Solo per te

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La gelosia. Uno dei difetti più grandi dell'essere più perfetto in natura, l'uomo. Un'emozione così avida da far svanire quel "perfetto" dagli aggettivi da potergli affibbiare.

Taehyung, un uomo dall'immenso fascino, stava lì: seduto su una poltroncina di velluto rosso, con in mano il suo solito bicchiere colmo di whiskey, che studiava le persone entrare dalla piccola porta in legno scuro del bar. Almeno, era quello che all'apparenza dava a vedere. Se lo si osservava con più attenzione si poteva notare un piccolo, ma importante dettaglio. Il bicchiere che teneva in mano, sembrava quasi impazzito. Ciò, voleva stare a significare, che la pressione su di esso era esorbitante. Nessuna persona osava avvicinarsi all'individuo di bell'aspetto con intenzioni diverse dall'essere "solo amici", perchè, da come aveva già annunciato parecchie volte in passato, aveva già un amante. Nessuno sapeva chi fosse ne tantomeno aveva il coraggio di chiedere al diretto interessato il nome del fortunato. Oramai era il principale argomento di spettegolezzo del bar in questione, perchè, dopo due anni di venire a bere lì regolarmente si era creato conoscenze, ammiratori e ammiratrici, ma soprattutto si era creato il soprannome di "Idolo del posto". Quel giorno i suoi occhi avrebbero incusso timore anche al più colossale della squadra di wrestling che di tanto in tanto veniva a divertirsi dopo qualche incontro importante. Per questo motivo quelle rapide occhiate che riceveva non bastavano a notare quel piccolo particolare. Nessuno si sarebbe accorto dei suoi occhi puntati sul secondo tavolo a destra dall'uscita, dove un piccolo gruppo di matricole stava studiando. Taehyung, stava lì: chiedendosi se sarebbe riuscito a stare calmo ancora a lungo. La persona con cui condivideva quell'anello al dito da tre anni, quella persona che stava spiegando chissà quali formule al tizio accanto. Divertito dal fatto che quello, non capendo ciò che il moro stesse blaterando, cominciava a fare faccie perplesse e "adorabili", come amava definire sempre, quando quelle faccie invece, le faceva lui.
Mandò giù d'un fiato tutto il contenuto del bicchiere e pose ancora più forza nelle falangi per placare il suo istinto omicida. Tra qualche attimo avremmo potuto raccogliere solo frammenti di esso. Quei due erano fin troppo vicini. Non si era mai mostrato geloso dinanzi a lui, fin troppo orgoglioso per farlo, ma stava osservando quel tipo da parecchi giorni e l'immagine che si era fatto di lui non era delle migliori. Il tempo stava scorrendo, il ticchettio dell'orogio scandiva i secondi dall'imminente disastro che sarebbe successo da un momento all'altro. I nervi di Taehyung erano a fior di pelle. Sarebbe potuto bastare un piccolo passo falso, che sarebbe esploso e avrebbe buttato all'aria la sua immagine da fidanzato "perfetto".
Erano le sette di sera e a quell'ora il bar era sempre pieno di persone casiniste, festaiole, appena uscite dal lavoro pronte a far baldoria. C'era un gran chiasso. Una gran confusione. Ma qualcosa fece calare un gran silenzio, come se si fosse azzerato il volume. Numerosi cocci di vetro erano sparpagliati per terra con un ordine impreciso e il rumore di ampi passi facevano capire, anche a chi non si era voltato per paura di intercettare il suo sguardo, che Taehyung aveva perso la pazienza. Arrivò al tavolo in una velocità tale da sbalordire tutti i presenti. Rimase un attimo a rammentare in testa le parole che avrebbe potuto dire a chi aveva osato rubare un bacio al SUO lui. Gli occhi di Jeongguk erano fissi su Taehyung che cercavano di spiegare la situazione solo con essi, perché la sua bocca, di parlare, non ne aveva alcuna intenzione. Taehyung allontanò i due, ancora fin troppo vicini, e prese la mano di Jeongguk strattonandolo fino all'uscita per poi bloccarsi davanti a essa e proferire a denti stretti solo dieci parole, lentamente, in modo da farne capire il contenuto al diretto interessato, ma anche a tutti i presenti.
"Non ti azzardare mai più a toccare il mio ragazzo".
Quelle parole furono come un secchio di acqua ghiacciata arrivato così, di colpo.
I due uscirono ed arrivarono davanti alla macchina del maggiore. La testa china del piccolo metteva in risalto la sua vergogna per il fatto accaduto poco prima.
"Ehy, guardami Guk" Taehyung richiamò la sua attenzione poggiando un dito sotto al suo mento e costringendolo a guardarlo negli occhi. "Ti prego. Non lasciarmi" scongiurò il piccolo con aria affranta." TI GIURO CHE NON ERA MIA INTENZ-"
"Non potrei mai farlo" sorrise l'altro avvicinandosi al moro, facendo appoggiare le loro fronti. "Ora, fammi riprendere ciò che è mio, perfavore" disse quasi in un sussurro prima di intrappolare le labbra del piccolo in un lento e passionale bacio. "Ma..." lo allontanò spintonandolo appena. "Adesso tutti sapranno che siamo fidanzati"
Taehyung sorrise alla faccia adorabile del suo amore.
"Ti amo Jeongguk... non voglio più nasconderlo" si avvicinarono di nuovo.  "Anch'io ti amo, ma per favore, mostrami di nuovo la tua parte gelosa. È stato divertente vedere la tua faccia rossa dalla rabbia." E una tenera risata ad accompagnare il tutto.
Taehyung sibilò all'orecchio dell'altro un "Solo per te" e chiuse la questione con un altro bacio. Poi ne arrivò un altro e un altro ancora, senza riuscire a staccarsi l'uno dall'altro.
Quella sera finirono per consumarsi le labbra...

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