capitolo sette // hope

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Buongiorno un cazzo. Pensavo fosse che quell'odioso sbruffone si fosse scordato di me. Tutta questa settimana ho cercato in tutti modi di evitarlo, salivo e scendevo dalle scale d'emergenza pur di non prendere l'ascensore e trovarmelo accanto. Ma tutto questo non è servito a niente. Mi chiede perché ancora non abbia disinstallato quest'app? Quale parte malata di me mi costringe a non farlo? Quella stramaledetta foto che mi ha appena mandato il suddetto signorino mi ha mandato in pappa il cervello? Ragiona, Hope, ragiona. Sono tutti muscoli e testosterone, neanche l'ombra di un neurone. E a te non interessa il fisico, vero, Hope? Parlavo da sola. Stavo diventando matta. Ero in conflitto, la parte sana di me diceva di bloccarlo e tornare a sistemare un po' la casa che era in uno stato pietoso, visto che il lavoro mi tiene impegnata h24. La parte malata di me, vorrebbe tanto scoparselo. È da tanto che non mi faccio una bella scopata, una botta e via non ha mai ucciso nessuno. Okay, sto decisamente delirando. Cosa diamine devo fare? Qualcuno mi aiuti.

"Non che sia minimamente interessata i suoi addominali a forma di barretta di cioccolato. Le vorrei ricordare che sono già impegnata."

"Falso. L'ho appurato questa settimana quando lei cercava in tutti modi di evitarmi, la sua cara amica Meredith mi ha confidato che lei è tristemente single."

Puttana. Stronza che non è altro. Così si spiegano tutte quelle occhiatine che mi adocchiava ogni qual volta mi squillasse il cellulare o andassi a prendere il caffè dalla macchinetta. Tramava alle mie spalle. Me la pagherà.

"Sventolo bandiera bianca. Affare fatto, ci si vede stasera. Arrivederci."

"Mi abbandona così? Senza dirmi il luogo del nostro incontro."

"Meredith non ti ha detto dove abito. Strano, pensavo di avesse detto vita, morte e miracoli."

"Adesso pure del tu mi dà? Stiamo facendo passi avanti, signorina."

"Attento che ti levo le ossa e ci gioca a shangai."

"Non mi fa paura. Ci vediamo stasera, si faccia bella, mi raccomando."

Non gli risposi, però sorridevo e non riuscivo a spiegarmi il perché.

Tre grammi di te; wechatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora