È come quando ti svegli da un sogno bellissimo e vorresti semplicemente riaddormentarti e o riviverlo o continuarlo ma non puoi, perché la tua mente decide per te e così anche in questo momento io non posso decidere di ritornare indietro nel tempo oppure di continuare quel fantastico momento che ho vissuto.
È come perdere tutto in una sola manche, sono sconvolta e solo a pensare al fatto che ora tornerò ad essere la Allison di sempre, che lavora e pratica yoga da autodidatta nel tempo libero, mi fa venire i brividi.
Non ci posso davvero credere che sia successo e il fatto è che non riesco proprio a riprendermi.
Sto bevendo un the, mentre mi preparo più psicologicamente che fisicamente a questa nuova giornata.
Passo in salotto in cerca della borsa, devo andare all'università a pagare, quando la trovo cerco all'interno di essa, sperando di trovare il portafoglio pieno di soldi pronti da essere utilizzati per le tasse universitarie.
E invece no, a mala pena ci sono dieci euro.
Mi dirigo al cassetto posto sotto la televisione, sbuffando poiché sono in ritardo per questa stupida cosa.
Cerco tra le scartoffie, le buste delle bollette, i cataloghi e le riviste.
Finalmente tra tutta quell'immensità di documenti, la trovo, la busta che contiene il ricavato dei miei lavoretti.
È vuota, fantastico.
Non so davvero cosa fare, devo per forza pagare oggi, non posso tardare.
Decido di uscire e nel mentre chiamo per mia sfortuna mia madre, ovviamente risponde la segreteria telefonica quindi devo per forza lasciarle un messaggio.
-Hey ascolta, volevo chiederti se per caso hai dei soldi, ho avuto un problema e devo assolutamente pagare l'università, te li darò appena riuscirò a riaverli- chiudo la chiamata e continuo a camminare.
È una bella giornata, c'è un grande sole che riscalda, in netta contrapposizione al mio umore, quello di certo.
Ci sono un sacco di persone a quest'ora, nonostante sia ancora molto presto; forse sarebbe quasi meglio per me se andassi a piedi, per scaricare un po' la tensione e la rabbia, ma pensandoci un attimo mi ricordo che sono in ritardo e quindi mi dirigo verso l'auto.
Un altro uomo si dirige alla sua auto dietro la mia, mi sorride per salutare ed io ricambio per poi aprire lo sportello della macchina ed entrare in essa.
Aggiusto lo specchietto fissandolo verso le macchine dietro di me, per poi avviare l'auto e partire.
Ci dovrei mettere circa una quindicina di minuti dal mio appartamento, quindi decido di poter ascoltare un po' di musica nel frattempo.
Metto gli occhiali da sole ed inizio a fischiettare sulle note della canzone e a muovere energicamente la testa, decido anche di aprire i finestrini poiché si sta facendo veramente caldo.
Il viaggio passa quasi tutto così e sono quasi riuscita a far variare il mio umore.
Nel parcheggio dell'università, tento di entrare senza distruggere di nuovo la mia cara macchina, rallento quindi la velocità e osservo anche le macchine dietro di me, ammetto che osservando attentamente mi accorgo che la macchina dietro di me è la stessa di quando sono partita, cioè c'è di nuovo quell'uomo che mi ha sorriso.
Probabilmente anche lui viene a questa università, ci sono veramente tante persone, quindi non mi stupirei di non averlo mai visto.
Mi avvio verso la porta d'entrata mentre controllo il telefono, sperando in un messaggio da parte di mia madre, che ovviamente non è presente.
Devo davvero rassegnarmi al mio destino.
Mi incammino verso la segreteria a passo deciso, devo affrontare la mia sbadataggine, anche in questi casi.
Assumo un'aria composta, mi stampo in faccia il sorriso più autentico che io possa avere, appoggio i gomiti al tavolo e attendo.
-Allison, che piacevole sorpresa, cosa ti porta qui? È tutto ok?- mi chiede e io in quel momento perdo tutta la mia facciata.
-Si Maria, è che non posso ancora presentare il bonifico, so che sono in ritardo già da molto, ma purtroppo ho perso i soldi che avevo conservato con tutti i miei lavoretti, e ora non so davvero dove sbattere la testa- mi porto le mani al viso per poi strofinarlo energicamente.
-Fammi controllare- mi dice sedendosi e digitando sulla tastiera del computer.
Nel frattempo mi guardo intorno molto smarrita, l'uomo di prima è seduto poco lontano da me, su un tavolino del bar dell'università, giornale aperto e una tazza di caffè nella mano destra.
Legge concentrato e non sembra essersi accorto del fatto che lo sto evidentemente fissando, decido di distogliere lo sguardo.
Prendo il telefono dalla borsa, appoggiandola a terra poiché pesa troppo.
Decido di richiamare mia madre.
-Pronto?- sono così contenta che lei abbia risposto, e per la prima volta in tutta la mia vita per lo più!
-Mamma, ehm, si ascolta, credevo non mi avresti mai risposto, ti dev- mi interrompe.
-Oh si, ero con Manuel, sai il nuovo "tipo" che ho conosciuto la settimana scorsa, è un vero gentiluomo, abbiamo passato la sera insieme, l'ho portato su quel ristorante di lusso poco fuori dal centro, ha sempre pagato lui, quindi non è stato maleducato se per una volta lo ha lasciato fare a me, poi sai una cosa tira l'altra e-
-Mamma per favore, mi fa piacere per questo "Manuel", ma ho bisogno che tu mi trasferisca dei soldi- mi allontano dalla segreteria in modo da parlare con più riservatezza.
-So che ti avevo promesso che una volta che me ne sarei andata, non avrei potuto più chiederti nulla, ma ho perso i miei soldi e devo assolutamente pagare l'università- sospira pesantemente e io faccio lo stesso, sedendomi a un tavolino poco lontano dall'uomo di poco prima.
-Sono seicento euro mamma, appena li riavrò te li restituirò, te lo prometto-
Appoggio il gomito destro sullo schienale della sedia e mi tengo con la mano destra la fronte, sfregandola energicamente.
-Non si può fare Allison, non ho soldi, lo sai- cambia tono e diventa più tesa.
-Ma se mi hai appena detto che sei andata al ristorante più costoso che ci possa essere, con questo Manuel!- sbotto improvvisamente, sconcertata dalla sua noncuranza nei miei confronti.
-Non so cosa dirti Allison, li ho già spesi quelli, avevi detto che ti saresti arrangiata e ora lo farai, imparerai a risolvere le tue questioni senza il mio aiuto, ora devo andare da Manuel- mi copro gli occhi amareggiata.
-Ok, grazie mille mamma- sto per chiudere quando lei mi richiama.
-Ah Allison? Sappi che la panchina migliore è la seconda dopo il parco grande, almeno così mi hanno detto- mi gratto la fronte e la corrugandola.
-Ma di cosa parli?-
-Quando non avrai più nemmeno un euro, dovrai pur accamparti da qualche parte no?- chiudo la chiamata prima di poter dire qualsiasi cosa per poi pentirmene.
Ritorno alla segreteria.
-Scusa Maria, ho provato a vedere se qualcuno avrebbe potuto prestarmeli, ma a quanto pare non ho nessuno che sia disponibile- sorrido amareggiata mentendo, è solo mia madre che non vuole prestarmeli.
-Hai tempo fino a stasera, procurateli in un qualche modo, non voglio essere cattiva Allison, ma se non ti dico ciò finiranno per linciarmi, davvero cerca di trovare un modo, scadenza massima a mezzanotte- strofina, di nuovo, la fronte con le mani e poi riprendo sulla spalla la mia borsa.
-Grazie Maria- lei mi sorride tristemente per poi ritornare al suo lavoro, mi dileguo con lentezza, mi osservo attorno e sono spaesata.
Se perdessi anche l'università, non saprei davvero più che cosa fare.
L'uomo di prima alza lo sguardo e incrocia il mio di nuovo, decido di parlargli.
-Hey ciao-
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Lovely, all alone {Harry Styles}
Fanfiction-Però potrei venire a casa tua se per te non è un problema- mi propone. ** -È ok, se non te la senti di salire con me possiamo benissimo trovarci direttamente là- mi dice vedendomi incerta. -Va bene, ma la tua security dovrà trattare bene la mia vec...