PROLOGO - Oggi è il mio giorno

1.3K 49 2
                                    

La tensione è ansia? L'ansia è tensione?

Nella mia testa si stanno formando una miriade di domande, del resto come tutte le volte in cui sono tesa per qualcosa a cui ho già pensato fin troppo.

La gara di oggi è la più importante della stagione e i crampi che avverto allo stomaco lo stanno evidenziando in modo efficace. Finalmente al termine della giornata verrà proclamato il vincitore del campionato mondiale di kart di quest'anno. Io e gli altri ragazzi ci siamo dati davvero da fare in questa stagione, arrivando all'ultima giornata pericolosamente vicini in classifica: io sono in seconda posizione a pari punti con il mio migliore amico di sempre, Charles, staccati da solamente due punti dal terzo posto ed ad appena quattro distanze dalla vetta.

Non preoccupatevi dei calcoli: chi vince oggi viene incoronato campione, gli altri ricorderanno questo giorno come una sconfitta.

Inutile dire che ogni fibra del mio corpo desideri ricevere il trofeo più ambito, come tutti del resto, per far orgoglioso mio nonno e per convincere i miei genitori – soprattutto mia madre – a concedermi di proseguire nel mondo motorsport. Hanno sempre cercato di portarmi su altre strade, come la danza o il pianoforte, ma la mia passione sfrenata per i motori ha, per ora, sempre avuto la meglio.

«Nervosa?» mi chiede Charles mentre mi osserva mangiucchiarmi le unghie, segno che sono tesa come una corda di violino.

«Abbastanza.» rispondo, continuando a guardare il circuito davanti a me.

«Non devi esserlo, Leo. Sei più veloce di tutti quei dementi messi insieme, te lo assicuro!» e mi dà un colpetto sulla spalla.

Charles è la persona che conosco da più tempo. È come se fosse mio fratello gemello sebbene siamo nati da madri diverse, ma pur sempre legatissime poiché migliori amiche. Io e lui abbiamo iniziato a giocare insieme ancora prima del motorsport rincorrendoci prima gattonando, poi alla guida di un triciclo, passando per un periodo di transizione in bicicletta e infine giungendo ai go-kart.

«Non è questo...» faccio un respiro profondo «è importante questa gara, Charles... non è come al solito.»

«E tu fai finta che sia una gara normale, come faccio io.» mi dà un colpetto con il gomito e mi strappa un sorriso.

La determinazione non mi è mai mancata: se ho un obiettivo non mi faccio scoraggiare da niente e da nessuno e cerco di fare di tutto per raggiungerlo. Oggi però è diverso, oggi c'è troppo in palio e se non riuscirò a incoronare il mio sogno so già che la mia vita cambierà radicalmente, partendo dall'abbandonare i kart. Questo però Charles non lo sa, è stato sempre troppo buono con me e ho il timore che possa sabotarsi pur di farmi vincere.

Io voglio vincere perché me lo merito, non per la carità di qualcun altro.

«Leclerc! Lonati!» balziamo dallo spavento quando sentiamo la voce del responsabile dei kart richiamarci a voce alta «preparatevi! Tra mezz'ora ha inizio la gara e voi non siete ancora pronti!»

Annuiamo e ci guardiamo per l'ultima volta negli occhi prima di separarci e andare a ultimare la preparazione, consapevoli che appena abbassata la visiera tutti i piloti in griglia sono nostri rivali, le amicizie si congelano e vige solo la legge della giungla: i più forti vincono, i deboli soccombono. Sibilo un "buona fortuna" a Charles e mi avvicino al mio garage dove mio nonno sta controllando per l'ennesima volta la mia vettura. Piego la testa prima a destra e poi a sinistra, faccio un respiro profondo e chiudo gli occhi.

Oggi è il mio giorno.

Sedici - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora