III

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Avevo già sentito parlare del Felton Palace.

dopo tutto, l'uomo che lo possedeva era uno dei più ricchi ma anche uno dei più desiderati qua in città.

Mi sentivo di troppo, così tentai di tornare a casa :

"beh Tom, è stato un piacere ma è meglio se io torni a casa ora.."
dissi fredda

"hei bambolina, prima di scappare devi ancora dirmi il tuo nome"

mi limitai ad un sussurro

"Michelle".

Presi in fretta le mie cose e uscii senza nessun saluto da parte del padrone di casa,

io invece salutai Manuela, la donna che era venuta a portarmi la colazione in camera prima che io me ne andassi.

Tom's P.O.V

Quella ragazzina mi dava alla testa, ma non potevo fare niente, specialmente in questo momento.

Tornai con il mio solito fare freddo e la lasciai andare senza salutarla.

Michelle's P.O.V

Uscita dall'atrio del palazzo, andai a casa, chissà se mia madre si fosse svegliata?

Ne dubito altamente visto che sono solo le 10.

Come avevo previsto, tornata a casa la vidi lì, sul divano addormentata nella stessa posizione in cui la vidi ieri sera.

Andai in camera, mi spogliai e mi feci una doccia per sciacquarmi di dosso l'accaduto.

Nella mia testa visualizzavo solo quelle pozze argentee che erano i suoi occhi.

- Michelle per favore datti un contegno, quell'uomo avrà avuto si e no venticinque anni mentre te ne hai solo diciassette -
continuavo a ripetermi.

Uscita dalla doccia, dopo essermi asciugata e stirata i capelli mi stravaccai sul mio letto KO, presi il telefono, gli auricolari e mi addormentai ascoltando "love of my life" dei queen.

Dormii un paio di ore quando sentii delle urla provenire dalla cucina

"È MIA FIGLIA NON PUOI VIETARMI DI VEDERLA, DICI CHE SONO UN PESSIMO PADRE E GUARDATI, QUI A FARE LA SGUALDRINA SEMPRE UBRIACA"

era il mio patrigno...
Era tornato...

"NON È TUA FIGLIA, È TI VIETO DI VEDERLA, TU TI SEI PRESO UNA COSA DI LEI CHE NON TI SPETTAVA. E POI IO NON SONO UBRIACA"
disse barcollando mia madre.

Corsi in camera, mi ci chiusi dentro a chiave e iniziai a prendere qualche vestito e a metterlo in una borsa.

Dovevo andarmene.

Almeno per un po'.

Presi quattro cambi di vestiti, cento dollari dal salvadanaio per i soldi del college, il caricatore, trucchi, auricolari, giacca, scarpe, borsa,
aprii la finestra e andai sulle scale anti Incendio che c'erano appena sotto.

Non sapevo dove andare ma appena udii la porta della mia camera essere sfondata ed un urlo provenire da dove me ne ero andata decisi che poco importava,

dovevo semplicemente andarmene per qualche settimana così che LUI se ne sarebbe andato.

Sentivo le scale di ferro sotto i miei piedi, sapevo di aver sbagliato, avrei dovuto affrontarlo ma in quel momento non ci sarei riuscita, sarebbe accaduto di nuovo...

Inizio flashback
"dai Michelle vieni qua, vedrai che ci divertiremo" mi sussurrava lui, di sottofondo sentivo le urla di mia madre che soffocate da quelle di lui dicevano di lasciarmi stare, ma io non avevo mai capito le sue vere intenzioni fino a quella sera
Fine flashback

Corsi fino ad arrivare al porto abbandonato di east river.

Mi sedetti sul muro con le gambe a penzoloni, avrei perfettamente potuto trovare un altro posto, ma quello era il mio preferito, eravamo io, il silenzio ed il fiume.

Mi accesi una sigaretta e rimasi li per una buona ora.

Erano le 19, dovevo provvedere per trovarmi un posto dove dormire e cenare.

Fortunatamente trovai un piccolo pub dove ordinai una birra ed un panino

-non avrei mai potuto immaginare di aver trovato l'unico pub a new York frequentato da lui-

Suddenly Togheter ~//^Tom Felton ^//~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora