Dottoressa Werni
Da quando la mia esistenza era diventata così difficile?
Da quando sono diventata indipendente ho sempre avuto un totale controllo sulla mia vita e ho sempre ponderato le mie scelte, sapevo dove volevo arrivare. Non era mai passato un giorno che non fosse stato ricoperto da certezze. Certo, se dovevo essere proprio sincera con me stessa, avrei dovuto ammettere che ci fu una volta in cui momentaneamente lasciai le redini a qualcun altro e che in quella situazione il fato si fece beffe di me, ma ciò non sarebbe mai più accaduto, con la piccola Mia avevo imparato la lezione.
Le parole dette al mio ultimo incontro con la consulente specializzata risuonavano ancora nella mia mente, ripetitive come le canzoni che la nonna faceva suonare sul vecchio giradischi. Giravano e tornavano sempre le stesse parole, le stesse melodie.
La consulente, come l'aveva etichettata il mio diretto superiore, in verità era una psicoterapeuta , come dimostravano i diplomi e le certificazioni appesi in bella mostra sulla sua parete ed era specializzata nei casi di disturbi da stress post traumatico, da noi conosciuto come il PSDT. Tra tutte le sue domande assurde, ne aveva fatta una alla quale non avevo saputo dare una risposta, ma era proprio quella a cui, entro i prossimi incontri o come le definivo io ' sedute', avrei dovuto rispondere.
«Allora, per finire il nostro appuntamento di oggi le farò solamente altre due domande, alle quali spero mi risponderà con con la massima sincerità.»
La mia espressione non tradiva la mia impazienza. Discretamente guardai, per l'ennesima volta, l'ora dal monitor del suo computer che vedevo riflesso sulla bella vetrina che aveva alle spalle. Le risposi con un sorriso molto professionale, quello che riservavo ai genitori quando stavo per finire una visita, lo stesso che utilizzavo con la mia squadra quando avevo finito di dare gli ordini. Con le gambe accavallate in una posizione di potere, ma chiaramente femminile e le mani congiunte in grembo, dimostravo quello che avrebbe avuto la completa approvazione di mio padre: ero io la padrona della situazione, anche se dovevo controllare che i miei piedi non iniziassero a tremare nervosamente, denunciando il pensiero che tutto quello a cui stavo assistendo fosse una enorme perdita di tempo, nonché un assurdo spreco di soldi pubblici.
Il suo sguardo perspicace, indagatore mi fece tornare in me. Le sorrisi, accennando con la testa il classico 'sì, la sto ascoltando', nel frattempo pensavo a tutti gli esami che erano stati lasciati dalla segretaria sul mio tavolo, sui quali dovevo ancora mettere la firma e alle innumerevoli email che, dopo essere state smistate, erano rimaste da controllare. Anche a quelle avrei dovuto dedicare una parte del mio scarso tempo.
«Dottoressa Werni, attendo la sua risposta.»
«Certamente.» Le mia labbra si stirarono ancora di qualche millimetro mentre provavo a scovare nel subconscio la domanda che mi aveva fatto. Feci finta di pensare, senz'altro era una domanda priva di utilità, come tutte le altre. Le avrei concesso ancora qualche minuto e dopo avrei avanzato una scusa plausibile e me ne sarei andata da quella pantomima.
Fortunatamente, sembrò non accorgersi della mia disattenzione e con lo sguardo curioso me la ripropose.
«Le pongo la domanda in un altro modo.»
Senza proferire parola accennai un 'sì' con la testa.
«Le chiedo, allora, chi è la dottoressa Werni?»
La risposta preconfezionata sorse facile sulle mie labbra, usai praticamente le stesse parole che avevo scritto qualche settimana prima per un articolo che doveva ancora uscire su un giornale zurighese.

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Audace
Misterio / Suspenso❤️❤️❤️ Guarda il book trailer nel primo capitolo ❤️❤️❤️ Direttamente dalle foreste di pini in Svizzera arriva... In quanti modi diversi ci si può camuffare? Dietro a quante maschere ci si può nascondere? Per quanto tempo lui riuscirà a fare il dopp...