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Ho sempre parlato male di coloro che si ubriacano, coloro che bevono talmente tanto da non capire cosa stiano facendo. E non parliamo di quanto andavo contro a quelli che non sapevano dirti nemmeno cosa avessero combinato la sera prima a causa di tutto l'alcool che avevano ingerito.

Non c'erano scusanti per me e non mi ha mai attrato niente di tutto questo, beh, fino ad oggi.

Non so più quanti shortini ho bevuto e mi sento totalmente spensierata, non ho più brutti pensieri nella mente e vorrei scusarmi con chiunque ho giudicato male solo perché ha preso una sbornia nella sua vita. Adesso capisco cosa porta la gente a bere. L'alcool fa essere più disinibiti, fa rilassare e per un attimo ti fa staccare dalla bruttissima realtà che ti circonda.

In questo momento l'alcool è il mio migliore amico, visto che non mi fa pensare a Tommaso e non mi fa piangere appena il mio ex mi viene in mente.

Butto giù l'ennesimo shottino e ne ordino un altro, lanciando uno sguardo a Maria e Dario che ballano divertiti sulla pista.

- Ecco a te.- mi rigiro verso il barista e gli sorrido, ringraziandolo, ma lui rimane serio. - Questo è l'ultimo. Per stasera è abbastanza.-

Inarco un sopracciglio davanti alle sue parole e, nonostante mi diano un fastidio tremendo, gli scoppio a ridere in faccia. Questo sta a dimostrare come sto messa.

- Senti moro, non sei mio padre, io pago per bere e tu mi devi servire.- gli regalo un occhiolino falso, continuando a ridere, ma lui resta serio anche stavolta.
Ma quanto è noioso!

- Non me ne importa nulla. Non possiamo vendere più di un tot di alcool alle persone, al padrone non piace che la gente finisca in coma etilico nel suo locale.- mi lancia un'occhiata glaciale, evidentemente si è infastidito per come gli ho risposto poco fa. Ma povera stella.

- Bene... allora al tuo capo non piace fare affari? Una persona ordina da bere e lui la manda via? Mah, forse sarà gia stra pieno di soldi- allargo le braccia, volendo dimostrare una quantità indefinita di denaro, e per poco non colpisco una persona che passava dietro di me, mi scuso immediatamente e mi trattengo dal ridere per la figura di merda appena fatta. Se fossi sobria mi sarei già sotterrata viva... mi imbarazzo tantissimo quando faccio figuracce.

Mi rigiro verso il moro pochi secondi dopo e lo vedo scuotere la testa per poi allontanarsi da me, lasciandomi perdere.

Butto giù il liquido trasparente che sta dentro il bicchierino e mi alzo dalla sedia, con fatica, per poi dirigermi fuori. Ho improvvisamente bisogno di un po' d'aria.

La brezza frizzante mi colpisce il viso accaldato e sospiro debolmente. È proprio quello che mi ci voleva. All'improvviso ho la testa che mi gira e una nausea unica dentro al mio stomaco.

Compio altri pochi passi, barcollando, e mi siedo sulla panchina accanto all'ingresso del locale, in modo tale da potermi rilassare un attimo e far sparire questo malessere.

Appoggio le mie cose accanto a me e mi porto le mani sul viso, per poi fare dei lunghi respiri, cercando di riempire i polmoni completamente. Mi sembra di essere appena scesa da un aereo pilotato da uno alle prime armi. Sono tutta scombussolata.

- Il bello è che ne volevi ancora.- alzo la testa di scatto, maledicendomi mentalmente perché il movimento improvviso ha aumentato la mia nausea, sentendo una voce familiare parlarmi.

- Senti, non dovresti continuare a servire cocktails? Sto già abbastanza male senza che tu mi faccia la paternale. Metti ansia.- sbuffo e distolgo lo sguardo dal suo.

Lo sento ridere e poi si accomoda accanto a me, porgendomi una bottiglietta d'acqua e un pacchetto di patatine. - Tieni, dopo mangiato e bevuto ti sentirai un pochino meglio.-

Ti dedico il silenzio|| UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora