Stuck On Stupid.

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Buona lettura..

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«Oh, beh... me ne parlerai in un altro momento... cioè... ora sicuramente voi due avrete un sacco di cose da dirvi e io non voglio disturbare. E poi... forse è il caso che torni a casa visto che mamma pensa che io sia da Helena!» Ridley tentò invano di uscire dall'abbraccio stretto di Michael, mentre cercava una buona scusa per tornare a casa: cominciava a sentirsi fuori posto lì.

Aveva intuito che tra quella Alice e Michael ci fosse un'intesa speciale, chiunque se ne sarebbe accorto. E sinceramente, in quel momento, non le andava proprio di scoprire a cosa fosse dovuta quella alchimia tra i due.

Aveva passato la notte migliore della sua vita... perché diavolo doveva avere la sfortuna di imbattersi in una ragazza maledettamente bella che spuntava all'improvviso dal passato di Michael?

Michael, però, sembrava essere di tutt'altro parere dato che non dava segno di voler cedere.

Continuava a stringerla fin troppo forte, pur avendo capito che Ridley voleva andarsene. Ma lui non l'avrebbe lasciata, semplicemente perché aveva intenzione di mettere subito le cose in chiaro con lei riguardo ad Alice. Non sapeva esattamente perché, ma temeva davvero che Ridley potesse essere gelosa di Alice e lui non voleva proprio che litigassero. Ridley era importante per lui, esattamente come lo era Alice. Solo che Ridley lo era in un modo del tutto diverso e che ancora non riusciva a spiegarsi, o forse non voleva spiegarsi.

«No, no... aspetta ancora un po'. Voglio che tu ed Alice vi conosciate e diventiate amiche» esordì il ragazzo, usando la prima scusa che gli venne in mente. E poi non era davvero una bugia, lo voleva davvero.

«Michael io non credo che...» Ridley tentò di dire qualcosa, ma Michael la interruppe, avvicinando le labbra al suo orecchio, con il preciso intento di non farsi sentire da Alice:

«Ehi, piccola... io e te abbiamo fatto l'amore stanotte... pensi davvero che ora ti lascerò andare così?» sussurrò, la voce calda che tanto le piaceva. Ridley avvampò immediatamente, guardando Alice e temendo che avesse sentito. Quest'ultima in realtà non aveva capito cosa Michael le avesse detto, ma poté facilmente intuirlo dall'espressione della ragazza. Ridley le sembrava davvero molto dolce e simpatica. Le sarebbe piaciuto conoscerla e farla sentire maggiormente a suo agio nonostante Michael fosse così idiota a volte. Ma d'altronde... chi meglio di lei sapeva quanto fosse difficile capire Michael Clifford?

La frase di Michael, tuttavia, ottenne solo l'effetto di agitare maggiormente Ridley, che si dimenò con più energia, fino a sciogliere l'abbraccio. Fu allora che, quando Mike la lasciò andare e lei si voltò verso di lui, si guardarono finalmente negli occhi.

Michael aveva detto davvero "io e te abbiamo fatto l'amore"? Lo aveva detto sul serio o lo aveva solo sognato? E soprattutto... cosa intendeva dire? Per lei dire "fare l'amore" era molto diverso dal dire "fare sesso". Non erano forse due cose ben distinte? Insomma... che diavolo gli era preso?

Michael deglutì improvvisamente preoccupato. Aveva detto quella cosa solo per convincerla, ma forse aveva usato le parole sbagliate. Come gli era venuto in mente di dirle che... avevano fatto l'amore?

«Avanti, Ridley... mi piacerebbe conoscerti meglio. Resta un po' con noi... a quanto ho capito Michael ti deve parlare del suo passato oscuro e non vorrei mai perdermi questo momento!» Fu Alice a rompere la tensione, sorridendo sarcasticamente a Michael e facendo voltare Ridley. Il ragazzo fulminò la sua migliore amica con lo sguardo. Sapeva che Alice non se ne sarebbe stata zitta.

«Ma che diavolo... non è un passato oscuro! Voglio solo dire a Ridley perché sono venuto in questo paese e capire anche perché tu sei qui, Ali!» la riprese. Alice sbuffò divertita e si avviò in salotto, guardandosi intorno. Gli zii di Michael avevano una casa decisamente di classe, arredata con mobili antichi uniti ad oggetti moderni che creavano un effetto che le piaceva particolarmente. Immaginava che l'unico ambiente in contrasto con quella casa in stile vittoriano dovesse essere la stanza di Mike. Ricordava quella in cui avevano passato insieme tanti pomeriggi a studiare o a parlare dei loro problemi. Quella camera costantemente in disordine, con le pareti non più bianche e un inutile letto a castello il cui materasso inferiore era usato da Michael solo per buttarvi con poca grazia i vestiti che era troppo pigro per riporre nell'armadio, ammassati insieme a milioni di pupazzi che lei gli aveva regalato. Fu invasa da un senso di nostalgia ripensando a quei momenti.

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