Capitolo 11

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Una volta arrivati, ci accorgemmo che c'era veramente tanta gente intorno , e illuminati dalla luce verde tenue del locale che creava anche un pò di intimità anche per le coppie. Ci dirigemmo verso il banco per ordinare da bere.

-Cam, ci presti la tua carta?-chiese Irma facendo gli occhi da cucciolo.

Camille alzò gli occhi al cielo e fece per prendere la carta, ma Mauro la fermò.

-Ci penso io.

-Mi pare di ricordare che abbiamo un patto per questa sera

Io mi voltai verso i ragazzi confuso. Valentìn spiegò quello che era successo qualche giorno fa. Ci sedemmo fuori ad un tavolo con le nostre bibite. Chiesi a Camille cosa fosse successo qualche secondo fa con le sue amiche.

-Vedi, queste mie amiche, tutte le volte che usciamo sfruttano il fatto che io abbia già raggiunto la maggior età per bere. E bevono come se non ci fosse un domani. 

-Ehi, non palare di noi come se fossimo delle alcolizzate.-esclama ridendo Clara.

-Comunque, sono quella che beve di meno e mi devo sempre fare carico di loro, ma oggi mi hanno promesso che non sarà così. E quindi inizio con qualcosa di forte.

-Questa mi sembra un ottima giustificazione.-rise Valentìn

Verso le quatto del mattino, Camille era sbronza, ma abbastanza lucida ancora. Infondo aveva bevuto solo tre bicchieri.

-Chi viene a ballare?-chiese Mauro

Le ragazze sono d'accordo e ci buttammo tutti in pista. Le ragazze ballavano tra loro, ma poi Valentìn prese coraggio e invitò Emilia a ballare. Dopo di che fecero lo stesso Austin con Cala e Mauro con Irma, e quindi mi toccò combattere la mia timidezza e invitare Camille. Lei era allegra per via dei tre bicchieri. Il suo corpo si muoveva a ritmo della musica e i miei occhi non potevano smettere di seguire ogni movimento che faceva.

Con un gesto repentino, Camille si avvicina a me, facendo scontare i nostri corpi.

-Andiamo Paulo. Ora o mai più.

Iniziare a muovermi anche io, portando le mani sui fianchi, mentre le sue mani mi accarezzavano i capelli. Stare così con lei, qualcosa si accende in me, qualcosa che non conosco. Spostai i suoi capelli per poterle dire qualcosa all'orecchio.

-Sei bellissima stasera, Cam.

Dopo le mie parole, lei mi fissò intensamente.

-Anche tu, Paulo.

Prese il mio viso tra le mani e mi diede un bacio sul naso.

-Il naso?-feci-Non era meglio da un altra parte?

-Dove?

-Una guancia?

-D'accordo, ma prima accompagnami a sedere un momento.

La tenni per i fianchi per non farla cadere, e tonammo al tavolo di prima. La aiutai a sedersi e lei mi fissò.

-Hai degli occhi così belli.-disse-Sono così unici.

Mi sentii volare in cielo.

-E di più, sono di un bellissimo azzurro cielo. Non mi stancherò mai di guardarli, y potrebbe diventare il mio nuovo hobby.

Quelle parole fecero saltare il mio cuore di felicità. Un sorriso appare sul mio volto e la voglia di baciarla si impossessò della mia mente.

-Credo che l'alcool ti renda poetica.-dissi

-Per i tuoi occhi diventerei una poeta.-si morse il labbro guardandomi

Ascoltare quelle parole mi fecero avvicinare inconsapevolmente a lei, e lei stava facendo lo stesso. Ma ad un certo punto mi bloccai.

-Perché ti ritrai?-mi chiese lei triste

-Perché non é corretto con te in queste condizioni. Sei ubriaca e non ti ricorderesti nulla domani.-risposi.-Vieni, ti accompagno al tuo appartamento.

Azul Cielo [Paulo Londra]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora