Prologo

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La gente che considerate la vostra famiglia vi picchierebbe?

La gente che voi considerate la vostra famiglia vi renderebbe schiavi di qualcuno?

Avete mai perso la fiducia in voi stessi?

Avete mai perso la voglia di vivere?

Avete mai perso la speranza di andare avanti?

Io non ho più nulla di queste cose. La mia famiglia è morta. L'unica persona che consideravo come un fratello è stato esiliato a causa della sua troppa premura verso di me. Il branco di cui faccio parte è la mia casa, anche se non lo vorrei. È l'unica cosa che mi resta. Non ho un motivo per andare avanti. L'Alfa è crudele, odia le donne che non si sottomettono al suo potere. Nel branco, siamo in tanti a vivere nelle stesse condizioni; io sono la più giovane, ho solo vent'anni. La maggior parte delle donne è sottomessa dagli uomini, dal Beta e dallo stesso Alfa.

Ci maltrattano, ci picchiano, ci insultano. Sanno essere veramente crudeli. Perfino la notte non riusciamo ad avere sogni tranquilli. Siamo degli schiavi.

Dormiamo nel seminterrato della villa del branco, che accoglie tutto il branco. Essa è il cuore pulsante della nostra comunità. La vita e la continuazione della nostra linea di sangue non avvengono tramite il legame sacro tra lupi, quello che ci concede la Dea Luna. No, per nulla. Qui regnano la violenza e lo stupro. Pochi hanno trovato i loro compagni, ma chi non vuole essere ucciso deve nascondere il proprio legame. Qui non deve esistere.

Ogni giorno è una lotta per sopravvivere, per non crollare sotto il peso della disperazione. Guardiamo l'Alfa e i suoi luogotenenti con occhi vuoti, consapevoli che qualsiasi ribellione verrebbe schiacciata senza pietà. L'aria è pesante, carica di paura e di rassegnazione. Ogni tanto, qualcuno tenta di scappare, di trovare una via d'uscita da questo incubo, ma viene sempre riportato indietro, ancora più maltrattato di prima.

Il seminterrato è freddo e umido. Le pareti trasudano umidità, e l'oscurità è interrotta solo dalle deboli luci che filtrano attraverso le grate. Ci stringiamo l'uno all'altro per cercare calore e conforto, ma è difficile trovare consolazione in un luogo così desolato. Ogni angolo della villa è sorvegliato, ogni movimento controllato. Non abbiamo alcuna privacy, alcun momento di pace. Ogni respiro è un promemoria della nostra condizione di schiavitù.

Il mio corpo porta i segni delle percosse e degli abusi. Le cicatrici sono profonde, non solo sulla pelle, ma anche nell'anima. Mi sveglio ogni giorno con il peso della paura e della rassegnazione. Ogni notte, chiudo gli occhi sperando che il sonno mi porti via, anche solo per un po', da questa realtà infernale. Ma i sogni sono pieni di incubi, popolati dalle ombre dei miei aguzzini.

Tuttavia, in fondo al mio cuore, c'è ancora una scintilla di speranza. È piccola, quasi invisibile, ma è lì. Mi aggrappo a essa con tutta la forza che mi resta. Sogno una vita diversa, una vita senza più sofferenza. Sogno di poter camminare sotto il cielo stellato senza paura, di poter respirare liberamente senza il peso dell'oppressione.

Ogni tanto, quando sono sola, chiudo gli occhi e immagino un mondo diverso. Un mondo dove la Dea Luna ci guida con amore e giustizia, dove i legami tra lupi sono sacri e rispettati. Un mondo dove possiamo essere liberi di amare e di vivere senza paura. Mi aggrappo a questa visione come a un'ancora di salvezza. Forse un giorno, qualcuno troverà la forza di ribellarsi, di sfidare l'Alfa e di portare la libertà al branco. Forse un giorno, sarò libera.

Fino ad allora, sopravviverò. Sopravviverò con la speranza che un giorno questo incubo finirà. Sopravviverò per onorare la memoria della mia famiglia, per il fratello che ho perso. Sopravviverò per tutti quelli che non hanno più la forza di farlo. E un giorno, forse, troverò la mia strada verso la libertà.

Questa è la mia storia. La storia di una giovane lupa che lotta contro l'oscurità, che cerca la luce anche nei momenti più bui. Questa è la storia di una speranza che rifiuta di morire, anche quando tutto sembra perduto.




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