La morte bianca

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<<Rintracciato intruso nella Z.O.! Ci muoviamo per abbatterlo!>>

La voce del "capitano" mi avverte dalla ricetrasmittente. Questa situazione è patetica! Sono superiore a lui in tutto, tranne che nel sangue! Perché dovrebbe guidarmi lui?! Io sono più capace! Digrigno i denti, respiro profondamente e cerco di calmarmi

<<Il Re?>>

<<È con il Cardinale. Tieni gli occhi su di noi!>>

Esclama sapendo che, se fosse per me, terrei d'occhio solo il Re. Come biasimarmi? Si allarmano per un coniglio e ci corrono tutti dietro. Che banda di idioti.

Attivo lo zoom della visiera e osservo attentamente il Re. È rimasto tranquillo a parlare con quello strano essere. Il suo modo di fare e di comportarsi non cambia mai, neanche nelle situazioni di pericolo. Se dovessi scegliere tra salvare lui e altri cento di quegli altri non avrei certo di che pensarci. Perciò meglio se osservo lui.

Dalla ricetrasmittente sento un gorgoglio fastidioso e poco dopo uno degli uomini che esclama

<<Sta buona!>>

Ma che succede...c'è davvero qualcosa di pericoloso?

<<Io non sono...un cane!>>

Una voce femminile esclama queste parole, poi un'interferenza chiude le comunicazioni con quell'unità. La ricetrasmittente si trova nell'elmo, anche un proiettile avrebbe poche probabilità di distruggerla.

Sento un ringhio, come quello di un cane. Sposto lo sguardo verso la zona boscosa. Tre cadaveri giacciono al suolo, uno dei quali ha la testa fracassata. Vedo l'immagine residua di qualcuno. Uno spostamento simile l'ho visto solo nelle riprese delle mie sessioni di addestramento...

Eccola poco più ad Est la figura incappucciata artefice del massacro, mentre uccide gli ultimi due soldati. I miei occhi si spalancano per l'incredulità...non sarà che ho trovato un altro possessore di Iride?!

Imbraccio il fucile anti-materiale appoggiato a terra, prendo la mira e sparo un colpo. Il proiettile si conficca nel terreno. Non ho sbagliato, il proiettile ha mancato deliberatamente il bersaglio.

Se è davvero ciò che penso, vuol dire che non sono solo a questo mondo.

Si volta restando in ginocchio. Allontana le mani che prima del proiettile si stavano avvicinando alla testa. Il suo viso è irriconoscibile, non solo per il cappuccio, ma anche perché lo ha mimetizzato con della vernice nera. Scendo giù dalla postazione soprelevata ed esclamo

<<Non muoverti! Ho la tua testa nel mirino.>>

Mi osserva in silenzio, poi si mette in piedi lentamente e barcollando, quasi sul punto di cadere.

<<Quanto credi che possa restarci?>>

Mi chiede con voce spenta, come se fosse senza forze. Cazzo! Non voglio combattere contro qualcuno troppo indebolito.

<<Non è mia intenzione spararti ora. – Le dico avvicinandomi con prudenza – Mi lasci il tempo di parlarti?>>

<<Ho ucciso i tuoi compagni! Li ho massacrati! E tu vuoi ancora parlarmi?!>>

Esclama con improvvisa rabbia. E con la voce velata.

<<Compagni? Condividevamo solo la bandiera sotto la quale batterci. Ma tu sembri diversa.>>

<<Vattene.>>

<<Come dici?>>

Chiedo divertito

Abate del terroreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora