Karma

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Sono le due di notte, il cielo è sereno, nessuna nuvola copre la mia Adorata, ed io, godendo del suo argenteo splendore, posso ammirare questa terra di dannati sopra cui svetta intoccata questa guglia di metallo. Il dolore che pervade questo regno di disperati mi trasmette solo rammarico ma forse un uomo dotato del dono della fede andrebbe oltre, arrivando a pensare che questa sia la valle di lacrime che l'Onnipotente ha riservato a noi anime corrotte.

Da piccola immaginavo che la chiesa nella piazza centrale fosse l'edificio più alto di tutta la città, come se gli uomini l'avessero costruita così alta per permettere alle preghiere di raggiungere direttamente le orecchie di Dio, ma mi sbagliavo, lo è l'edificio su cui sono posizionati i ripetitori: la vecchia filiale.

Avevo solo 7 anni quando la vidi bruciare per ordine del nuovo regime. Molti dicevano che sarebbe iniziata un'epoca nuova, migliore...quanto si sbagliavano! Una sola decade è passata prima che tutto andasse nuovamente in malora ed ora come allora ho visto qualcosa bruciare, ma questa volta è stata l'umanità stessa! l'umanità della gente, abbassatasi al suo stato più marcio e corrotto, l'umanità delle forze dell'ordine: eroici uomini senza macchia pronti a difendere i più deboli...se questo non va contro i propri interessi, ovviamente. Ma prima di tutto ciò ho visto bruciare la mia umanità, persa tra le nebbie del dolore e arsa tra le fiamme dell'odio.

Ed ora, che non riesco più tornare alla mia vecchia vita, me ne sto qui su questo tetto aspettando il momento più propizio per uccidere. Ma forse è giusto che io sia imprigionata in questo stato, me ne sono accorta solo quando sono arrivata a dirmi che quel mostro che vedo allo specchio non ero io.

Li vedo camminare in fila indiana, avvolti nei loro abiti neri come la notte si sentono sicuri, si sentono i più forti. Sono i cacciatori, sono i mostri che sbranano la gente. Tuttavia io posso vederli nelle tenebre che loro tanto adorano, e posso udirli nel silenzio tombale che li accompagna nel loro agire. Loro sono i cacciatori ma stanotte saranno le mie prede.

Salto dalla cima, atterrando senza far rumore sulle tegole tre o quattro piani più in basso, vedo quattro di loro entrare nel magazzino mentre altri due si fermano all'entrata stando di guardia. Salto verso il tetto del magazzino, mentre sono a mezz'aria sento defluire l'energia che stavo direzionando verso le gambe e in un istante mi trovo a precipitare. Spalanco gli occhi, il mio cuore perde un colpo. Atterro pesantemente sulla scala di emergenza, il suono metallico fa da esca per quei sadici mastini, mi rimetto in piedi e mi tengo la spalla su cui sono atterrata. Mi passerà in fretta se riesco a riprendere il controllo dell'energia prima di essere ammazzata. Sento che si avvicinano, i loro passi sono pesanti e svelti, devono essere sicuri di non poter essere fermati. Salgono le scale antincendio facendo a gara tra di loro

<<Questa volta tocca a me! Hai guadagnato già troppi anni!>>

<<Se sei troppo lento non guadagnerai mai niente!>>

Che schifosi esseri. Si fermano alla fine delle scale e si guardano intorno, chiedendosi dove io sia finita. Con un salto piombo su uno di loro, conficcando i miei artigli nella sua schiena: sento le lame che affondano a fatica, un urlo rabbioso viene lanciato dalla mia vittima, sorrido ma non sono ancora soddisfatta! Devono implorare pietà! L'altro si volta a guardarmi e subito dopo mi si fionda addosso. Prendo a ringhiare come un cane affamato e lasciando gli artigli mi chino dandomi una spinta contro il mio assalitore, lo atterro e faccio fluire l'energia nelle braccia; inizio a prenderlo a pugni in pieno viso con ferocia inaudita, voglio vederlo inginocchiarsi ai miei piedi! Deve supplicarmi di smettere! Deve diventare un coniglio impaurito! Gli tiro un pugno, un altro ancora e ancora uno

<<Fallo! AVANTI! DIMMI DI SMETTERE!>>

Gli urlo con foga. Ma lui ride. Lo sto uccidendo a forza di pugni e lui mi ride in faccia!

Abate del terroreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora