Ruch Randa

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Mirae si mosse, sentendo la testa pulsare. Era come uno dopo sbornia, grugnì infastidita.

-Dici che è sveglia?- chiese una voce profonda.

-Bho. Però si muove, quindi è viva- aggiunse una voce più delicata.

Mirae non riuscì a riconoscerle. Si mosse di nuovo, portandosi dritta e sbattendo varie volte le palpebre. Il muri di quella stanza erano bianchi, era totalmente spoglia fatta eccezione per il suo letto e il tavolo di plastica con due sedie poco distante.

Proprio su di esso c'erano due ragazzi, che lei mai aveva visto. Erano giovani, potevano avere la sua età o forse essere di poco più grandi. Il primo che attiro il suo sguardo, fu quello con i capelli grigi, aveva i tratti del viso così delicati e dolci, pareva un angelo, talmente fosse bello. Il moro accanto a lui, non aveva nulla da invidiargli, se non fosse stato che aveva dei tratti infantili ancora sul viso.

-Si, è sveglia- disse quest'ultimo. Le sorrise.

-Incredibile è calma- rispose quello dal viso d'angelo, la sua voce profonda e roca era un gran contrasto.

Mirae iniziò a realizzare, era in un posto a lei sconosciuto, con due ragazzi che mai aveva vista in vita sua. Si portò seduta, sgranando gli occhi e urlando subito dopo.

I due chiusero gli occhi, stringendosi nelle spalle. -Dovevi stare zitto- disse il moro al grigio, guardandolo malissimo.

La porta della camera si aprì di scatto, rivelando un ragazzo alto dai capelli castano scuri. I suoi occhi scrutarono preoccupati la stanza, soffermandosi ai due ragazzie poi a Mirae, che urlò nuovamente.

-Ehy. Jimin non scherzava quando diceva che era peggio di Pavarotti- disse il ragazzo dai capelli grigi indicandola.

Mirae si fermò si scatto, portando i suoi occhi a lui. Jimin?

La sua testa seppur dolorante, iniziò a riportare a galla gli eventi della sera precedente, dato subito un volto al ragazzo che si chiamava Jimin. L'arancione, dalle belle labbra.

-Dov'è? Io dove sono? Chi siete voi?- Mirae spostò lo sguardo spaesata, non capendo nulla.

-Okay, cerca di calmarti, va tutto bene- le disse il castano sulla porta, provando a muovere dei passi verso di lei e sorridendole fiducioso.

-Non un altro passo- gli disse lei minacciosa.

-Non devi preoccuparti di nulla- continuò lui, non fermandosi e istintivamente la mano di Mirae si mosse, alzando il vestito che ancora portava addosso e prendendo la pistola, che era ancora sulla coscia destra. Senza indugiò la tirò fuori, facendo scattare la sicura e portandola contro il castano, che s'immobilizzò sgranando gli occhi.

I due ragazzi al tavolo imprecarono, alzandosi di scatto.

-Non osare muovere un altro passo verso di me. Nessuno di voi tre- disse seria lei.

Sakura flower// Park JiminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora