Uno

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Urla e non una singola volta, sento un urlo prolungato che qualcuno emmette e so esattamente chi è la voce che ammette quelle grida strazianti: la mia sorellina Elizabeth che io però chiamo Lizzie ed è la persona più dolce e l'unica che io ami davvero e alla quale tenga.
So che è sveglia e vigile e che sogna quello che da piccolo sognavo anche io, ma con gli anni ci ho fatto l'abitudine e ora cerco di essere forte per lei e per mia madre, non posso abbattermi, non oggi.
Oggi non è il giorno per farlo, non che io sia solito a farlo facilmente.
Non so di preciso in passato dove lo Stato in cui vivo fosse collocato e nemmeno mi interessa perché a scuola ho studiato solamente come la Rivolta che scosse il governo e quasi cadde finché non venne eletto una persona in grado di sottometterci tutti farci vivere un inferno, quello che stiamo vivendo non è assolutamente vita, ma è una prigione che per noi è la nostra quotidianità.
Viviamo sottoterra e dobbiamo stare a rigidi orari e se uno disubbidisce o protesta rischia di venire picchiato o frustato a me è successo un paio di volte, cerco di rigare dritto per la maggior parte del tempo, sopatutto oggi.
C'è sempre una persona che disobbedisce agli ordini, ma oggi siamo tutti educati e non ci sogniamo nemmeno di disubbidire agli ordini che ci vengono impartiti, non siamo o almeno io non sono così stupido da farmi punire nel giorno della Scelta.
Non so di preciso se è sempre stato così qui, ma da quando sono nato io si. Ogni estate, il governo e la casa reale scelgono due ragazzi e due ragazze.
Un ragazzo e un ragazza da mandare a lavorare al governo come segretari o qualcosa di simile e una ragazza e un ragazzo vengono mandati nel palazzo reale a lavorare come schiavi per la famiglia reale, schiavi o valletti o camerieri per me non c'è nessuna differenza.
Mi alzo dal letto e infilo i miei piedi direttamente nei miei scarponcini neri, nonostante io sia andato a dormire vestito, il mio abbigliamento è lo stesso da sempre, è solo cambiata la taglia man mano che crescevo: dei pantaloni blu con una maglia a maniche lunghe grigi e una felpa dello stesso colore, nei periodi invernali indossiamo anche una giacca di pelle nera.
Mi alzo e faccio attenzione a non svegliare la mia sorellina e mia madre che dormono tranquille nei loro letti, per fortuna mia sorella è riuscita a riaddormentarsi velocemente.
Non riesco a dormire oggi, sopratutto oggi. Chiudo la porta del nostro dormitorio che ho bloccato con una piccola moneta: tutte le porte alle ore 22 si chiudono in modo automatico e si riaprono alle sette in punto, ma io sono più furbo e sono riuscito a bloccarla in modo che nessuno, nemmeno le guardie che pattugliano i corridoi se ne sono accorte.
Guardo che nel corridoio non ci sia nessuno ed esco dal mio dormitorio, il mio migliore amico dovrebbe avvisarci quando è il momento di raggiungere il nostro luogo sicuro dove nessuno ci potrà mai trovare.
E dopo alcuni minuti lo sento.. quel suono leggero che solo noi siamo in grado di riconoscere, è una musica leggera e soave: è il segnale per cui io e lui e la nostra migliore amica ci dobbiamo trovare nel nostro luogo. Seguo la musica e passo per corridoi vuoti, ci sono certamente delle guardie, ma non le ho ancora incontrate per fortuna, se no sarebbero guai e belli grossi.
La mia migliore amica non è ancora arrivata, ma ci siamo dati appuntamento o forse non verrà.. so molto bene che tutto ci è davvero molto pericoloso.
Ovviamente non ne faccio una colpa alle guardie e tutta colpa del Presidente e della famiglia reale: e odio tutti loro, sopratutto la famiglia reale, loro seguono solo gli ordini, anche se io non seguirei mai ordini del genere.
Finalmente arrivo di fronte alla grata che noi usiamo come porta per il Nostro Posto Sicuro e aspetto che mi apra, spero che sia già arrivato. Stare qui fuori mi mette ansia, non so mai come comportarmi quando incontro una guardia e non sono per nulla bravo a inventarmi bugie, almeno non così su due piedi.
Sento qualcuno che traffica con la porta e poi finalmente la apre e io mi ci infilo dentro prima che qualcuno possa vedermi: non possiamo rischiare, non oggi.
"Newt", mi chiama e mi stringe in un fortissimo abbraccio che io ricambio più per gentilezza che per vero interesse, non voglio ferirlo, non so esattamente cosa io provi per lui, so solo che siamo buoni amici.
Lui cerca sempre il contatto fisico.
"Minho", dico io facendogli un bellissimo sorriso "pronto per oggi?", mi siedo per terra, siamo al buio e ci vedo molto poco, ma so di non aver toccato nulla, quando sento il pavimento duro sotto di me. "Non è ancora arrivata?"
Lui non risponde subito come se volesse soppesare per bene le parole da dire e mi guarda anche se non so con certezza se è davvero quello che sta facendo: siamo al buio.
"No, ma non penso che verrà nella sua zona le guardie pattugliano molto".
Annuisco, è vero lei vive nell'ala est e in quella zona le guardie sono molto più severe che da noi.
"Non saprei", mi dice lui "speriamo di non dover andare no?".
"Fino ad oggi siamo stati fortunati", dico io e mi mordo le unghie perché ho fame e qui la razione di cibo è molto rigorosa e molte volte vado a dormire con lo stomaco che brontola dalla fame, ma ci dobbiamo adattare e se protestiamo veniamo puniti e non siamo così stupidi da farlo oggi anche se vederci prima che le porte si aprino ufficialmente è contro il regolamento.
"Hai fame?", mi chiede lui e non so mai come fa a vederci al buio, ma sa sempre in che situazione mi trovo e il mio stato d'animo come se sapesse leggermi dentro e io non ci posso fare nulla, lui ha una connessione con me che nessuno avrà mai e io gli voglio bene, non so se sono capace di amare.
C'è solo una persona che io ami in questo mondo ed è la mia sorellina che si preoccupa per me, ma che mi rassicura nei miei momenti di crisi. E poi c'è Minho e non so esattamente quale sia il nostro preciso rapporto e non voglio capirlo, ma ho paura che tocchi a lui.
Quest'anno è il penultimo che è sorteggiatile, mentre io ho solo 16 anni e mi mancano alcuni anni e non vedo l'ora che questa tortura finisca.
E poi c'è Teresa, la mia migliore amica, la persona che mi capisce davvero insieme alla mia sorellina e a Minho, ma non è ancora arrivata.
Ogni anno a metà estate siamo obbligati ad assistere alla cerimonia che porterà quattro di noi via di qui: due al palazzo del governo e due al palazzo reale, di solito sono un maschio ed una femmina e per fortuna a me non è mai toccato nulla di simile, ma tutti gli anni ho paura che tocchi ai miei cari, di me non importa.
Minho mi allunga una pagnotta e io alzo il sopracciglio, ma lui non può vedermi quindi dopo averla presa dico: "Come hai fatto ad averla?".
"Ho mandato Chuck nelle cucine", dice semplicemente. Ovviamente Chuck è un ragazzetto di tredici anni, grassottelo, ma che è utile per rubare ed è anche simpatico, anche se non parliamo moltissimo.
Stiamo mangiando il nostro pane con un po' di formaggio rubato dalle cucine quando sentiamo dei rumori fuori dalla porta e subito facciamo silenzio: potrebbe essere Teresa o una guardia, ma entrambi non ci fidiamo.
Mi alzo e guardo dallo spioncino per constatare la presenza di una guardia o della nostra amica e abbiamo fortuna: Teresa si trova di fronte alla porta e continua a guardarsi intorno. Apro leggermente la porta e lei - essendo molto magra ci si infila dentro e la chiudo in fretta: spero che non ci abbia visto nessuno.
Chiudo la porta e mi volto verso quella che è la mia migliore amica che ora sta prendendo anche lei il pane da Minho e si è seduta per terra. Ha i capelli neri lunghi fino alla vita, magra molto magra sembra quasi scheletrica e gl occhi di un azzurro brillante ha la pelle molto pallida, sembra quasi un cadavere.
"Allora Tess"; dico sedendomi in terra di fianco a lei e continuando a mangiare la mia pagnotta con il formaggio "come mai questo ritardo?".
"Ho incontrato delle guardie con i fucili e ho dovuto nascondermi", ci spiega lei dopo che ha finito di masticare il suo cibo "ho dovuto nascondermi e non volevo essere punita, non..", non finisce la frase che la finiamo per lei : "oggi".
La ragazza fa una piccola risata seguita da me e Minho: quest'ultimo ha già finito il suo cibo, mentre io sto mangiando con calma per gustarmi il cibo che non riceverò, non in modo così abbondante e per qualche secondo regna il silenzio.
"Voi due come siete arrivati qui?", ci chiede Teresa.
"Io sono arrivato un'ora fa in modo tranquillo", ci spiega Minho "non ho incontrato nessuna guardia, il che mi è sembrato strano, molto strano".
"Già", dico io e mi passo una mano tra i capelli disordinati, ho finito di mangiare e già mi manca quel misero panino "Anche io sono arrivato qui senza farmi beccare, mi sono svegliato grazie agli urli di Lizzie".
"Fa ancora gli incubi?", mi chiede Teresa e quando annuisco mi abbraccia stretto, il che è strano perché io e lei siamo identici come carattere: lei è molto più bella di me.
Minho ci guarda per qualche istante poi fa un dolce sorriso.
"Voi due stareste molto bene insieme sapete?", dice.
Io scoppio a ridere e Teresa fa una piccola smorfia.
"Lo sai molto bene che sono gay", dico "e Tess è la mia migliore amica e le voglio tanto bene".
Minho fa per dire qualcosa, ma in quel momento un campanello suona e la porta con un suono meccanico si sblocca.
Abbiamo paura che possano scoprirci, ma non viene nessuno, ma la porta è aperta.
Teresa la fa scorrere lentamente e guarda nel corridoio e per fortuna non c'è nessuna guardia nei paraggi.
"Ci vediamo più tardi", dico a Tess e a Minho, viviamo in zone diverse.
Mentre i miei amici procedono verso un corridoio a sinistra io procedo verso un corridoio alla mia destra e facendo con calma mi infilo nel mio dormitorio facendo scorrere la porta: nessuna guardia mi ha visto, ho avuto fortuna. Quando chiudo la porta della mia stanza vedo mia sorella e mia madre che si stanno vestendo.
Io e mia sorella siamo uguali, lei è più piccola di me di due anni e hai i miei stessi capelli biondi solo che i suoi sono lunghi e legati sempre in una treccia laterale e ha i miei stessi occhi marroni ed è magra come me. Mia madre invece ha i capelli castano scuro e gli occhi marroni e mio padre aveva gli occhi verdi e i capelli biondi come i miei e quelli di mia sorella.
Mio padre non c'è più e ora siamo solo io, mia sorella e mia madre.
Io e mia sorella siamo sorteggiabili per la scelta e spero che non tocchi a lei.
"Dove sei stato?", mi chiede mia madre con tono accusatorio già vestita e curata. Non abbiamo il bagno in camera, ma ne abbiamo uno comune e lo possiamo usare a turno. Non mi lascia il tempo di rispondere "forza è il turno dei ragazzi", mi da un asciugamano e io entro in bagno.
Mi svesto e accendo l'acqua, la doccia viene calda e io mi ci infilo dentro, ho solo dieci minuti per lavarmi, poi suonerà il campanello e io dovrò uscire e lasciare posto agli altri.
Il campanello suona fin troppo presto, ma io sono molto veloce e anche nel bagno ci sono le guardie che sorvegliano.
Mi dirigo in camera che divido con mia madre e mia sorella con l'asciugamano stretto in vita e con i capelli ancora bagnati.
Una volta in camera mi asciugo e mi metto un paio di boxer: non mi vergogno a farmi vedere nudo da mia madre e mia sorella: sono la mia famiglia, l'unica che ho.
Loro hanno già fatto la doccia e per oggi non dobbiamo vestirci con la solita divisa azzurra e grigia, ma possiamo scegliere abiti eleganti per la Scelta come se fosse una cosa bella, invece che una tortura. In queso momento anche Minho e Teresa si staranno preparando: spero che non tocchi a loro andare, spero non tocchi a mia sorella.
Spero non tocchi a me e non possono esserci volontari: è contro il regolamento. Se ti offri come volontario ti portano in isolamento e poi ti picchiano o frustano, a me è già successo: sono stato frustato fin troppe volte. Non abbiamo molti vestiti, ma solo quelli che ci offrono e quindi le donne saranno vestite tutte uguali e anche i ragazzi.
Mia mamma indossa un abito rosa pallido lungo fin sotto le ginocchia e ballerine in tinta. I capelli devono essere raccolti in alto mediante una coda o una treccia. Mia madre ha raccolto i capelli in uno chignon, mentre mia sorella è vestita allo stesso modo e ha i capelli biondi raccolti in una treccia.
"Ecco i tuoi vestiti Newtie", mi dice dolcemente la mia sorellina, è l'unica persona al mondo che può chiamarmi in quel modo, mia madre mi fa un piccolo sorriso, ma non ho un bel rapporto con lei.
I miei vestiti sono appoggiati sul letto: dei pantaloni grigi con una camicia blu scuro e ai piedi metto delle scarpe da ginnastiche nere.
Maschi e femmine sono vestiti uguali. I miei capelli sono in ordine, da piccolo gli avevo lunghi, ma me li hanno fatti tagliare corti.
Non parliamo mentre mi vesto forse siamo troppo agitati o comunque non trovo nessun argomento di conversazione, vedo però che mia madre aggiusta il vestito di mia sorella e lei si scansa.
"Andrà tutto bene Newtie", mi dice e mi abbraccia stretto, io la stringo forte a me, le voglio davvero tanto bene e lei che mi da' la forza necessaria per non ribellarmi a questa vita.
"Tesoro", dice mia madre "non ti agitare".
"No, sto bene", dico risoluto, devo essere forte per loro, sono la mia famiglia.
Stiamo in silenzio per un tempo indefinito, stringo le mani di mia madre e della mia sorellina e poi dopo non so quanto suona un campanello e una voce metallica dice: "'tutti sono pregati di radunarsi nella piazza per la Scelta, chi non sarà presente verrà ucciso'.
Non abbiamo scelta dobbiamo andare. Faccio un lungo respiro e poi esco per primo dalla stanza, mia madre e la mia sorellina mi seguono.
La piazza si trova all'ultimo livello ancora più in sotterranea e dobbiamo prendere un ascensore che comunque non ci contiene tutti. Salgo nell'ascensore che si trova nel nostro settore e salgo sopra di esso seguito dalla mia famiglia e nei pochi secondi si riempie di tutte le persone che abitano nel nostro settore: qualcuno lo conosco, altri solamente di vista.
"Ciao Newt", mi saluta un ragazzo alto e di colore: Alby, non siamo proprio amici, ma è un ragazzo simpatico, nel mio settore vive anche Chuck un ragazzino di tredici anni, quello che ha rubato il pane dalle cucine.
"Grazie per il pane", gli sussurro, lui annuisce e mi fa un sorriso. Quando l'ascensore è pieno salgono due guardie con i fucili caricati e si mettono davanti a noi per scortarci.
Il viaggio è molto veloce, tengo la mano della mia sorellina durante tutto il viaggio, ma dovrò lasciarla molto presto.
Arriviamo in meno di un minuto nella piazza sotterranea dove è stato installato un palco, ci sono quattro bocce ognuno ha il nome di uno di noi e oggi avverrà la Scelta.
Appena scendo dall'ascensore scorgo Teresa e Minho che scendono da loro e gli faccio un cenno di saluto, loro ricambiano. Ogni persona della stessa età sta con quelli della propria età, in ordine alfabetico.
Maschi e femmine insieme. Do' un bacio sulla fronte a mia sorella che si va a mettere insieme a quelli di quattordici anni e abbraccio mia madre che si va a mettere insieme agli adulti in un angolo della sala.
Io e Teresa abbiamo entrambi sedici anni, quindi ci mettiamo in fila insieme, ma essendo che il suo cognome inizia con la A si mette quasi in prima fila, mentre io con la N mi metto in fondo insieme ad altri ragazzi magri come me.
Per la Scelta si è sorteggiatili dagli 11 anni fino ai 20, Minho ha 19 anni quindi è ancora sorteggiatile, si mette in fila alla mia sinistra insieme a quelli della sua età.
Nella sala c'è un silenzio di tomba, nessuno osa parlare e quando suona una specie di gong una donna dai capelli neri vestita in modo casual si fa avanti sulla pedana in cui è stato installata un microfono: tutti possiamo vederla e sentirla.Le guardie controllano che nessuno manchi all'appello e quando constatano che ci siamo tutti fanno un cenno alla donna.
"Benvenuti", dice lei con una voce delicata "Benvenuti ad un nuovo anno della Scelta", pronuncia queste parole come fosse un privilegio, ma è tutto così brutto almeno per noi, non ha senso.
"Ci aspetta una grande giornata per alcuni di voi", dice, sembra contenta, super estasiata.
"Prima di cominciare il sorteggio per chi dovrà andare al Governo", continua "alcune piccole parole.. la Scelta è una cerimonia importante e mi aspetto che chi venga scelto porti il massimo rispetto, così vuole il Governo e la famiglia Reale".
Non c'è bisogno che dica ciò, nessuno osa comportarsi male almeno non oggi. Nessuno ci tiene a venire ucciso, mutilato, picchiato e martoriato e messo in isolamento per una settimana senza cibo ne' acqua.
Oggi ci comporteremo tutti bene. La donna di cui non ricordo il nome ci spiega un po' di storia, ma io non l'ascolto, Minho si è girato verso di me e mi fa un piccolo sorriso alzando però gli occhi al cielo, faccio una piccola risatina e il tipo di fianco a me sbuffa impazientito. Guardo dov'è mia sorella per assicurarmi che stia bene.
La donna finisce di parlare siamo obbligati ad applaudire e lo facciamo anche se non ho ascoltato una singola parola di ciò che ha detto. Applaudo insieme agli altri mentre le guardie girano per controllarci, nessuno osa disubbidire.
"Ora", dice la donna una volta che gli applausi sono cessati "è venuto il momento di sorteggiare per chi andrà a lavorare al Governo", si avvicina alla boccia a destra contenente il nome di una ragazza. Prende un foglietto ripiegato con cura, un foglietto a caso e lo spiega e pronuncia il nome: "Harriet", dice e tutti si girano verso una ragazza della mia età di colore con cui ho frequentato qualche lezione, è simpatica.
Lei tutta tremante percorre la strada fra la fila e il palco. Una volta salita sul palco la donna la fa mettere di fianco a lei e noi applaudiamo ancora in segno di rispetto, chi va al Governo è sempre più fortunato rispetto chi va dai Reali che ci trattano come schiavi.
"Ora è il turno dei maschi", dice la donna non facendo caso ad Harriet che sta tremando tutta.
La donna prese velocemente un foglietto, ritorna al microfono e lo spiega: "Ehm Ehm"; si schiarisce la voce " Aris Jones".
Oh caspio.. conosco bene Aris Jones è un ragazzo di 19 anni dalla pelle olivastra e i capelli neri tagliati molto corti: ci ho parlato un paio di volte. E' molto sicuro di se e quando chiamano il suo nome lui percorre la strada a testa alta e quando è sul palco non trema, ma guarda fisso davanti a se'.
Applaudiamo anche per lui. Non siamo dispiaciuti molto per Harriet e Aris, andare al Governo non è bruttissimo a parte stare ad orari rigidi, la cosa brutta è andare dalla famiglia reale, dove sei trattato peggio di una nullità.
"Bene, ragazzi", dice la donna "seguite le guardie", dice e indica due guardie che sono spuntate, i due ragazzi senza dire nulla seguono le guardie e varcano una porta alla sinistra del palco.
"E ora per la famiglia Reale", dice la donna "dovreste essere onorati, la famiglia è molto gentile con tutti ed è un onore servirgli", dice la donna e io alzo gli occhi al cielo, nulla di ciò è vero, ma lei viene pagata per dire tutto ciò.
"Prima le Signore", dice la donna e da un'altra boccia prende un foglietto di carta, lo dispiega e torna al microfono.
Fa che non sia Lizzie, fa che non sia Lizzie, fa che non sia Lizzie, ripeto fra me e me.
"Teresa Agnes", legge velocemente e il mio cuore sprofonda, Teresa non può andare a lavorare da schiava, ma non posso fare nulla.
Lei cammina verso la pedana e stringe la mano alla donna, non piange, è una ragazza forte.
I nostri sguardi si incontrano e fa un piccolo sorriso: un sorriso che non ricambio.
"Ora i maschi"; dice la donna e va alla sfera dove ci stanno i biglietti con i nomi di noi uomini e tira fuori il biglietto, ritorna al microfono e legge il nome.Non è Minho o qualcun'altro che conosco.
E' Isaac Newton.. Newton o solo Newt, sono io. 

Make This Go On ForeverWhere stories live. Discover now