6. Confessione nella neve

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Il criminale seguì in silenzio il ragazzino dai capelli verdi.
La neve gli entrava nelle scarpe, il freddo gli pungeva il naso e le guance, ma lo raffreddava talmente tanto da congelare anche i suoi bollenti spiriti.
Non l'avrebbe mai ammesso, ma era felice di essere stato fregato. Di poter fare un salto all'esterno, dopo tutto quel tempo passato a soffocare.
Odiava il freddo più di ogni altra cosa, ma l'aria che aveva preso a pungergli la faccia ed a riempirgli i polmoni, era la migliore che avesse respirato, da Capodanno a quella parte.
Una leggera brezza soffiò tra i suoi capelli e gli provocò un brivido lungo la spina dorsale.
Una lieve tristezza lo pervase in un istante.
Odiava il freddo soprattutto perché gli ricordava le serate passate con la persona che amava.
Nel letto, a scaldarsi a vicenda.
Ricordi anche troppo dolci, per uno come lui.
Ricordi che lo rendevano debole, ma senza i quali non avrebbe mai potuto vivere.
Bakugou attese che Midoriya trovasse una panchina di suo gradimento tra le tante disponibili nel parco e con le mani fisse in tasca si sedette sullo schienale della stessa, poggiando i piedi sul legno ove, in teoria, bisognerebbe sedersi.
Midoriya, al contrario, si sedette nel modo ordinario, tremando da capo a piedi.
<<Hai freddo?>> Chiese Bakugou, lievemente irritato.
<<No...non proprio.>> Mormorò il ragazzino.
Katsuki abbassò la testa fino all'altezza dell'altro, piegando praticamente tutto il corpo.
<<E allora perché tremi?>> Domandò con un ghigno sul volto.
Vedendo la spaventosa faccia del biondo il ragazzino sobbalzò e si allontanò, sedendosi un po' più in là.
Non rispose, si limitò a fissare il suo sguardo a terra e a serrare i pugni sul quadernino che si era portato appresso.
Bakugou sospirò sonoramente.
<<Guarda che non ti mangio mica.>> Disse, raddrizzandosi.
Izuku non rispose.
<<Mi hai fatto solo un po' incazzare all'inizio, ma ora sono tranquillo, lo giuro.>> Insistette il biondo.
Midoriya non proferì parola, limitandosi ad aprire il suo quaderno ed a scarabocchiare qualcosa.
Bakugou si alzò e saltò a piedi pari giù dalla panca per poi accovacciarsi dinanzi a Izuku, tenendo le mani salde in tasca.
Se ne fregava della neve attorno a lui, la quale, grazie al suo movimento, si era mangiata la sua gamba fino al ginocchio.
Il suo sguardo acceso era fisso sul ragazzino.
<<Non mi piace essere ignorato.>> Ringhiò.
Gli occhi del verdino si sgranarono e si fissarono in quelli del biondo.
<<Ma se mi hai chiesto tu di farlo!>> Protestò Izuku, portandosi il quaderno al petto.
Katsuki riconobbe a Izuki la ragione, roteò gli occhi sbuffò e tornò a sedere al proprio posto.
Midoriya strinse nuovamente i pugni e decise di spostare su altro la propria attenzione.
Gli venne un'idea, e prese a scriverla sul proprio quaderno.
Bakugou, al contrario, chiuse gli occhi, cullato dalla brezza e dal grattare lieve della penna sulla carta.
<<Cosa stai scrivendo?>> Domandò dopo qualche minuto.
Sempre titubante, il verdino prese coraggio, respirò a fondo e disse:
<<Ehm...stavo pensando che, se vogliamo fingere di essere amici agli occhi dei medici, dovremmo darci dei soprannomi o roba simile...>>
Fingere?
Pensò il biondo.
Sorrise, stupito dall'ardire di quel piccoletto.
Mi piace.
Si disse.
Mai avrebbe pensato che quel nanerottolo sarebbe stato in grado di ribellarsi ad una qualche autorità.
<<Va bene.>> Rispose il criminale, davvero curioso.
Midoriya alzò gli occhi incredulo ed accennò un sorriso, per poi scrivere sulla carta Bakugou e poco distante Katsuki.
Azzeccò al primo colpo tutti gli ideogrammi.
Notevole.
Si disse il biondo.
<<Allora...>> Iniziò Midoriya, <<...stavo pensando che Bakugou-kun fosse troppo formale e che allo stesso modo lo fosse Katsuki-kun. Perciò se vogliamo dare l'idea di starci reciprocamente simpatici...dovremmo trovare qualcosa di più espansivo, più amichevole...se non addirittura infantile.>> Vi pensò un po' su.
