Il fatidico giorno arrivò: il pomeriggio i ragazzi dell'Accademia avrebbero partecipato alle audizioni per il balletto Il Lago dei Cigni. Erano le sette del mattino ed Emma era sveglia da un paio d'ore, un po' per l'ansia e un po' a causa delle sue compagne di stanza, le quali rumoreggiavano e chiacchieravano nel pieno della notte perchè l'adrenalina causata dalle audizoni le teneva energiche come se avessero dormito nove ore. Emma era pronta per andare a scuola da parecchio tempo, infatti quando si accorse che non riusciva a riaddormentarsi non perse tempo stando con le mani in mano e decise di portarsi avanti. Alle 7.02 era già davanti alla fermata dell'autobus, ma non era sola. Stefania si trovava a qualche metro più a destra di Emma, probabilmente anche lei aveva avuto problemi di insonnia. Stava guardando il telefono, per fingere di non aver visto Emma e per non salutarla, con lei c'erano alcune sue compagne di scuola. Arrivato l'autobus Emma timbrò il biglietto e si sedette su uno dei sedili doppi. Accanto a lei c'era una signora sulla sessantina che attaccò bottone all'istante "Io sto andando al mercato, la mia amica Luigina doveva aspettarmi davanti alla fermata, ma si è sbagliata e ha preso l'autobus che porta dall'altra parte della città..." continuò il discorso criticando molto i tragitti degli autobus mal segnati. "E tu cosa fai così presto sull'autobus?" Chiese ad Emma, che era ormai assopita dal discorso della vecchietta "Er... io sto andando a scuola" rispose Emma, un po' dubbiosa "Ah bene bene. Sei proprio magra eh, dovresti mangiare un po' di più a parer mio..." e iniziò a criticare anche le persone 'troppo' magre. "Saresti proprio carina, se non avessi un volto così spigoloso". Emma guardò fuori dal finestrino, dato che non aveva contato le fermate non sapeva tra quanto dovesse scendere. Nel momento in cui capì dove si trovava rischiò di svenire. Sonnicchiando non si era accorta di aver superato la fermata davanti alla scuola da un sacco di tempo. Saltò giù dall'autobus alla velocità della luce prima che la vecchietta si accorgesse di essere rimasta a parlare da sola. Corse più veloce che poteva, aveva solo cinque minuti per raggiungere la scuola ed entrare in classe. Non poteva arrivare in ritardo ancora, dato che ne aveva già ritardato parecchie volte avrebbe preso una nota sul registro. Era quasi arrivata, riusciva a vedere la scuola in lontananza quando suonò la campanella. Era sulle scale, stava salendo gli scalini a due a due, ma "AAAAH!" Si inciampò e prese una storta. Un'altra studentessa, che era in ritardo come Emma, le si avvicinò, la raccolse da terra e la accompagnò in classe. Entrata si sedette al proprio posto: l'insegnante non era ancora arrivato. "Dannazione!!!!" Pensò Emma "proprio il giorno delle audizioni dovevo farmi male?" Dato che il professore non sembrava arrivare, Emma uscì dalla classe per chiedere a una delle bidelle sedute alla scrivania verdognola del personale ATA se potesse andare in infermeria a prendere del ghiaccio. La bidella disse che non poteva andare da sola e che doveva farsi accompagnare da un insegnante o un adulto. La donna che stava parlando con Emma, disse di non poterla accompagnare perchè doveva sorvegliare una classe scoperta, così pigliò il primo studente di passaggio e gli chiese "Che classe fai?" Questo ragazzo, che era un po' imbarazzato, all'inizio si guardò intorno e poi disse "quinta" con la voce roca di uno che si è appena svegliato. Il ragazzo in seguito accompagnò Emma in infermeria, che prese il ghiaccio sintetico e si separò dal maturando, il quale entrò nella sua classe e la salutò con la mano. Lei invece si diresse verso la sua, almeno è quello che pensò di fare, infatti pochi secondi dopo sbirciando attraverso la fessura di una porta, vide Andrea e Federico chiacchierare allegramente come se l'insegnante non fosse in aula. Federico, che tra i due era il più sveglio, notò la presenza di Emma e, sempre con molta nonchalance, uscì dalla classe. "Cosa ti sei fatta?" Chiese, dimenticando di essere a scuola e di non poter uscire dall'aula a piacimento. Emma non ebbe il tempo di rispondere perchè la professoressa che stava facendo lezione nella classe di Federico uscì dall'aula e si rivolse prima al ragazzo e poi alla ragazza "Non si può uscire durante la lezione senza il permesso dell'insegnante" disse al primo, poi continuò "Questa signorina è una compagna di classe in ritardo?" A quanto pare la professoressa in questione stava facendo supplenza e non conosceva gli alunni. "Sì" rispose prontamente Federico. Emma però, non era così pronta e l'affermazione le fece spalancare gli occhi. E ora come faceva? Se era presente in 3B non poteva esserlo anche in 1B. Ma il suo prof non era ancora arrivato quando era entrata in classe, quindi non sapeva che la ragazza era a scuola. Allora Emma avrebbe trascorso un'intera giornata nella classe di Federico! Non aveva più tempo di riflettere, ormai lei e il compagno erano ritornati in aula e stavano assistendo alla solita scena: la tipica supplente che cerca di mettere un film sulla LIM, con scarsi risultati. Emma si sedette all'unico posto libero: davanti a Federico. Questo le rifece la domanda che le aveva posto prima di essere interrotto dall'insegnante ed Emma gli raccontò tutto. Federico rimase un po' sorpreso, ma poi fece una smorfia di rimprovero: doveva fare più attenzione a non farsi male, specialmente il giorno delle audizioni! Poi si alzò intento a uscire nuovamente dalla classe, quando Stefania lo afferrò "Non puoi andartene di nuovo, rischi di prendere seriamente una nota" che lo avesse detto per gelosia o che lo avesse detto per bontà, aveva ragione. Così Federico chiamò il suo più caro amico, Andrea, e gli chiese di andare in infermeria per prendere delle bende. Dopo pochi minuti il ragazzo tornò si avvicinò ad Emma e a Federico e chiese "Che cos'è successo?". La ragazza raccontò la storia per la seconda volta e nel frattempo Federico le fasciò la caviglia. Le sue mani erano delicatissime sulla pelle di Emma, ma nonostante ciò le fasce avvolgevano strettamente il piede della ragazza, che sarebbe dovuto stare a riposo tutta la giornata. Subito dopo aver fasciato la caviglia Federico se ne andò, trascinato via dalla sua fidanzata possessiva. Emma e Andrea rimasero a chiacchierare del più e del meno fino alla fine della lezione, poi però entrò un professore che insegnava abitualmente nella classe di Federico e che per un pelo non vide Emma, la quale al suo ingresso si era nascosta dietro la porta. Ora la ragazza doveva assolutamente uscire dall'aula, perchè se fosse stata scoperta avrebbe rischiato un richiamo grave o addirittura la sospensione. Andrea fece l'occhiolino ad Emma e poi disse ad alta voce "Prof, ma lei non la sente questa puzza di studenti?" L'insegnante fissò un attimo il ragazzo, che si era rivolto al superiore in modo un po' troppo diretto. Poi però rispose "Sì, hai ragione" e così dicendo marciò verso la finestra per spalancarla. La finestra si trovava al lato opposto della porta, così Emma in quei pochi secondi riuscì a sgattaiolare fuori dall'aula. Ora però non poteva ritornare nella sua classe, non aveva la giustificazione del 'ritardo' perciò non l'avrebbero fatta entrare. Allora Emma si avviò al piano terra, dove si trovava l'uscita. Sarebbe potuta rimanere nei dintorni del teatro per riposare la caviglia, che non aveva smesso di farle male. Scendendo le scale non incontrò bidelli, che probabilmente erano altrove. Quando finalmente si trovò vicina alla porta colse l'attimo e fuggì dall'ambiente scolastico per addentrarsi nell'ammasso di anziani che, essendo pensionati, vagano senza meta per le vie del centro di Milano anche la mattina presto. Emma si sedette su una panchina in una piazzetta decisamente meno affollata di Piazza Duomo, appoggiò la schiena al sedile ansimando: correndo la caviglia le si era leggermente gonfiata e l'unico modo per evitare di peggiorare la situazione era riposare per un po' con il piede sulla panchina. Dopo una manciata di minuti una donna dagli abiti arabeggianti si avvicinò ad Emma e le si sedette a fianco.Hey!!! Finalmente sono riuscita a pubblicare il capitolo delle audizioni, anche se come avrete notato, è diviso in più parti, altrimenti sarebbe venuto lunghissimo. Buona lettura!!! ;)
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Nonostante Tutto Danza
Novela JuvenilSe vi piace la danza questa storia di sicuro fa per voi, infatti qui vi narrerò le avventure di Emma e di altri ballerini che tutti i giorni al teatro La Scala si allenano con l'obbiettivo di diventare professionisti. Ci sarà gioia, rabbia, tristezz...