Il giorno dopo mi sveglio in ritardo, come quasi ogni santo giorno della mia vita, faccio colazione in preda all'ansia, mi vesto con i vestiti in cima alla pila del cassetto, mi lavo velocemente faccia e denti, mi pettino e finalmente esco di casa. Faccio uno scatto per prendere il tram in tempo che Bolt spostati proprio, e con un sospiro di sollievo vado a sedermi sul primo posto che trovo.
"Un altro meraviglioso giorno di scuola" penso con ironia. Non mi piace la scuola: troppa gente che ti comanda cosa fare, troppe persone che ti parlano, troppa stupidità e chiusura mentale. Studiare non mi interessa molto, non so nemmeno perché mi sia iscritta a questo liceo. Forse perché me l'hanno consigliato i miei genitori ed Evy, forse per avere almeno un titolo di studio decente, giusto per riuscire a trovare qualche lavoro. Me ne sto pentendo ogni giorno di più.
Il tram si riempie di persone man mano che mi avvicino al centro. In piedi, di fianco a me, c'è un signore sulla cinquantina che si tiene ad una delle maniglie del tram. Ha già una chiazza di sudore enorme sotto l'ascella. "Che schifo" penso.
***
Quando entro in classe noto subito che il mio compagno di banco non è ancora arrivato: per fortuna, non ho proprio voglia di parlare questa mattina. In realtà, non ho mai voglia di parlare al mattino, non ho mai voglia di parlare con le persone, in generale. Per me è molto difficile instaurare discussioni. Ho sempre paura di dare informazioni che possano essere usate come pretesto per prendermi per il culo. Voglio che almeno quest'anno nessuno mi dia fastidio, ho già passato troppo tempo con l'ansia di uscire di casa, con l'ansia di incontrare gente indesiderata. Quest'anno, l'ultimo anno deve finire decentemente. Non dico bene, mi basta una cosa decente.
Il mio compagno di banco entra in classe con un quarto d'ora di ritardo e il professore inizia a fare una ramanzina lunghissima sul fatto che siamo all'ultimo anno, dobbiamo prenderlo seriamente, l'anno prossimo molti saranno all'università, non si può arrivare in ritardo l'ultimo giorno e bla, bla, bla. Il ragazzo che ha causato tutto questo sbraitare è ancora lì, in piedi, di fianco alla cattedra. Ha un'aria talmente spaesata che mi viene da ridere. Ma quando si viene a sedere di fianco a me, ritorno serissima e non gli rivolgo neanche mezza parola.
Ma da piccola non ero così.*spazio autrice*
Scusate ragazzi, non so come sia venuto questo capitolo. Sinceramente non sono per niente concentrata, ma era una vita che non pubblicavamo qualcosa... se trovate errori o qualcosa non vi quadra o non vi piace ditemelo pure.Kissesssss
Ade
STAI LEGGENDO
Ti amo, stronza
RomanceTiffany, una ragazza introversa che deve iniziare una scuola nuova dopo il trasferimento per il lavoro del padre, fatica a fare amicizia e vuole maledire la sua famiglia per essersi trasferita. Per un momento prende in considerazione di tornare a Sa...