. E pensare che la se stessa di qualche anno prima pensava che la cucina non fosse un posto dove si potesse rischiare la vita. Poi aveva capito. Dopo essersi quasi mozzata tutte e cinque le dita di una mano e dopo essersi rinchiusa accidentalmente in una cella frigorifera ed essere quasi morta assiderata. Povera piccola ingenua MiSo, che accidenti è successo nella tua vita per farti prendere questa decisione del cavolo? si chiedeva a volte, mentre si ritrovava a volersi sbattere la testa al muro.

Per un Granello di Sale {Kim Seokjin}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora