"Linda, sei bellissima;)"

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Boom Clap - Charlie XCX

365 giorni prima.

-Linda, ma si può sapere che cos'hai?-
La sua migliore amica le scosse il braccio, invitandola a sollevare la testa dal tavolo.
-Sono stanca, Irene!-
Sbuffò, mettendosi immediatamente dritta con la schiena e battendo i pugni sulla superficie di legno bianco.
-Sei stanca di mangiare la tua brioche al pistacchio? Perché in questo caso la finirei io.-
In tutta risposta scosse la testa, facendo ondeggiare i suoi capelli castani.
-No, sono stanca di questo posto! Mi sembra di vivere lo stesso giorno da anni, non succede mai nulla di interessante!-
Irene fece spallucce, non potendo darle torto ma non potendo nemmeno aggiungere qualcosa di confortante.
-Abitiamo in una piccola città, cosa vuoi che possa accadere?-
Erano nate e cresciute a Varese, un luogo in cui le cose e le persone sono incredibilmente noiose e ordinarie.
-Più mi guardo intorno, più mi maledico per non aver accettato quella proposta...-
Linda Bianchi possedeva una mente brillante.
Si era diplomata al liceo classico con il cento, ma aveva rifiutato tutte le borse di studio che le erano state offerte.
O meglio, era stata obbligata a farlo.
Classificò come giorno peggiore della sua vita, quello in cui dovette racchiudere in una mail tutto il suo rammarico e cestinare la sua ambizione: frequentare la facoltà di lettere moderne di Roma.
-Sai che non è colpa tua, Didi! E poi hai tutta la vita davanti per poterti laureare.-
La mora annuì, rassegnandosi alla crudele verità: non avrebbe mai lasciato quella maledetta provincia.
-Poi, tra due settimane tornerà Cristiano da Londra e sarà tutto diverso, vedrai!-
Linda roteò gli occhi, sapendo che anche se suo fratello fosse tornato dall'Inghilterra la situazione sarebbe rimasta invariata.
Lui avrebbe continuato a fregarsene e ad andare dritto per la sua strada, scaricando tutto il lavoro sporco sulle sue spalle.
-Sai bene com'è fatto, mi offrirà una cena e poi sparirà ancora, lasciandomi da sola con la mamma.-
Irene attorcigliò una ciocca dei suoi capelli biondicci intorno all'indice, accennando un sorriso dispiaciuto.
-Guarda il lato positivo, non ti libererai di me ancora per un po' e potremo continuare a scrivere le nostre storie!-
Linda rise divertita, distogliendo per un momento l'attenzione dal pensiero fisso di quanto facesse schifo la sua vita.
-Già, le storie... È un vero peccato che le nostre vite non ci somiglino per niente.-
Le due amiche si conoscevano fin dai tempi delle elementari e fin da bambine amavano giocare con la loro fantasia.
Rimanevano pomeriggi interi chiuse nella mansarda di Irene, impegnate a creare delle trame da far interpretare alle loro Barbie.
Con il tempo accantonarono le bambole, ma mai quella fervida immaginazione, così cominciarono a mettere per iscritto tutte le storielle d'amore, che vedevano come protagonisti i loro attori e cantanti preferiti.
-Beh, io sono ancora fiduciosa nel riuscire a sposare un discendente del principato di Monaco!-
Sentenziò Irene ridacchiando e sognando a occhi aperti.
-E poi? Diventerai la Grace Kelly moderna?-
Continuò Linda, mentre addentava un'altro morso di brioche.
-Didi...-
Irene aveva gli occhi sgranati e per poco non le si staccava la mascella.
-Si, stavo scherzando ovviamente!.-
La ragazza scosse la testa e strinse forte la mano della sua migliore amica, quasi a volerle bloccare la circolazione del sangue.
-Didi! Sta zitta, dannazione!-
Quasi urlò per attirare la sua sfuggente attenzione, poi la tirò per il braccio, avvicinandola a se.
-Giurami che non urlerai.-
Sussurrò a denti stretti mentre erano faccia a faccia.
-Irene, mi spieghi perché mai dovrei mettermi a urlare in un bar?-
Chiese confusa Linda, cercando di divincolarsi dalla stretta di ferro della ragazza.
-C'è Massimo Pericolo seduto a pochi metri di distanza da noi, ecco perché...-
Parlava continuando a sussurrare e a sorridere elettrizzata.
-Non ci casco, pensi che io sia così stupida?-
Irene scosse la testa freneticamente, continuando a mantenere i suoi occhi verdi in quelli scuri dell'amica.
-Linda Allegra Bianchi, te lo giuro sulla nostra sacrosanta amicizia...-
In quel momento cominciò a crederle, perché la chiamava con il suo nome intero solo nelle situazioni più serie.
-No, non osare girarti!-
La bloccò di nuovo, mettendoci ancora più forza.
-Perché? La persona per cui ho sviluppato un ossessione da mesi è vicina a me e io non dovrei guardarla?-
Irene scosse lentamente la testa, sforzandosi di non sorridere come una psicopatica.
-Il punto è che lui sta guardando te.-
Scandì bene tutte le parole, in particolar modo le ultime due e lo sguardo serio incatenato a quello di Linda, le fece capire che non si trattava di uno scherzo di cattivo gusto.
-E perché dovrebbe guardare proprio me, Nene?-
Linda era a un passo dallo scoppiare in una fragorosa risata, ma allo stesso tempo il suo cuore batteva forte, come se volesse esplodere.
-Scopriamolo...-
Disse Irene, sorridendo maliziosamente, poi si portò una mano davanti alle labbra.
-Qualunque cosa accada, qualunque... tu fa finta di non conoscerlo, di non sapere nulla di lui, chiaro?-
La mora corrucciò le sopracciglia, visibilmente confusa da quel folle piano.
-Ma cosa stai dicendo Ire...-
Non la lasciò terminare; si avvicinò di più a lei e sussurrò al suo orecchio.
-Hai detto che sei stanca della tua solita vita e vedi? L'universo ti ha dato ascolto!-
Fece strisciare la sedia di plastica sul pavimento, producendo un fastidioso rumore e si rivolse a Linda.
-Allora, a più tardi LINDA!-
Il tono di voce usato dalla sua migliore amica era molto alto e si preoccupò di scandire in maniera inconfondibile il suo nome.
Irene uscì dal locale lasciandola sola.
Linda era rimasta immobile, non aveva il coraggio di voltarsi anche se la tentazione era troppa.
Le veniva quasi da piangere nell'essere consapevole che lui era lì, dietro di lei, ma che non poteva nemmeno alzarsi e andargli a chiedere una foto.
-Signorina?-
Un ragazzo abbastanza alto con occhi e capelli castani si piazzò davanti al suo tavolo..
-Le porto qualcosa da bere?-
Chiese il cameriere, afferrando il piatto di ceramica vuoto.
-Un frullato alla fragola, per favore.-
Linda sorrise cordialmente e il ragazzo le mostrò una fila di denti bianchi e perfetti.
Anche se sapeva che probabilmente era tutto frutto della mente contorta di Irene, volle credere che, davvero Alessandro Vanetti in arte "Massimo Pericolo" la stesse degnando del suo sguardo.
-Un caffè amaro, grazie.-
Ma quando sentì la sua voce, cedette alla tentazione e finalmente si voltò: era vero, era lì, girato di spalle, seduto su uno degli sgabelli vicini al bancone e indossava un paio di occhiali da sole scuri.
-Ecco a lei!-
Dopo poco il cameriere poggiò il bicchiere di plastica pieno sul tavolo, lasciandole un ultimo sorriso prima di andare via.
Bevve un sorso di quel liquido ghiacciato e rosa, ma subito si pietrificò.
"Linda, sei bellissima ;)"
Si girò immediatamente verso il bancone cercando con lo sguardo il cameriere, però l'unica cosa che notò era che lui non c'era più.
Era andato via, l'amore della sua vita era andato via e lei aveva avuto il coraggio di guardarlo solo mentre era di spalle.
Si alzò di scatto raggiungendo il ragazzo bruno, intento a pulire dei bicchieri di vetro e delle tazzine da caffè.
-Ti ringrazio per la dedica, ma io non...-
Posò la tazza che reggeva fra le mani e si voltò.
-Oh, credo che ci sia un malinteso!-
Linda corrucciò le sopracciglia e sollevò in aria il bicchiere.
-Mi hai scritto che sono bellissima, credo di non aver frainteso nulla.-
Il cameriere scosceso velocemente la testa e indicò la porta d'ingresso del locale.
-No, no! Il ragazzo che era seduto qui poco fa, mi ha chiesto di scrivertelo.-
Lei sbiancò e il bicchiere le cadde per terra, ma subito si chinò a raccoglierlo e poi si schiarì la voce.
-Allora devi scusarmi, quanto ti devo?-
Linda si affrettò ad aprire la sua borsa per recuperare il portafogli.
-Nulla, te lo ha gentilmente offerto quel tizio.-
Sgranò gli occhi, le mancava l'aria e il cameriere se ne accorse.
-Ti senti bene?-
Lei annuì e sorrise: il sorriso più smagliante che avesse mai fatto.
-Mai stata meglio, credimi!-

RAMEN GIRL | Massimo PericoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora