9. Sei gelosa, Harper?

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Non so come diavolo mi sia passato per la testa di aprire la porta con solo un asciugamano minuscolo intorno al corpo.

Lo vedo lo sguardo di Thomas e il bello è che non posso neanche arrabbiarmi con lui. Qualsiasi uomo con gli ormoni funzionanti e che prova attrazione nei confronti di una donna avrebbe quello sguardo e io non mi sto aiutando: ho deciso che non cederò al suo fascino, anche se mi provoca sogni a luci rosse, e poi non faccio altro che provocarlo. Devo darmi una calmata, altrimenti qui finisce male.

«Non ti dispiace se vado a vestirmi, vero?» Gli chiedo, una volta che si è accomodato in salotto, con il sacchetto della cena ancora in mano.

È sempre stato così carino, o nelle ultime dodici ore è addirittura migliorato? Persino le leggere ombre sotto gli occhi mi sembrano incredibilmente attraenti, il che significa che sto uscendo fuori di testa perché fino a qualche tempo fa per me l'uomo doveva essere perfetto. Non so perché ma Thomas è così umano, così consapevole dei suoi limiti che mi sembra diverso da tutti gli altri. Persino Michael inizia a non reggere il confronto e dire che ai suoi bicipiti manca soltanto la parola per quanto sono perfetti.

Cosa mi sta succedendo?

Dov'è finita la ragazza che non vedeva mai lo stesso ragazzo per più di una serata?

Un sorrisetto impertinente increspa le labbra del mio collega e io cerco con tutta la concentrazione che ho di ignorarlo, per non rischiare l'autocombustione e decidermi a togliermi questo ridicolo asciugamano di dosso una volta per tutte e chiedergli di farmi sua sul pavimento.

«In realtà a me va benissimo anche se rimani così, ma immagino che non sia un outfit molto comodo per te».

Misericordia! Ci mancano solo le sue allusioni. Devo sbrigarmi ad andare a vestirmi.

«Infatti!» Preciso rapida. «Dammi solo due minuti. Tu mettiti pure comodo, poggia la cena in cucina e fai come fossi a casa tua!»

Non finisco nemmeno di parlare che mi chiudo in camera, butto l'asciugamano sul letto e inizio a cercare vestiti alla rinfusa. So che sono a casa mia, quindi una tuta e una felpa potrebbero andare benissimo ma non voglio sembrare sciatta. C'è un ragazzo tremendamente carino di là e io non posso presentarmi vestita da gattara. Alla fine, scelgo un paio di autoreggenti nere, un vestitino verde bosco e lego i capelli con un fermaglio, sperando che regga la quantità enorme dei miei ricci. Non male, manca solo una passata di rossetto e l'immancabile mascara, poi posso tornare a fare la padrona di casa perfetta.

Quando torno in salotto, di Thomas non c'è traccia. Ha lasciato la cena sul tavolo della cucina come gli ho suggerito ma lui non c'è. Che si sia stufato di aspettare ed è tornato a casa?

No, Thomas non andrebbe mai via senza avvisare. È troppo educato, troppo a modo per tagliare la corda così e questa è un'altra cosa che mi piace di lui. Non sono abituata a ragazzi così pieni di buone maniere, in genere se ne vanno in piena notte, dopo aver ottenuto quello che vogliono. Anche mio padre la prima volta che è sparito dalla nostra vita, se ne è andato come un ladro, lasciando un post-it a mia madre e nemmeno una parola di affetto alla sottoscritta. Forse è per questo che apprezzo così tanto che Thomas sia così leale.

«Tom?» Chiamo, avviandomi per il corridoio.

«Sono qui.»

La voce proviene dal mio piccolo studio e un brivido percorre la mia schiena.

Quando lo raggiungo, tutti le mie paure sono confermate. Lo trovo intento ad analizzare i miei bozzetti, che ho stupidamente lasciato incustoditi sulla scrivania e non nel solito cassetto. È affascinato da quello che vede, ha lo sguardo rapito e io vorrei sprofondare per la vergogna.

Di' Sì al Testimone - Bridal Series #2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora