Che uomini sono quelli che preferiscono la monotonia del mare? Mi sembra che siano di quelli che hanno scrutato troppo a lungo, troppo profondamente nel groviglio delle cose interiori, per non cercare in quelle esteriori una cosa sola, la semplicità.
(Thomas Mann)
Il momento in cui il sole sorgeva, non poteva che essere il migliore della giornata. Gli ricordava tanto un nuovo inizio, uno di quelli che lui sognava di avere da tanto, troppo tempo. Gli portava alla mente la convinzione che nulla era definitivamente perduto, che per quante volte il sole potesse tramontare, per quante volte potesse sparire alla vista -tanto da parere irrecuperabile-, alla fine tornava sempre, fiero come ogni mattino, mai stanco e mai diverso.
E rimuginando su certi pensieri, Eren non poteva che guardare il cielo tingersi pian piano dei chiari e pallidi colori del rosa pastello, mentre la timida palla infuocata faceva capolino all'orizzonte.
Gli capitava spesso di rimanere a contemplare quel momento particolarissimo della giornata, durante il quale il manto stellato lasciava spazio ad una nuova luce, seppur inizialmente flebile, ma che non avrebbe fatto altro che rafforzarsi e splendere sempre più intensamente un secondo dietro l'altro, in continua lotta con le tenebre, residuo sempre più vago della notte.
Aveva un che di nostalgico che, per quanto gli ricordasse che nulla è mai perduto, allo stesso tempo riportava alla sua mente episodi di vita che sperava sempre di dimenticare, sensazioni di disperazione come raramente ne càpitano.
Una lieve brezza mosse gentilmente le ciocche castane poco più lunghe mentre, con un sorriso velatamente malinconico, il ragazzo si poggiava con le braccia sul freddo pavimento della terrazza; gli occhi ancora incatenati ad un punto quasi invisibile al resto del mondo, al limitare del suo campo visivo; le orecchie perse a captare suoni e melodie uniche nel loro genere, come lo scrosciare delle acque del Restza poco lontano da lui o il frusciare delle fronde accompagnato dal tremolio dei rami quasi spogli che circondavano il piccolo, suggestivo laghetto.
Una mano sulla spalla seguita da un suo sussulto improvviso decretarono la fine di quell'idillio tanto particolare quanto, ormai, terribilmente comune per il diciottenne.
«Hey, tutto bene? Mi sono svegliata e non ti ho visto nel tuo letto, quindi mi sono preoccupata...».
Non appena si voltò, due occhi verdi si piantarono nei suoi, conosciuti e familiari, rischiarati da un barlume di lieve apprensione.Quella ragazza era un po' un punto fisso nella sua vita, lo era sempre stata da quando era rimasto solo e, per questo motivo, lui l'aveva ormai decretata sua personale confidente.
Una volta orfano, il ragazzo non aveva avuto altri cui rivolgersi, in cerca di un tetto e del calore che aveva irrimediabilmente perduto alla morte dei suoi genitori, e quella ragazzina aveva accettato senza mezzi termini di renderlo parte della sua numerosa famiglia.
Non poteva che esserle grato per un gesto simile.
«Sì, Mikasa. Scusa se ti ho fatto stare in pensiero, non era mia intenzione» esclamò sinceramene pentito, abbassando gli occhi verde prato e distogliendoli, così, dallo sguardo color smeraldo di lei, aggrottato per l'apprensione.
I soliti comportamenti dettati dalla paranoia che l'agitava da tempi immemori.
Scacciando dalla mente i rimuginìi precedenti, Eren afferrò la mano che la ragazza gli porgeva, sollevandosi in piedi con decisione e forse troppo rapidamente, dato il breve giramento di testa a seguire.
«Vedo che il vizio di rintanarti qui su rimane!» decretò la corvina con una risata appena accennata, alla quale anche il ragazzo prese parte.
STAI LEGGENDO
Nothing left but pieces: brama di potere [Ereri]
Fanfic[Ereri] [AU] A quarant'anni dalla "Grande Rivoluzione", che aveva visto il crollo dell'imperialismo e la nascita del "Congresso degli Etici" atto a mantenere la pace tra le Sette Terre, il Regno di Eoh sembra finalmente libero. Nonostante la parven...