Capitolo 1 - Incontro

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Poggiai pigramente la matita sulla scrivania che andò a confondersi con la miriade di evidenziatori già in precedenza sparpagliati. Erano già le 18, guardai fuori dalla finestra; il sole era già tramontato lasciando il suo dominio al buio, l'inverno era decisamente arrivato.
Risi da sola a quella constatazione, mi sentivo molto Jon Snow, e realizzai che tra qualche giorno sarebbe uscita una nuova puntata di Got, dovevo assolutamente vederla insieme alle altre.

Sbadigliai sonoramente portando automaticamente la mano alla bocca e stropicciandomi gli occhi in seguito.
Ero stanca di studiare, avevo rimandato gli esami più volte nel corso degli ultimi mesi, la speranza della laurea sempre più lontana.
Vivevo in una fase di ansia, angoscia interiore e voglia di abbandonare tutto, mancavano solo 5 esami al grande obiettivo, ma la mia voglia di studiare se ne era andata da tempo.
Presi il cellulare decisa a fare una piccola e innocua pausa, e trovai un messaggio di Sting, il mio ragazzo.

" cinema questa sera? 🍿 "

Sorrisi come un'ebete allo schermo, avrei dovuto studiare, la mia coscienza scalpitante me lo ricordava ogni minuto, ma come rifiutare film e pop corn??

" certo! A che ora? "

" ti passo a prendere per le 20, sii puntuale! 😌"

" lo sono sempre 🤓 "

Bloccai il telefono e mi lanciai sul letto per metterlo in carica, errore madornale, non mi sarei più alzata se non per uscire, forse. Generalmente ero una persona molto attiva e solare, piena di voglia di fare, ma quando mi prendeva male ero capace di passare giornate in pigrezza assoluta procrastinando qualsiasi cosa, tranne i pasti, quelli erano sacri.
Passai mezz'ora del mio tempo a guardare le storie di Instagram, quando il suono del campanello mi destò dal mio torpore.
Mugugnando mi alzai per andare ad aprire, quello era uno dei pochi momenti in cui rimpiangevo il fatto che la mia coinquilina non ci fosse quasi mai.
Infilate ai piedi le ciabatte panna con il pelo, una vera cafonata ma molto calde e comode, mi diressi alla porta.

- chi è? - domandai sollevandomi sulle punte dei piedi e cercando di vedere attraverso lo spioncino, dove riuscii a intravedere soltanto dei capelli rosa.
Che strano colore per dei capelli pensai.

- ciao! Scusami sono il tuo vicino, ho bisogno di aiuto - mi rispose avvicinando a sua volta l'occhio allo spioncino. Mi domandai che senso avesse farlo dato che non sarebbe riuscito a vedere nulla, ma erano comunque affari suoi.

Non potevo essere sicura che fosse realmente il mio vicino, mi ero trasferita in quell'appartamento solamente da un paio di mesi e non conoscevo la maggior parte degli inquilini.
Però decisi di aprire la porta, ero fiduciosa verso il prossimo.

- ciao vicino! Che ti é successo? - domandai osservandolo.

Era oggettivamente un ragazzo bellissimo, aveva i capelli rosa, folti e scompigliati, gli occhi verde smeraldo e un sorriso imbarazzato a contornare il tutto.
Era alto, circa una decina di centimetri più di me, portava un giaccone aperto di colore nero bordato di bianco e una sciarpa dei medesimi colori a quadri.
Mi ero imbambolata a fissarlo, diavolo
dovevo assolutamente darmi un contegno, dopotutto ero fidanzata.

- ecco, i miei coinquilini sono tornati a casa per il week end e non sono riuscito a rientrare prima che loro partissero -

- e quindi? - lo incitai a continuare

- e quindi io ero senza chiavi e ora mi trovo chiuso fuori! Ho provato a chiamare più volte la mia padrona di casa ma non mi risponde - mi spiegò guardando il telefono, probabilmente controllando se lo avessero richiamato

- e io come posso aiutarti? -

- mi servirebbe qualcosa per provare ad  aprirla! Mi è già successo in passato e ci ero riuscito -

Come petali di ciliegioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora