Elsa passò le giornate che seguirono facendo la cosa che meglio le riusciva da diciotto anni: fissare il vuoto. Stava lì sola, dimenticandosi anche del perché. Non le andava nemmeno più di liberare il suo potere. Le uniche cose che provava erano rabbia, tristezza e frustrazione. Si sentiva incoerente, per tutto. Pochi giorni prima aveva deciso che si sarebbe lasciata tutto alle spalle, che non sarebbe stata più triste. E adesso aveva mandato via anche la persona forse più compatibile a lei in questo mondo-che poi, non sapeva nemmeno se fosse una persona- ed era di nuovo sola. Ma cos'era che la rendeva tanto triste e spaventata? Era questo il suo obiettivo, sin dall'inizio, restare da sola. In tutta la sua vita, ogni volta che si trovava in difficoltà, Elsa aveva trovato un piccolo gioco per scacciare via le paure: faceva un elenco di quest'ultime, tutte quante, e provava a dare dei consigli a se stessa per controllarle. Tra le sue paure, tra i primi posti c'erano sempre: il suo potere; poter fare del male ad Anna; gli spazi troppo aperti; le emozioni forti; le feste.
Adesso, alla lista si aggiunse anche una paura che Elsa rivalutò solo in quell'istante: la solitudine. Ma, questa volta, Elsa non trovò consigli da darsi per placare la paura. Perché quella non era più una paura. Era la realtà. E non c'è niente di peggio di quando una tua enorme paura diventa realtà. Voleva tornare indietro. Voleva non avere mostrato a tutti il suo potere, quella sera. Avrebbe voluto che Anna non avesse mai incontrato Hans, che non lui non le avesse mai chiesto di sposarla. Se così fosse stato, tutto questo non sarebbe mai successo. Chissà se avrebbe mai incontrato Jack.
Jack... Così uguale a lei, eppure così diverso. Troppo diverso. E così maledettamente letale. Letale...Perché stava usando questa parola per descriverlo? Perché non riusciva a pensare ad altro che al pericolo? Il pericolo di un dono così strabiliante. Jack non era letale. Non lo era affatto. Elsa fu sopraffatta da un'enorme tristezza-più di quanta ne avesse già- nel constatare che stava parlando al passato. Era davvero un addio, quello?
Elsa si sentiva ancora più egoista al pensiero che stava pensando più a Jack che a sua sorella. Doveva averle spezzato il cuore. Jack l'aveva quasi uccisa. Elsa non riusciva a concepire quel pensiero. Poteva essere gravemente ferita per colpa sua, adesso. Ma era davvero per questo che lo aveva mandato via? O solo perché non riusciva ad accettare un sentimento nuovo che si incendiava dentrò di lei?
Poi, un rumore, che la fece sussultare. Dei passi. Dentro di se pregava che fosse tornato, ma da un'altra parte non voleva. Era un vero e proprio fastello di contraddizioni. Era passata una settimana da quando lo aveva mandato via.
«Jack?» Sussurrò a malapena. Ma non era lui. Era un uomo, un perfetto sconosciuto. Armato. E non era solo: Elsa ne contò due, tre, quattro, cinque. Sbucavano ovunque, dal nulla. Ed erano decisamente più di cinque. Avevano la stessa armatura, che li faceva sembrare dei burattini tutti uguali. Ad un tratto uno di loro, quello che sembrava il più anziano, parlò:
«Elsa, in nome della Legge del Regno di Arendelle io ti dichiaro in arresto per stregoneria e alto tradimento!»
Non erano un po' in ritardo? Fatto sta che ad Elsa non importava molto il fatto che la catturassero o meno, ma non gli avrebbe reso la cosa facile. Non nel suo castello.
«Questa è la mia proprietà, ora. Non vedo come possa dare fastidio a voi. Via di qua!» Detto questo Elsa scagliò un violento attacco di ghiaccio, che mando al tappeto almeno tre dei soldati. Non era sicura di averli uccisi, piuttosto li aveva storditi. Pur essendo suoi nemici, Elsa non voleva far loro del male. Ma doveva difendersi: ora ne rimaneva la restante decina. Erano tanti. Armati. Pur avendo il ghiaccio dalla sua parte, Elsa sapeva che non sarebbe riuscita a sconfiggerli tutti. Erano dotati di balestre ed archi, e non esitavano a tirare. Con alcuni getti, Elsa ne disarmò una buona metà, ma loro continuavano ad attaccare. Era in svantaggio. Inchiodò alla parete ghiacciata uni di loro con degli spuntoni di ghiaccio. Adesso ne rimanevano cinque. Cinque uomini adulti e armati contro una ragazza e il suo potere. Una bella sfida.
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Cuori di Ghiaccio
FanfictionElsa, ormai fuori dalle sue vesti di regina di Arendelle, è pronta a ricominciare una vita in solitudine nel suo nuovo castello di ghiaccio. Crede di essere destinata a rimanere sola per l'eternità, e non è disposta a cambiare idea. Ma l'improvviso...