Quando, tre giorni più tardi, mi ritrovo di fronte alla porta in legno bianco dell'aula, mi domando se effettivamente sia il caso di entrare.
Insomma, potrei trovarmi qualche altro passatempo, o potrei semplicemente godermi le mie vacanze, senza bisogno di stravolgerle stando a contatto con un tale piantagrane.
Tuttavia, una stridula vocina alle mie spalle mi fa sussultare.
«Lorraine, vedo che sei in orario, stavolta...», Marylin mi posa una mano sulla spalla, mentre da un'occhiata al suo orologio da polso. «Beh, in anticipo, oserei dire...»Sorride soddistaffa, e mi vedo dunque costretta ad accantonare l'idea di abbandonare il corso.
Non ancora, perlomeno.Gira la maniglia e fa il suo ingresso nell'aula, così la seguo.
«Oh, vedo che qualcuno ti ha preceduta!», esclama Marylin.Per una frazione di secondo non capisco cosa intenda, ma non appena varco la soglia non ho più alcun dubbio: al solito banco, proprio il fondo all'aula, Newt è accasciato sulla sedia, che ci scruta con aria indagatrice.
«Buongiorno, Newt!», lo saluta Marylin spumeggiante come suo solito.
Per tutta risposta, il burbero si limita ad alzare la mano con un sorriso di sbieco.A quanto pare per Marylin questo è in grande passo, perché canticchia a labbra serrate una melodia che non conosco.
Palesemente controvoglia, mi avvio verso il mio posto, anche se la tentazione di fregare il banco a qualche altro compagno è piuttosto forte.
Controllo l'orario sul mio telefono: in effetti, mancano ancora dieci minuti buoni all'inizio del corso.Decido di trascorrerli in completo silenzio, giocherellando con i lacci della mia felpa e gustandomi una gomma da masticare.
«Non si saluta?», domanda Newt senza nemmeno degnarmi di uno sguardo.
«Ma senti chi parla!», rido fintamente divertita.
Finalmente si volta a guardarmi: non deve essere sveglio da molto, perché gli occhi neri sono ancora piuttosto assonnati e contornati da una leggera nota bluastra.«E poi, mastica con la bocca chiusa. Sei fastidiosa...», continua con quell'atteggiamento sprezzante, il che mi fa imbestialire.
D'istinto, mi avvicino a pochi centimetri dalla sua bella faccia tosta, e mi metto a ruminare il più rumorosamente possibile.
«Oh, scusa...», inarco le sopracciglia con fare sarcastico, fingendo di non sentire le risatine che provengono da Marylin.Lui non sembra particolarmente scosso, anzi... Rimane a fissarmi con quell'aria da timorato di Dio per una manciata di secondi, poi qualcosa scatta in lui.
Per la prima volta, infatti, compare sul suo viso un abbozzo di sorriso.
Intravedo i denti, bianchi e perfettamente allineati, mentre sulle guance e proprio sotto gli occhi gli si formano delle insolite fossette.La cosa mi lascia decisamente turbata, dal momento che di certo non mi aspettavo una reazione del genere.
Scuote la testa. «Quanto sei prevedibile!», ricomincia a stuzzicarmi, e opto così per non provocarlo ulteriormente, almeno fino a che non sarà lui a cominciare.
Gli altri, poco a poco, arrivano e prendono posto.
La ragazza al mio fianco è l'ultima a fare il suo ingresso, e mi saluta con fare gentile.
«Oh, ciao!», ricambio il saluto.
«Oggi sembra più di buonumore del solito, non credi?», domanda lei...
«Ah, dici?», corrugo la fronte. «Insomma, a me sembra sempre il solito scorbutico», le susurro per evitare di farmi sentire dal diretto interessato.
Chloe pare confusa... «Aspetta, come?», poi sembra collegare. «Oh no... Perdonami, mi stavo riferendo a Marylin», ridacchia indicandomela.L'imbarazzo si palesa sul mio volto, ma cerco di mascherare il tutto. «Oh, sí, guarda che sorrisone smagliante!»
Marylin si mette comoda sulla sua scrivania, prelevando da terra una tela dalle dimensioni notevoli che suscita un certo interesse tra i compagni.
«Questa sarà la tela che consegnerò ad ognuna coppia una volta che il vostro progetto sarà pronto!», strilla esaltata.Dopodiché balza giù dall'imponente banco, per poi estrarre dallo zaino una serie di tele di un formato parecchio più ristretto.
«Per una questione di comodità, vi consiglio di cominciare ad esercitarvi su queste... Vedrete che sarà di gran lunga più semplice!»La classe annuisce, mentre Marylin comincia a distribuire le tele a ciascuna coppia.
La ringrazio, quando ce ne porge una.Ovviamente, Newt non presta attenzione, e ancora più ovviamente, non sembra intenzionato a collaborare.
È allora che mi viene l'ennesima illuminazione: giocherò al suo stesso gioco.
Allontano la tela facendo spazio sul mio banco, mi accascio su di esso, mi porto il cappuccio sulla testa per nascondermi e fingo di fare un bel pisolino.Percepisco Newt lasciarsi andare ad una risatina.
«Non c'è bisogno di mettere su questo teatrino, Lorraine», mi avverte, ma decido di non cedere.
Mi picchietta la spalla con le dita, e mi scuoto d'istinto.
«Non mi toccare», lo minaccio a denti stretti.
«Allora alzati!», sbuffa. «Ti stanno guardando tutti...»Mi sollevo, voltandomi di scatto.
«Non sembrava un problema per te, l'ultima volta, quando mi hai umiliato di fronte a tutta la classe!»
Ride di nuovo, e la cosa comincia davvero ad inquietarmi.
Non lo capisco, un attimo prima è un presuntuoso insopportabile, l'attimo dopo sembra spassarsela come non mai.«Beh, tremila dollari non mi fanno di certo schifo. Avanti, concentrati sul progetto...», mi dice indicando la tela.
Sbatto le palpebre più volte, per accertarmi del fatto che questo non sia uno strano sogno.
Forse, mentre riposavo sul banco, sono finita per addormentarmi sul serio!«Hai intenzione di scaricarmi tutto il lavoro, giusto?», indago, ma lui scuote la testa.
«Le tue doti artistiche lasciano piuttosto a desiderare, Salice Piangente, quindi direi che l'incarico del disegno spetterà a me...», mi sbeffeggia piombando nuovamente nell'asprezza.Alzo gli occhi al cielo. «Quando sarà finita questa storia?»
Fa spallucce. «Comunque, io sarò la mano. Tu la mente. Inventati qualcosa...»Comincia a fissarmi come se si aspettasse che da un momento all'altro io possa mettere insieme i pezzi per elaborare un'idea sensazionale.
«Non posso concentrarmi, così!», strillo esasperata.
Per tutta risposta, lui alza gli occhi al cielo.
«Dannazione, come hai potuto pensare che potessi scaricare tutto il lavoro su di te, se alla fine devo pensare io anche la tua parte?», sbuffa innervosito, mentre io mi stringo nelle spalle.Butta giù qualche idea, ma nessuna, a dir la verità, mi entusiasma.
Quasi tutti gli altri ragazzi, nel frattempo, sembrano già a buon punto: chi scarabocchia su un'agenda per appunti, chi invece fa dei tentativi sulla tela.«Potremmo inventarci un racconto strappalacrime su un maltese che perde la strada di casa», lancia l'ennesima proposta, ma con scarsa convinzione.
Lo guardo di sbieco... «Un maltese? Ma fai sul serio?»Il pensiero di uno come Newt che racconta della scomparsa di un cucciolo di fronte al preside mi fa esplodere in una risata omerica.
«Oh, allora sai anche ridere...», commenta scarabocchiando distrattamente la tela a matita, per poi cancellare il tutto rapidamente.Spalanco gli occhi: «Ti rendi conto che sarei io a doverti farti notare la cosa?»
Sorride di rimando, ma non risponde.L'atmosfera divertita si attutisce, e passiamo il restante tempo a spremerci le meningi per riuscire a metterci alla pari con gli altri ragazzi. Niente da fare.
Una volta scaduto il nostro tempo, faccio un cenno col capo a Chloe, che si dimostra essere più simpatica del previsto, e mi volto per rivolgere un saluto anche a Newt, che però pare essersi volatilizzato.
Infatti, mi ha preceduto: è alla porta, così lo seguo.
Sto per varcare la soglia, e ciò che vedo mi lascia interdetta.Arretro, nascondendomi proprio dietro lo stipite della porta.
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Teen Fiction"Prezioso? Trovi davvero che il tempo sia prezioso?", sbuffò in una risata. "Il tempo sa essere tremendamente rancoroso, quando vuole". Allora non potevo capire il senso delle sue parole. Di conseguenza, come è possibile che quest'ultime siano rima...