Capitolo 7

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Freddo improvviso. Poi, una sensazione di mancamento, e subito dopo di vuoto. Jack si sentì sprofondare, come risucchiato dal centro della terra, per poi venire risputato fuori tutto insieme. La testa gli scoppiava, e si sentuva stordito, mentre continuava a chiedersi cosa fosse successo; un minuto prima aveva Elsa davanti e un attimo dopo si ritrovava in un luogo totalmente sconosciuto. Eppure non era la prima volta che gli accadeva. Ma forse, l'ultima, risaliva a circa due secoli prima. Era difficile ricordare tutto ciò che era accaduto in tre secoli di vita, per Jack, e chissà quanti altri ne aveva ancora da vivere. Ma nonostante ciò, quella sensazione di vuoto gli riportò alla mente quel periodo: era l'anno in cui era stato richiamato dai Guardiani, le famose Leggende, perché qualcuno di pericoloso minacciava la terra. Era successo una sola volta, in tutta la sua vita. Ma il posto era diverso. Non c'era niente intorno a lui. Solo cenere e fumo. Ancora stordito, si guardò intorno, per orientarsi, ma la fitta polvere nell'aria quasi lo accecò. Dovette sbattere gli occhi più volte per tornare a vederci meglio. Poco a poco, si accorse con orrore che si trovava nel bel mezzo di un paese distrutto. Le un tempo graziose abitazioni erano bruciate e ridotte a brandelli di mattoni qua e là, e non c'erano tracce di abitanti, da nessuna parte. Guardando più in là, però, Jack si accorse dell'unica cosa rimasta intatta, in quello scenario di distruzione; sembrava che di lì fosse passato un titano che aveva distrutto tutto, ma che aveva deciso di risparmiare un'unica, imponente struttura, che Jack, suo malgrado, riconobbe all'istante: la reggia di Arendelle. Il castello, con le sue torri, non aveva subito nessun danno, cosa del tutto impossibile, se l'incendio fosse stato di origine naturale. Invece, quell'incendio era frutto di un incantesimo, e lasciando la reggia intatta, chi lo aveva commesso era intenzionato a farlo capire. Jack lo intuì immediatamente, e nella sua mente comparve l'unico essere capace di fare tutto questo: Pitch, l'Uomo Nero. Era stato lui a teletrasportarlo in quel luogo, affinché vedesse. Ma perché? Per quale assurdo motivo?

Con la rabbia che gli montava dentro, Jack si guardò intorno, nella dispetata ricerca di qualcuno. Andava urlando:"C'è nessuno?" Dimenticandisi che se anche ci fosse stato qualcuno in difficoltà, Jack non avrebbe potuto aiutarlo, per il solo motivo che nessuno del mondo umano, a parte Elsa, poteva vederlo, né sentirlo. Era frustrato, e per quanto cercasse in lungo e largo, non c'era anima viva. "Vi prego, rispondetemi...Vi prego..." Jack aveva cercato per ore, ed era esausto, stava quasi per mollare.

"Jack Frost! Quanto tempo, vecchio mio!" Jack riconobbe all'istante la voce alle sue spalle.

"Pitch." Jack afferrò il suo bastone, pronto ad attaccarlo. "Qual buon vento ti porta qui, amico mio?" Pitch aveva un tono amichevole palesemente falso.

"Avanti, sappiamo benissimo entrambi che mi ci hai portato tu." Jack aveva un'aria cupa come non mai, avrebbe potuto congelarlo con un solo sguardo, mentre l'altro continuava a sorridere.

"Perché? Questo mi chiedo. Perché arrivare a tanto. Hai distrutto un popolo di innocenti!" Jack era furioso, ma Pitch lo zittì con un gesto della mano.

"Non essere sciocco. È stata Elsa a costringermi a farlo." Si giustificò.

"Elsa...Teniamola fuori da questa faccenda, d'accordo? La cosa riguarda me e te, nessun altro." Jack aveva un tono sempre più serio nella voce, e stringeva il bastone così forte che Pitch pensò che gli si sarebbe spezzato tra le mani da un momento all'altro.

"Jack, perché mai così minaccioso? Sono qui per discutere in maniera amichevole...Posa quel bastone, te ne prego." Il tono di voce di Pitch era calmo e rassicurante.

"Io non discuto amichevolmente con te! Tu sei senza cuore..."

"Oh, su avanti, Jack, non parlare a me di avere cuore! Solo perché la tua fidanzatina lo ha fatto battere non significa che adesso sei capace di provare sentimenti!"

"Ti ho detto di lasciare stare Elsa. Non sto scherzando. " Jack era sul punto di attaccarlo.

"Tu non hai un cuore, Jack! Non provi niente! Sei proprio come me."

"Che cosa vuoi, Pitch?!"

"Che ti togli di mezzo una volta per tutte. Non bisogna ricorrere per forza alle maniere forti, te lo chiedo gentilmente. Tu convinci la tua ragazza ad unire le sue forze alle mie e poi ti levi dai piedi dicendole che non l'hai mai amata e cose del genere, facile, e ne esci pulito pulito"

Jack scoppiò in una risata: "Cosa ti fa pensare che lo farei mai?"

"Perché se non lo farai" Riprese Pitch "Distruggerò per prima lei e tutto il suo mondo, e poi finirò con te. E questa è solo una piccola dimostrazione." Disse aprendo le braccia come ad indicare il regno di Arendelle distrutto.

"Lo hai già fatto!" Con uno scatto talmente veloce che fece vibrare l'aria, Jack mandò un potente attacco ghiacciato che spazzò Pitch per terra, rendendolo k-o.

"Jack, Jack, calmati, sono il tuo caro vecchio amico Pitch..."

"Adesso basta." Jack lo teneva inchiodato a terra puntandogli addosso l'estremità ricurva del bastone. "Dov'è lei? " Teneva gli occhi fissi su di lui, gelidi e pieni di odio.

"Lei? Lei, chi? Non so di chi tu stia parlando..."

"Non farmi perdere altro tempo, so che sai dov'è." In un lampo, il volto di Pitch assunse un'espressione divertita: "Beh, forse sì. Lo so dov'è."

"Dimmelo!" Jack lo stava quasi soffocando da quanto forte il bastone gli stringeva la gola.

"Non ti piacerebbe scoprirlo..." Con uno schiocco di dita, Pitch scomparve tutto d'un colpo da sotto il bastone, lasciando al suo posto solo una nuvoletta di fumo nero, per poi ricomparire tutto insieme alle spalle di Jack. Il ragazzo ebbe appena il tempo di accorgersene e di voltarsi, che ricevette un attacco che lo colse impreparato. Venne spazzato via come una foglia nel bel mezzo di un uragano, si fermò soltanto quando andò a sbattere contro un muro semidistrutto. L'urto fu tremendo, e per un istante Jack sembrò perdere i sensi. "Che cosa volevi fare, ragazzino? Sconfiggermi?" Sussurrò Pitch; in quell'istante Jack riaprì gli occhi, ma qualcosa in essi, nel suo viso, nella sua espressione, era cambiato. Pitch sorrise, e Jack ricambiò cupamente il suo sorriso:"Ciao, Pitch, amico mio. Mi sei mancato. "

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