Con la coda dell'occhio

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A volte mi capita di dimenticarmi.
Qualcuno potrebbe dire: "come fai a dimenticare te stesso?
Non lo so, ma succede.
Continuo a fare sempre le stesse cose, con la stessa velocità, nella stessa successione, allo stesso modo di sempre, ma in certi giorni è come se non fossi io a farle.
È come se ci fosse un'altra persona che continua a muoversi, ad andare avanti, mentre io sto fermo a scomparire.
È solo a fine giornata, quando mi capita di passare davanti ad uno specchio, che con la coda dell'occhio mi accorgo di me.
A quel punto mi fermo di colpo e inizio a scrutarmi, come se non mi fossi mai visto.
Per qualche motivo mi aspetto sempre di vedere qualcun'altro, con un'altra faccia, altri vestiti, altri occhi...
Mi aspetto di vedere la persona dinamica che penso di essere di giorno, invece vedo quella che sta ancora ferma.
Penso: "allora sono così. Sono stato così per tutto il giorno, anche durante la riunione, o il pranzo con il capo, o quando ho rimproverato Luca perché continua a darmi del "lei" dopo anni...
Mi aspettavo diverso."
Finisce sempre che abbasso lo sguardo rassegnato e mi affretto a spegnere la luce per non rischiare di incrociare di nuovo il mio sguardo.
Vorrei vedermi come facevi tu: come se non potessi dimenticarmi mai.
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Sinceramente non so cos'è, l'ho scritta settimane fa e non doveva essere pubblicata, non è nata neanche come una parte della storia. Me ne sono ricordata qualche ora fa e l'ho modificata per farvela leggere.
Comunque spero vi piaccia.
Aspetto commenti.

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