Capitolo 5 - L' abbraccio della notte

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Il regno di Darik era caduto come un castello di sabbia spazzato via da una semplice soffio d'aria fredda.

Nella sala del banchetto ormai, l'aria circostante era rarefatta piena di potere sprigionato dall' Alpha. I respiri tremanti e profondi delle persone rimaste all'interno della sala rompevano il silenzio, che sembrava essere l'unica cosa rimasta intatta. La presenza dell'Alpha della Notte e del Gelo, un essere la cui aura era quasi tangibile, riempiva ogni angolo della stanza. Gli uomini di Darik, guerrieri temibili e ferroci rimasero pietrificati, esattamente come il loro ex leader, ridotto a una fredda statua di ghiaccio. Nei loro occhi non c'era solo la rassegnazione silenziosa, ma anche una nuova forma di rispetto, diretta al loro nuovo Alpha. Un rispetto nato dalla paura, dalla consapevolezza che questo nuovo leader aveva preso il controllo senza spargere una goccia di sangue, anche se aveva promesso che il sangue avrebbe irrigato quella terra.

Jasper, il beta giovane ma esperto guerriero, era  ancora inginocchiato davanti all'Alpha della Notte e del Gelo, con il cuore pesante e lo sguardo sollevato con lentezza. La sua mente era un turbine di emozioni contrastanti. "Alpha Darik era crudele, ma non meritava di morire così. Non è una morte degna per entrare nel regno della Dea," disse con un filo di voce, cercando di non tradire la sua paura.

"Non capisci, giovane Beta," rispose l'Alpha della Notte e del Gelo, la sua voce profonda e glaciale come il vento del nord. "Io sono Notte e Freddo, sono colui che porta il gelo della morte ai suoi nemici. La dignità? Non era una cosa che il tuo Alpha comprendeva. Io rispetto a lui, seguo il sentiero che mi mostra la Dea nel buio. Il mio dovere come Alpha è proteggere le stelle, loro affidano a me i loro sogni e preghiere." Le parole erano pronunciate con una tale intensità e sincerità che sembravano risuonare nella sala, come se fossero state scolpite nella pietra.

Jasper abbassò lo sguardo, il suo cuore era un misto di paura e ammirazione per quell'essere che sembrava oltrepassare i confini del mondo dei vivi. "Alpha, non intendevo offendervi, volevo solo—"

"Nok nå (Adesso basta)," lo interruppe l'Alpha, con un tono tagliente. " Seguimi, se vuoi conoscere il sentiero della notte. Altrimenti, aspetta il sorgere del sole e vedrai come il ghiaccio si scioglie senza una guida." L'ordine era chiaro, la scelta di Jasper non lo era meno.

Il cuore di Jasper batteva forte, tra la paura e l'adrenalina che gli scorreva nelle vene come un fiume in piena. Ma non c'era più incertezza nel suo animo. Aveva fatto la scelta giusta, e lo sapeva. Doveva seguire quelle fredde tenebre, quell'essere potente e misterioso che dominava la stanza con una facilità disarmante. Era l'unica via per la sopravvivenza del branco. La battaglia sarebbe stata inutile, un suicidio confermato e la prova era davanti a lui. Il suo vecchio Alpha, congelato in un'espressione di rabbia e impotenza, era la chiara testimonianza che non c'era mai stata una possibilità di vittoria.

Ma non tutti erano pronti ad accettare questo nuovo ordine. Agnes, una donna astuta e dal cuore di pietra, era l'unica rimasta fedele a Darik fino alla fine. Era riuscita a fuggire prima che la situazione precipitasse. Con una lentezza calcolata, si era allontanata dalla sala, i suoi occhi si spostarono dalla figura congelata di Darik a me. La sua espressione era indecifrabile, un misto di odio e desiderio di potere ardevano dentro di lei. Sapeva che il tempo del vecchio regime era finito, e che un nuovo ordine stava per essere instaurato. Ma nonostante tutto, una parte di lei non era pronta a lasciar andare tutto questo. Un'avida come Darik, non poteva accettare di vedere il potere scivolarle tra le dita così facilmente.

Io ero tra le braccia robuste dell'Alpha era sospesa tra realtà e illusione, tra sogno e veglia. Ero nel limbo. I miei sensi, anche se stanchi e rallentati, erano ancora vigili. Sentivo la tensione nell'aria, la paura che non smetteva di circolare nel mio corpo, era presentante tanto da farmi tremare.

L'Alpha della Notte e del Gelo mi teneva stretta, come se tra le mani avesse la cosa più preziosa al mondo. Era uscito dalla sala e si avvicinava all'uscita della villa, ogni passo che faceva sembrava trasportare con sé un'ombra di gelo, come se l'ambiente stesso stesse reagendo alla sua presenza. I suoi Beta lo seguivano in silenzio, mantenendo la stessa dignitosa compostezza del loro leader, anche gli uomini venuti con lui erano addestrati per seguirlo senza fare domande.

"Frykt ikke kulden, fawn (Non temere il freddo, cerbiatto)" mormorò l'Alpha, nella sua lingua a me incromprensibile, ma avevo capito che erano rivolte a me a rassicurarmi comunque. Il cielo notturno era scuro, senza nubi che coprissero la luna. Essa brillava alta, luminosa, come se volesse guidare l'Alpha lungo il sentiero tra i rami e gli alberi. "Ikke frykt natten (Non temere la notte)" aggiunse, "io ti darò calore e protezione."

Le parole dell'Alpha erano avvolte da un'aura di mistero e potere. L'Alpha della Notte e del Gelo si fermò all'interno del bosco, guardandomi con i suoi occhi azzurri sembravano vedere dentro la mia anima. Mentre la teneva stretta tra le sue braccia, rilasciava un calore che contrastava con la fredda aura che lo circondava. La sua espressione, prima impassibile, si ammorbidì leggermente, come se per un istante il ghiaccio che circondava il suo cuore si fosse sciolto. Il tepore delle sue braccia la sollevò, dandole un conforto che non provava da tempo. Per una notte, gli incubi non l'avrebbero tormentata.

"Tu sei libera ora," mormorò l'Alpha, la sua voce un sussurro che si perse nel vento. "Non hai più nulla da temere." Ero troppo stanca per tenere gli occhi aperti e non riuscivo ancora a  comprendere pienamente il significato di quelle parole

Nel frattempo, Jasper osservava la scena da lontano. Anche se ora aveva preso momentaneamente il controllo di ciò che restava del branco del Bosco, il suo cuore era in tumulto. Si sentiva in colpa per aver abbandonato il suo Alpha, ma allo stesso tempo sapeva che non c'era altra scelta. Il futuro del branco ora dipendeva da quell'uomo misterioso, e Jasper avrebbe fatto tutto il possibile per assicurarsi che il branco prosperasse sotto la nuova guida.

L'Alpha della Notte e del Gelo si voltò verso la villa. "Questa notte, voi che siete rimasti vivi siete sotto una nuova guida," dichiarò, la sua voce forte e decisa risuonava tra gli alberi. "Da oggi, siete sotto la mia protezione. Per questa notte, rimarrete qui. Arvid, scegli con cura chi deve passare la notte qui."

"Si, Alpha Noctar," rispose Arvid, con un tono rispettoso e determinato.

"Azrath," continuò l'Alpha, rivolgendosi all' altro Beta, "assicurati che Beta Jasper ci segua fino al confine delle nostre terre. Di lui mi occuperò domani. Inizia a correre con il resto dei guerrieri, vi raggiungerò tra poco."

"Si, Alpha" rispose Azrath con entusiasmo. "Finalmente si corre un po'." Il Beta era estasiato all'idea di correre nel pieno della notte, doveva essere bello correre sotto le stelle senza preocupazioni per il domani.

E così, Beta Azrath, insieme a Jasper e agli altri guerrieri rimasti, si trasformarono e iniziarono a correre nel bosco. Era un' immagine di un sogno vedere le loro figure che si trasformavano e  muovevano rapide e silenziose tra gli alberi.

L'Alpha della Notte e del Gelo, finalmente rimasto solo all' entrata del bosco con me, si inginocchiò a terra. Con un gesto delicato, si tolse la lunga pelliccia dalle spalle e l'avvolse intorno al mio corpo semi nudo e tremante della ragazza. "Jeg vil beskytte deg, månen min (Io ti proteggerò, mia luna)," mormorò, in quella lingua misteriosa. Era una preghiera, un giuramento rivolto alla luna, alla protettrice della notte.

Finalmente, chiusi defitivamente gli occhi, lasciandomi andare all'oscurità della mente.

Ero nel bosco in uno stato dormiente, tra le braccia di un uomo non sapevo quali erano le sue intenzioni, il suo nome e per quale motivo ero tra le sue braccia. Aveva liberato un piccolo branco dalla tirannia senza uccidere nessuno se non Alpha Darik. 

Raisa e Arthur che  cosa gli succederà d' ora in poi ?

La notte era un manto silenzioso che avvolgeva qualuque cosa, abbracciava i suoi figli e li conduceva nei sentieri della natura.

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