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Svegliarsi con la consapevolezza che oggi, sicuramente, incontrerò Tommaso non è il massimo. Già solitamente è un dramma alzarsi al mattino, ma stamattina è stato davvero tragico.

Dopo che la sveglia ha suonato sono rimasta per circa mezz'ora a fissare il tetto pensando a come sarebbe stato un probabile incontro con il mio ex. Questo mio fantasticare ha fatto sì che iniziassi a prepararmi tardi e di conseguenza arrivassi in ritardo a scuola. Per fortuna stamattina, alle prime due ore, avevo inglese, perciò non mi sono presa nessuna strigliata.

- Hai dormito, Fedra?- smetto di disegnare sull'ultima pagina del quaderno di matematica, preso a caso dallo zaino, e mi giro verso la mia migliore amica sentendola parlare.

Mi limito a scrollare la spalle, facendo così intendere di aver dormito poco e niente. Ho passato la notte in dormiveglia, tra realtà e sogni, per colpa dall'ansia. Ah maledetta sofferenza d'amore, mi stai addirittura togliendo la capacità di fare in pace la cosa più bella del mondo: dormire.

- Volevo dirti che stamattina sono andata a fare colazione al bar con Dario... indovina chi c'era!- in un primo momento, faccio spallucce per una seconda volta, ma poi capisco immediatamente vedendo i sorrisetti maliziosi che mi rivolge.

- Piantala di guardarmi così, Maria.- la rimprovero, ma lei, da brava testarda, continua ad osservarmi con quello sguardo. - Non mi importa se incontri Niccolò, ti ho già detto che amo Tommaso e che non mi interessano gli altri, ci siamo lasciati pochi giorni, Dio.-

Alza gli occhi al cielo e sbuffa leggermente, per poi riposare lo sguardo su di me. - Ok, ma io te lo dico lo stesso. Niccolò, visto che sei in confidenza di chiamarlo per nome, mi ha chiesto di te.-

Sgrano gli occhi davanti alle sue parole e gli lancio un'occhiata interrogativa e sbalordita. Non so se crederle o se le sue parole siano tutta una sua invenzione dovuta al fatto che le ho raccontato di aver incontrato il moro ieri, mentre passeggiavo.

- Niccolò è il suo nome, come dovrei chiamarlo?! Inoltre non ti credo, questo è un altro dei tuoi piani malefici.- assottiglio lo sguardo e mi rimetto a disegnare, smettendo di prestarle la mia attenzione.

- Allora chiedi a Dario se non mi credi, sai che lui non mi sta ad ascoltare e non ti mente mai.- non contenta di come volevo concludere la discussione avvicina la sua bocca al mio orecchio, sussurandomi queste parole.

Lancio uno sguardo alla prof di inglese e noto che sta ancora spiegando, convinta che qualcuno la stia ascoltando, mentre ognuno si fa i fatti proprio. C'è chi chiacchiera, chi usa il telefono e chi fa i compiti e/o ripassa per le materie che verranno dopo. Un po' mi dispiace per lei, è una professoressa veramente buona, sempre con il sorriso sulle labbra e una buona parola per tutti.

Sospiro debolmente e mi rigiro verso la mia migliore amica. - Sentiamo un po', cosa ti avrebbe detto di me?-

- Mah, mi ha riconosciuta e mi ha chiesto se ci fossi anche tu. Inizio a pensare che non sia abbastanza sveglio nemmeno lui, insomma, si vedeva benissimo che non eri con noi.- alza gli occhi al cielo con fare teatrale e io ridacchio, senza riuscire a trattenermi. - Poi mi ha detto che ieri vi siete incontrati, ma mentre stava parlando con noi è arrivata una ragazza e lui si è scusato con noi, per poi allontanarsi per andare da lei. Si sono spostati in un angolo e sembrava stessero discutendo. Quando io e Dario siamo andati via loro stavano ancora parlando, perciò noi non abbiamo concluso il discorso.-

Annuisco distrattamente, pensando un po' al perché abbia chiesto di me e un po' a come mai litigasse con una ragazza, dentro a un bar. Vabbè, ma a me che importa di quest'ultima cosa? Purtroppo ho un carattere troppo curioso, ma mica posso sapere tutto di tutto e tutti.

- Sembravano due ex fidanzati, o magari due prossimi a lasciarsi.- storce le labbra al ricordo, poi un sorriso le si increspa sul viso - Proprio come te, vedi, magari è un segno del destino. Magari il fato vi ha fatto incontrare ora che siete entrambi soli e con il cuore spezzato, vi innamoretete e rimarrete insieme per il resto della vostra vita.-

Mi sorride e io la guardo sconcertata. Inizia ad essere leggermente inquientate. - Fammi il favore di non leggere e guardare più i romanzi di Rosamunde Pilcher. Sei troppo condizionata da queste storielle rosa.-

- Smettila di prendermi in giro, quelle rappresentano la realtà. E per quanto tu cerchi di negarlo, sei un'inguaribile romantica!-

- Tra l'essere romantica e vivere di fantasia c'è differenza.- la prendo in giro io, guadagnandomi un'occhiataccia da parte sua e un colpetto al braccio.

Io credo all'amore. Credo al destino. Ma non credo che questo ragazzo sia un segno, o che mi sia stato mandato dal cielo, come se fosse un angelo, per salvarmi dal dolore. Dio, direi proprio di no.

Questo non sarebbe amore, ma fantascienza. Ma poi, come potrei amare qualcun'altro se nel cuore ho ancora il mio ex?

Non posso dimenticare una persona così importante dopo pochissimi giorni. Non si cancella così il bene e nemmeno i ricordi.

*
L'ultima campanella suona e io e Maria ci dirigiamo verso l'uscita. Finalmente la giornata scolastica è passata anche oggi, posso archiviare un altro giorno, le pseudo-vacanze per Carnevale si avvicinano sempre più.

Dario ci raggiunge immediatamente all'ingresso in cortile, dopo aver salutato i suoi amici, per poi stampare un bacio sulla guancia a me e uno dolce sulle labbra di Maria.

Questa scena mi fa sorridere, ma inevitabilmente il mio pensiero va a Tommaso. Giro la testa verso destra, per evitare di piangere, ma sgrano immediatamente gli occhi davanti alla scena che mi si palesa davanti.

Sento il fiato mancarmi, come se mi avessero dato un pugno sul petto, e gli occhi pizzicarmi.

Tommaso è davanti a me, leggermente distante. È fin qui tutto normale no? Già, non mi sembrerebbe che il mondo mi stesse crollando addosso tutto insieme, se non fosse che è appoggiato al muro con la schiena e una ragazza sta davanti a lui. Vedo che il mio ex le posa una mano tra i capelli e poi la attira a sè, regalandole un bacio passionale, fregandosene di essere dentro scuola e fregandosene che io potessi vederlo.

Mi basta questa scena per capire il motivo reale per il quale mi ha lasciato. Non si sentiva oppresso, la sua era solo una scusa per scaricare le colpe su di me, non avendo il coraggio di dirmi la verità. Lui non mi ama più perché ha un'altra, e chissà da quanto va avanti questa storia. Chissà quanto si sarà divertito alle mi spalle.

Soffoco un singhiozzo, ma prima di scoppiare a piangere, saluto Maria e Dario velocemente, per poi fuggire, letteralmente, via, senza nemmeno aspettare che loro mi rispondano.

Scappo di fretta dal cortile e poi mi allontano da scuola a grandi falcate, senza mai voltarmi. Cercando di rimanere lucida e di non scoppiare a piangere disperatamente in mezzo alla strada.

Ho la delusione che aleggia nel mio cuore, mentre cerco mille scuse per difenderlo, e di conseguenza per rendere meno tragico il tutto, ma non ne trovo una sola.

Prendo un bel respiro e continuo a camminare, cercando di smaltire questo mix di emozioni dentro di me.

Incredibile tutto questo, una delle persone più importanti della mia vita mi ha delusa e ammazzata come se niente fosse. Incredibile perché non me lo sarei mai aspettata, incredibile per quanto ci siamo amati, incredibile per quanto le cose possano cambiare velocemente.

Mi infilo le cuffie e le collego al cellulare, per ascoltare un po' di musica che mi calmi leggermente, per poi salire sul pullman e accasciarmi sul sedile, sfinita come non mai.

Nota: il capitolo non mi piace tanto e non so neanche io perché :( ditemi cosa ne pensate e cosa pensate della storia in generale. A presto 🖤

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