<<Katsuki-chan, magari?>> Chiese.
Il biondo sbuffò.
<<Fa schifo.>> Commentò grattandosi il mento, <<Sono d'accordo sull'idea del confidenziale e quant'altro, ma almeno trovane uno che suoni bene.>>
Il verdino ci pensò ancora un po'.
Scrisse Katsuki-chan e subito dopo tolse la Ka dallo stesso, lasciando solo Tsuki-chan.
Bakugou fece una prova con la pronuncia.
<<Non si può sentire.>> Commentò, nuovamente insoddisfatto.
Midoriya ci pensò ancora.
<<Ka-chan?>> Chiese allora.
G più interessante.
<<Prova a dare un tono più deciso alla C, se no sembra moscio.>> Disse il teppista.
<<Intendi...Kacchan?>> Domandò poi.
<<Beh...fa sempre schifo, intendiamoci, ma è comunque meglio di Tsuki-chan.>>
Midoriya sorrise, visibilmente sollevato.
Prima che il silenzio ricadesse tra i due, Bakugou fregò il quaderno dalle mani di Midoriya e prese a sfogliarlo.
<<Bene. Abbiamo trovato il mio soprannome, ma del tuo che mi dici?>> Domandò scherzosamente.
<<Ci stavo pensando...>> mormorò Izuku, in parte grato del fatto che Bakugou non avesse lasciato morire la conversazione.
<<Scrivi il tuo nome.>> Ordinò Katsuki, porgendogli nuovamente il taccuino.
Lui eseguì, ammutolito.
<<Si legge Izuku.>> Spiegò diligentemente.
Bakugou prese a ragionarci su.
Allora, vediamo...
<<Izuku-kun? No, inascoltabile.>> Si disse Bakugou senza nemmeno aspettare una risposta.
<<Izu-kun? No, è stupido.>>
Lesse il nome un paio di volte, ci pensò e ripensò piuttosto a lungo.
<<Perché non Deku?>> Chiese poi, <<Può essere letto anche così, no?>>
Il sorriso del più piccolo si spense di colpo.
<<Hey!>> Protestò, <<Non sono un buono a nulla!>>
<<Però sei una bambola di legno.>> Rispose Katsuki, canzonandolo, <<Lasci che tutti ti facciano quello che pare a loro.>>
Gli lanciò addosso taccuino e penna, i quali rimbalzarono sul suo corpo e caddero nella neve.
Izuku si chinò a prendere il taccuino, ma la penna andò perduta, in mezzo allo spesso velo bianco.
<<Non è vero.>> Borbottò il verdino.
<<Guarda che ho visto tutte le pillole che ti fanno buttare giù, tutti i controlli periodici che fanno ai tuoi tagli, nonché tutte le sedute dallo psicologo e tutte le altre stronzate.>> Rispose il biondo, irritato, <<Solo una stupida bambolina inanimata si farebbe mettere i piedi in testa in quel modo.>>
Detto questo, saltò nuovamente giù dalla panchina.
<<Chiunque con un minimo di palle si ribellerebbe all'istante.>>
Una breve pausa e poi, <<Vuoi negarlo, Deku?>>
Gli voltò le spalle e iniziò ad incamminarsi con passo lento e tranquillo verso la porta da cui erano usciti.
<<I-Io non...io non posso!>> Urlò Midoriya da dietro di lui.
Katsuki si girò nuovamente verso il più piccolo, un sopracciglio inarcato, lo sguardo interrogativo.
<<Non posso ribellarmi, per quanto vorrei!>>, alcune lacrime iniziarono a rotolare giù dalla sue guance, <<Non posso...per via di mia madre...>>
Katsuki fu seriamente sopreso da quella confessione.
Cosa c'entra sua madre?
<<Non posso ferirla ulteriormente...>>
Izuku si erse in piedi, accanto alla panca.
Il quaderno stretto in una mano, le braccia distese lungo i fianchi, gli occhi pieni di altre lacrime, pronte a sgorgare.
<<Lei mi già ha visto tentare il suicidio!>> Esclamò di colpo, e Katsuki non potè fare a meno di sgranare gli occhi.
<<Mia madre ha vissuto per me, ha rinunciato a tante cose per me, mi ha cresciuto, riempito d'affetto e d'amore, ma io non sono riuscito a farmi bastare ciò che lei era in grado di darmi!>> La voce si Izuku si ruppe, tuttavia lui proseguì noncurante:
<<È per lei che me ne sto buono qui, è per lei che io vivo!>> Urlò tra le lacrime, <<Io...io non posso...farle altro male...>>

Angolo autrice
I complessi di Deku sono venuti alla luce.
Almeno, uno dei tanti.
Come reagirà Bakugou a tale confessione?
Al prossimo cap per scoprirlo!
Ciau^^

Wrong Together (BakuDeku)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora