SWEET CHILD O' MINE

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Con i prossimi tre capitoli, ci saranno dei salti indietro nel tempo. Saranno analizzate le storie dei nostri tre protagonisti. Questo primo flashback sarà incentrato su una piccola Alex.

Buona lettura ( scusate l'assenza, gli alieni mi avevano rapita.) 



Alex aprì gli occhi, la stanza era illuminata dalle prime luci del giorno, era sempre stata una bimba mattiniera. Prima di alzarsi dal letto, diede un'ultima occhiata ai suoi orsacchiotti, e poi appoggiò i suoi piedi sul tappetino rosa ai piedi del letto. Mentre usciva dalla sua cameretta si stropicciò gli occhi ancora impregnati dal sonno e ad uno ad uno scese gli scalini che la portarono al piano inferiore, quando ci arrivò, sentì subito un ottimo profumino che le fece brontolare lo stomaco. <<Mamma! Che bello hai cucinato i muffin!>> la donna che stava ai fornelli si voltò e le rivolse un sorriso splendente. <<Hai dormito bene tesoro?>> <<Sì mamma, ho sognato di mangiare tanto cioccolato e che tu e papà eravate con me.>> <<Deve essere stato un sogno magnifico, e Thommy, non c'era nel tuo sogno?>> Alex prima di rispondere guardò il fratellino che sedeva nel seggiolone e poi scosse la testa <<Forse è ancora troppo piccolo.>> disse infine scuotendo le spalle. La bambina guardava con occhi rapiti tutti i movimenti della mamma, partendo dai passi che faceva agli agili movimenti delle braccia di un colore che assomigliava a quello del cappuccino. Guardando la testa di suo madre, vide la coloratissima bandana che le avevano regalato lei e il padre adornarle il capo ormai calvo; lei sapeva che sua madre era malata, quindi ogni sera prima di andare a letto le deva un bacio sulla testa così da farla guarire. Tuttavia tutti i baci del mondo non sarebbero bastati a farla guarire e a salvarle la vita, questo però, Alex non lo sapeva. Mentre la sua mamma stava finendo le decorazioni finali, lei si sedette sul tavolo di fronte al fratellino e iniziò a giocarci, anche se come diceva lei erano meglio quelli finti dato che non iniziavano a piangere dopo un po'. <<Alexandra, cosa avevamo detto sul sedersi sui tavoli? Sei una bimba, non una scimmietta!>>, Alex si voltò verso le scale da cui era scesa lei e guardò il suo papà. <<Papà, finalmente sei sveglio! Mamma ha cucinato i muffin!>> <<Lo vedo tesoro>> le diede un bacio sulla testa e poi si rivolse alla donna <<Buongiorno cara, potevi lasciar fare a me la colazione, devi riposare.>> uno sguardo preoccupato aleggiava sul suo volto. <<Tranquillo Lucas, sto bene.>> diede un bacio al marito e portò i muffin alla bambina. <<Alex, oggi verrà la signora Rose a farti compagnia, okay?>> la bimba lo guardò storto e rispose <<Ma perché?>>. I due genitori si rivolsero uno sguardo comprensivo, <<Tesoro, io devo andare dai quei dolci signori che mi aiutano, ritorneremo presto e poi, giocheremo tutti e quattro insieme. Ti piace come idea?>>, la bambina parve pensarci un po', però poi si affrettò ad annuire. Detto questo, Lucas accese la radio e iniziò a fischiettare una canzone dei Beatles che stavano passando; prendendo poi la moglie per i fianchi e iniziando a ballare con lei. I due ballavano con il cuore pieno di gioia e i sorrisi che sembravano paralizzargli le guance. Alex assistette estasiata alla scena, facendo ballare anche il piccolo Thommy. La felice scena famigliare si fermò, improvvisamente. Le immagini scorrevano lente davanti agli occhi di Alex, la madre si accasciò tra le braccia del marito, quest'ultimo sembrava aver perso tutta l'allegria. La bimba rimase impalata a guardare il padre che scuoteva la madre, non ricevendo alcuna risposta; Lucas corse al telefono e chiamò il 911. Alex si avvicinò alla donna cercando di svegliarla, il padre lo stava facendo nel modo sbagliato: lo sapevano tutti che per svegliare una persona bisogna darle tanti baci e tante carezze. Lucas alla vista di quella scena, si fermò e le fissò. Alex si stacco dalla madre solo quando i paramedici la allontanarono, o meglio dire la staccarono con la forza. Lucas, in lacrime, prese sua figlia tra le braccia iniziarono a dondolare; finché un paramedico gli si avvicinò. Tutto quello che Alex sentì dopo, furono solo stralci di conversazioni "il cuore ha ceduto" "non avrebbe potuto fare niente" "le sarebbero rimasti ancora poche settimane" "mi dispiace molto". Alex continuava a non capire, andò da Thommy e ci giocò un po', lo prese e lo portò in camera sua.

I giorni seguenti passarono velocemente, con persone che andavano e venivano, sua nonna che nascondeva le sue lacrime dietro il suo hijab e suo padre che ogni sera si rinchiudeva in camera con una bottiglia di acqua che a lei non era permesso bere. Il giorno del funerale arrivò e casa sua era stranamente silenziosa, tutte le persone che c'erano state sembravano essersi volatilizzate. Sua nonna, Malika, la aiutò ad indossare il suo abitino nero, poi fece lo stesso con Thommy. Il viaggio verso la chiesa fu veloce, e quando scese dalla macchina vide di nuovo tutte quelle persone tristi; Alex non capiva il perché di tutta quella tristezza, sua madre si sarebbe svegliata, glielo aveva promesso: sarebbero state assieme per sempre. La funzione fu lunga e noiosa, e quando finalmente finì, Alex si sentì sollevata. Tutte le persone presenti si riunirono fuori e si incamminarono verso il cimitero lì vicino. Alex continuò a camminare finché non vide una buca, si sporse ma non vide niente. Il padre le disse di non sporgersi troppo e lei tornò al suo solito posto, ovvero dietro le gambe del padre. Quando tutta la folla fu arrivata, il prete continuò a parlare, poi Lucas prese parola. Tutti rimasero in silenzio. << Zahra...>> Lucas prese un grande respiro e continuò <<sei stata il mio tutto per tutti questi anni, sei stata il mio cuore, i miei polmoni, i miei occhi e l'aria che respiravo. Hai reso la mia vita migliore, hai preso questo involucro fatto di carne e lo hai reso un uomo, un uomo vero. Ed ora, non posso che ringraziarti per aver fatto tutto questo; ma ora mi ritrovo anche ad odiarti perché mi hai lasciato da solo, perché hai preso tutto da me e poi te ne sei andata...>> la voce gli si incrinò. Malika lo accompagnò al suo posto e poi disse solamente una frase in arabo << Ja ibnati, inti dajman maAja>>. Alex guardò sua nonna negli occhi e iniziò a capire che forse sua madre non sarebbe mai tornata, volse lo sguardo verso suo padre e vide solo l'ombra dell'uomo che era una volta. Si guardò le scarpine lucide e si morse l'interno della guancia per non piangere, sua madre sarebbe tornata, ne era sicura non doveva pensare alle sciocchezze. <<Tesoro, dovresti salutare la mamma, ora è andata in un posto migliore>> sua nonna la guardava con tristezza velata. Alex urlò. Urlò con tutta la forza che aveva. <<Smettetela, la mamma ritornerà! Lei me lo ha promesso!>> tutte le persone la guardarono con un misto di tristezze e pena. <<Andiamo tesoro, torniamo a casa è stata una lunga giornata.>> Lucas la prese in braccio e si avviò verso la macchina. Il viaggio fu silenzioso, solo i discontinui singhiozzi di Lucas lo spezzavano. <<Papà, è vero che la mamma non tornerà più?>> l'uomo la fissò attraverso lo specchietto retrovisore, sospirò. <<Mamma ora non c'è più, non sarà più con noi. Non preparerà più la colazione, non canterà più le sue canzoni preferite e non ti darà più la buona notte; ma ti giuro che nonostante questo, lei sarà sempre con te, la sentirai ovunque. E un giorno, molto lontano, la vedrai di nuovo. Te lo prometto.>> Alex lo guardò con gli occhi pieni di lacrime mentre si mordicchiava il labbro inferiore con i piccoli dentini. <<E come faremo ora papà?>> lui la guardò ancora non sapendo come risponderle, alzò solamente le spalle. Sperò solamente che tutto sarebbe andato per il meglio.

Arrivati a casa, Lucas prese Thommy e lo mise sul divano, fece la stessa cosa con Alex e iniziò a parlare <<Da oggi in poi saremo solo noi tre, ci impegneremo tutti per andare avanti. Io giuro su Dio che mi prenderò sempre cura di voi due piccoli mostriciattoli. Alex, tu giuri di stare sempre al fianco di tuo fratello e di non mangiare troppa cioccolata?>> lei annuì con forza e fece il saluto militare. Lucas guardò il piccolo Thommy e pur sapendo che non avrebbe ricevuto una risposta gli fece una domanda <<E tu piccolo Thommy, prometti di non farmi penare troppo?>>, prese il vagito che seguì come una risposta affermativa. Lucas si passò le mani sul volto e portò il piccolo a dormire. Gli cantò la stessa ninna-nanna che Zahra cantava sempre anche ad Alex, e quando vide che Thommy aveva chiuso gli occhi scese di nuovo al piano inferiore. Entrando nel salotto, notò che c'era troppo silenzio. Infatti non rimase sorpreso quando vide Alexandra stesa sul divano che sonnecchiava. Prese anche lei in braccio e si diresse verso la sua camera, quando la poggiò sul letto, la bimba parlò sottovoce <<Ti voglio bene papà.>>, Lucas la guardò con le lacrime agli occhi <<Ti voglio bene anche io bambina mia.>>

1987Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora