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Erano le 16:23 quando Eunmi, sconfortata, decise che fosse ora di tornare a casa per piangere un altro po'.

Yoongi non si era presentato, forse non voleva vederla, forse era arrabbiato, ma da lui proprio non se lo aspettava; avevano passato mesi a parlare, mesi in cui Yoongi aveva insistito per vederla, eppure, proprio ora che lei si era resa disponibile, lui non si era presentato.

Scosse la testa, nel tentativo di non scoppiare a piangere davanti a tutti, e fece per andarsene, quando una voce conosciuta la chiamò.

"Eunmi! Eunmi aspetta!" esclamò il ragazzo correndo verso di lei ed afferrando il suo polso con tanta delicatezza da farle esplodere il cuore.

"Yoongi..."sussurrò flebilmente, la testa chinata per farsi vedere il meno possibile.

Non fece in tempo a dire altro che Yoongi la attirò a sé, avvolgendo i suoi fianchi con le braccia ed accarezzando la sua schiena.

"Mi dispiace...non volevo fare così tardi, ma ho avuto un imprevisto e..." cercò di dire, mordendosi l'interno guancia.

Eunmi conosceva bene i suoi abbracci, e li amava, la facevano sentire protetta, ma questo Yoongi ancora non lo sapeva.

"Non fa niente" rispose, la voce ora più acuta, che però usciva naturalmente dalle sue labbra, senza che neanche si sforzasse nel modificarla.

"Cosa dovevi dirmi di tanto importante?" chiese il maggiore, sciogliendosi dall'abbraccio e facendo per prendere il suo volto tra le mani, ma lei si scansò ed abbassò lo sguardo.

"Devi...devi seguirmi, non cammineremo più di cinque minuti, promesso" disse a bassa voce, mordendosi il labbro e prendendo la sua mano istintivamente.

"Oh...va bene uhm...okay" annuì leggermente Yoongi, cominciando a seguire la ragazza che aveva davanti.

Non era riuscito a vederla molto bene in viso, aveva solamente notato i suoi lunghi capelli biondi e morbidi, il suo dolce profumo all'arancia e la sua voce, ridotta ad un sussurro forse per la timidezza.

Avrebbe voluto osservarla meglio, ma provò a mettersi nei suoi panni e capire che fosse abbastanza chiusa, da quanto aveva notato, così semplicemente la seguì fino a quello che sembrava un povero condominio dimenticato da tutto e da tutti se non da coloro che vi abitavano.

"Qui...c'è casa di mio padre, spesso viene qui per lavoro" spiegò lei aprendo il portone e cominciando a salire le scale.

Ed era vero, quella era la casa in cui viveva suo padre, in quei giorni fuori per lavoro, e aveva deciso di andare lì per non destare sospetti: Yoongi aveva accompagnato Jimin fino al cancello del suo condominio poche settimane prima, sarebbe stato decisamente strano.

Prese le chiavi ed aprì la porta, entrando in casa e tirando dentro anche il maggiore, per poi lasciare la sua mano e correre nella propria camera.

"Eunmi...? Ma cosa..." fece Yoongi confuso, seguendola con passo svelto e trovandola seduta sul letto. "Perché...perché mi hai fatto venire qui?"

"Yoongi devo...devo dirti una cosa" sussurrò lei, deglutendo ed alzandosi per guardarlo, finalmente.

"Sì, ma di cosa?" chiese lui, cercando nuovamente di osservare i suoi lineamenti, ma lei portò una mano sui suoi occhi.

"Prometti... potrai odiarmi, schifarmi, picchiarmi, ma ti prego...ti prego di non parlarne con nessuno" disse, percependo la sua voce sfumare leggermente per tornare naturale.

"Non...non potrei mai..." mormorò lui, sempre più confuso.

Eunmi...Jimin scosse la testa. "Non aprire gli occhi finché non te lo dico" sussurrò poi, lasciandolo andare.

Yoongi annuì e rimase ad occhi chiusi, solo allora il minore si allontanò per guardarsi allo specchio accanto al letto, e prendendo una salvietta struccante.

Prese un gran respiro e la passò sulle sue guance rosate e sulle labbra, controllando di tanto in tanto il maggiore, per paura che aprisse gli occhi.

Poi, con delicatezza, chiuse i proprio, togliendo le lunghe ciglia finte e la matita, cercando di pulire al meglio il suo viso, che finalmente tornò lo stesso di sempre: quello che anche Yoongi conosceva.

Si morse il labbro e portò le mani tremanti alla parrucca, togliendola e poggiandola sul letto, poi si girò.

"Okay..." mormorò. "Y-Yoongi..puoi...puoi aprire gli occhi"

Yoongi ascoltò attentamente quella voce, non era quella con cui l'aveva conosciuta, era diversa, era più...maschile, nonostante fosse comunque acuta e dolce.

Solo allora aprì gli occhi, e ci mise vari istanti prima di focalizzare la persona davanti a sé.

"J-Jimin...?" sussurrò, incredulo da ciò che si presentava davanti ai suoi occhi. "Jimin...oh mio..."

Il ragazzo strinse gli occhi, ma due lacrime scivolarono lungo il suo viso. "T-ti prego perdonami...perdonami p-per tutto questo..." scoppiò a piangere e si accasciò a terra, le mani che coprivano il suo viso.

"Oh Dio no" fece il maggiore, abbassandosi alla sua altezza e cercando di fargli scansare le mani dal volto. "Jimin...Jimin calmati, calmati per favore"

Lui scosse la testa più volte. "Mi odio...mi odio così tanto, perdonami..."

"Jimin, sta' zitto un attimo, Cristo santo" sbuffò lui, afferrando i suoi polsi e finalmente facendogli scoprire il viso, per prenderlo tra le mani. "Jiminie...non è successo niente, capito? Non è nulla piccolo, non è nulla" sussurrò asciugando le sue guance.

"N-no...ti ho mentito per tutto questo t-tempo..." rispose lui cercando di guardarlo, gli occhi ancora pieni di lacrime.

"Non fa niente, capisco quanto possa essere difficile, mh? Certo che ti perdono" sorrise leggermente, scostandogli i capelli dalla fronte.

"T-tu non sei...schifato..?"

"Io? Schifato? Allora non sei tanto intelligente quanto sembri eh?" fece una leggera risatina. "Ero abbastanza sicuro che si fosse capito cosa...chi sono, dalla descrizione che ho messo sotto la foto dei miei capelli colorati in quel modo"

"Uh...?" mugolò Jimin, estremamente confuso.

"Jiminie, a me...a me non interessa affatto tutto questo, mh? Ero...stavo cominciando a provare qualcosa di molto profondo per la dolce ragazza con la quale mi scrivevo...con Eunmi...e non mi sono reso conto fino ad ora che forse quel qualcosa poteva nascere anche con Jimin" cominciò. "Voglio dire...ho conosciuto entrambi i lati di te, ed entrambi mi hanno sempre fatto impazzire, ora che so chi sei tu davvero... Jimin, non mi è mai importato nulla del genere, puoi essere un ragazzo, una ragazza, o un ragazzo che si sente una ragazza, a me non importa, io mi innamoro di cosa c'è qui" sussurrò portando una mano sul petto del minore, all'altezza del cuore. "Capito?"

Jimin sentì il suo cuore esplodere di felicità a quelle parole così sincere, e subito si buttò tra le braccia del maggiore, stringendolo a sé. "Grazie...Yoongi..."

"Ssh...non devi ringraziarmi, mh?" sorrise lui, accarezzando dolcemente i suoi capelli e la sua schiena, per poi allontanarsi e prendere il suo volto tra le mani.

"Quindi tu sei..." si mordicchiò il labbro Jimin.

"Pansessuale? Sì, decisamente sì, e tu, Jimin, Eunmi, non è importante ora...tu mi piaci da impazzire" mormorò guardandolo negli occhi. 

"Anche...anche tu Yoongi..." rispose lui, arrossendo lievementee.

Il maggiore sorrise, e poi, non resistendo più all'impulso, poggiò le labbra sulle sue, ponendo fine ad ogni incertezza che divorava il minore da diciassette anni.


Wʜᴏ ɪs (ꜱ)ʜᴇ? [ᴘ.ᴊᴍ+ᴍ.ʏɢ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora