34. Questo è il capolinea

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Izuku si sentì come trascinato fuori dall'oscurità e dalla miseria che avevano caratterizzato la sua vita per anni.
Sgranò gli occhi a quelle parole.
Vieni con me e comincia a vivere.
Al solo pensiero di una vita fuori da quelle quattro mura, Izuku prese a tremare.
Un po' per la paura, un po' per l'eccitazione.
Non conosceva il lato più cupo del mondo esterno e Katsuki proveniva da esso.
Andare con lui significava venirne risucchiati.
Se fossero fuggiti, sarebbero diventati ricercati, e se li avessero presi, li avrebbero separati.
Ma quell'idea, per quanto terribile, non lo spaventava.
Katsuki aveva fatto la sua dose di cazzate durante il suo periodo all'ospedale, aveva rischiato, scommesso, per così dire, e ne era quasi sempre uscito vincitore.
Era stata una scommessa rubare la chiave, come lo era stato portare Izuku fuori per una notte.
Quella sarebbe stata solo un'altra scommessa, un'altra cazzata; ma se fosse andata male non sarebbero più potuti stare assieme.
Sarebbero potuti finire entrambi in carceri diverse, nella peggiore delle ipotesi.
Ma nella migliore, avrebbero vissuto.
Per quanto il bilancio sarebbe potuto non sembrare equo agli occhi di altre persone, l'idea di vivere con la persona che amava, anche a costo di rischiare di perderla, e con essa, perdere tutto, non turbava Izuku.
Neanche un po'.
Aveva finalmente trovato qualcuno che amava e che, cosa più importante, lo ricambiava.
Aveva trovato l'amore.
Mai gli era capitato.
E non gli sarebbe capitato mai più.
Guardò Kacchan: il suo volto preoccupato, la sua pelle sudata e tremante, i suoi occhi colmi di paura e speranza.
Il biondo desiderava davvero averlo con sé.
Ed era la prima persona al mondo a desiderare di averlo con sé.
L'unica.
E ad Izuku non serviva altro.
Voleva amare ed essere amato.
Tanto gli bastava.
Alcune lacrime solcarono il viso del più piccolo.
Lacrime di gioia.
Annuì piano dinanzi agli occhi spalancati dell'ormai affermato compagno.
Katsuki sorrise.
Abbracciò Deku con tutte le proprie forze e lo baciò di nuovo.
Una bacio delicato, salato per via delle lacrime.
<<Sei...sei felice?>> Domandò Izuku timidamente.
Il biondo lo guardò con benevolenza.
<<Ora sì.>>

Quando quella sera Kacchan fu nuovamente portato via da Iida, Izuku si sedette al proprio tavolino, con in mano il suo quaderno degli schizzi.
Strappò una pagina dal piccolo taccuino e scrisse una breve lettera alla madre, che poi cacciò sotto il proprio cuscino.
Si vestì da capo a piedi, dopodiché, come aveva fatto poco tempo prima, si mise sotto le coperte ed attese.

Katsuki salutò Iida con un cenno del capo, quando lo lasciò nella propria stanza.
Attese qualche minuto, il tempo necessario perché il poliziotto si allontanasse, poi riprese i vestiti dell'ospedale che tempo prima aveva cacciato nella lavatrice e li appallottolò, nascondendoli sotto la propria giacca.
Estrasse il telefono da sotto il letto e se lo ficcò in tasca.
Prese la chiave elettronica dall'armadio e la utilizzò per slacciarsi la cavigliera.
Avrebbe fatto di tutto per far perdere tempo alla polizia, perciò la nascose all'interno della lavatrice che poi chiuse con un colpo secco.
Si tenne stretti addosso gli indumenti dell'ospedale e si portò alla finestra.
Si volse verso la piccola stanza, salutando col pensiero quelle quattro mura che avrebbero accolto per sempre alcuni dei suoi ricordi, sia dolci che amari.
Pensò che non fosse il momento per la nostalgia, che sarebbe dovuto andare, ma non riusciva a non pensare a tutte le notti passate con Kirishima, fino a quella in cui si erano separati.
Deglutì.
Non era il momento di pensare a lui.
Deku era là e lo stava aspettando.
Prese un profondo respiro, dopodiché uscì dalla finestra e la richiuse.
Non avrebbe più oltrepassato quel vetro.
Non sarebbe più passato attraverso quella porta.
Non si sarebbe più addormentato in quel letto scomodo come la pietra.
E più di ogni altra cosa, non si sarebbe fatto beccare di nuovo.
Camminò con attenzione lungo il cornicione fino a raggiungere le scale.
Vi saltò sopra, sorreggendo i vestiti e controllandosi le tasche, subito dopo essere atterrato.
Non aveva perso nulla.
Percorse velocemente la scalinata in ferro ed una volta giunto a terra, s'incamminò con passo veloce verso l'ospedale.

La prima cosa che fece Bakugou una volta oltrepassata la soglia, fu entrare nel primo bagno che trovò.
Lì indossò la tuta, si mise i guanti, si coprì il capo col cappuccio ed il viso con la mascherina.
Quando fu certo di essere irriconoscibile, uscì dal bagno e s'incamminò a sguardo basso verso il piano in cui si trovava Deku.

Izuku sgranò gli occhi di colpo quando la porta si aprì, certo che si trattasse di lui.
Sorrise non appena lo riconobbe.
Per fortuna, per quanto fosse conciata male, la tuta che aveva addosso non era abbastanza sporca da destare sospetti da parte degli infermieri.
Si alzò dalle coperte, gli andò incontro e lo abbracciò a tentoni.
<<Pronto?>> Chiese Katsuki, in quella stanza buia come la pece.
I due a malapena si vedevano, ma riuscivano a toccarsi.
Poca luce giungeva dai lampioni presenti nel parco centrale, e di certo non bastava ad illuminare entrambi.
Il ragazzino più piccolo guardò quella sorta di salvatore con occhi sognanti.
<<Sì.>> Disse piano, e fu così che anche Izuku si cambiò ed i due si avviarono.

Fecero lo stesso identico percorso, sempre con la sedia a rotelle e con la stessa modalità.
Giunsero all'uscita secondaria, quella di emergenza, senza guardare in faccia anima viva.
L'unica differenza fu che, a termine impresa, accatastarono i vestiti sulla sedia a rotelle e la nascosero in uno stanzino recondito, sperando che fosse trovata il più tardi possibile.
Quando aprirono la porta d'uscita, Bakugou calciò lontano la tegola che aveva permesso ad entrambi di rientrare la volta precedente, come simbolo del fatto che non importava cosa sarebbe accaduto, quella porta si sarebbe per sempre chiusa alle sue spalle, e lui non sarebbe più tornato.
Izuku, per contro, rimase impalato sulla soglia per un'istante.
Teneva aperta la porta d'emergenza con la mano, i piedi ben saldi sul bordo.
Quel piccolo scalino gli parve un burrone.
<<Sei ancora in tempo per tornare indietro.>> Gli sussurrò Katsuki, tentando di nascondere la sua presunta sofferenza sotto una maschera di calma e pacatezza, <<Una volta chiusa quella porta, non potrai più farlo.>>
<<Lo so...>> mormorò Deku e volse il proprio sguardo verso la porta, aperta solo grazie alla sua mano.
Guardò Katsuki.
<<Ho paura, Kacchan...>>
Bakugou si portò vicino a lui e posò la propria mano su quella di Izuku, ora sorreggevano la porta in due.
<<Non devi...>> disse piano.
Gli diede un lieve bacio sulle labbra.
<<Non posso obbligarti a seguirmi, voglio che scelga tu. Qualsiasi cosa sceglierai, sappi che ti aiuterò a portarla a termine...>> mormorò, <<...ma sappi anche che per me, questo è il capolinea.>>
Izuku sgranò gli occhi e capì.
Bakugou se ne sarebbe andato, in ogni caso.
Con, o senza di lui.
Izuku prese un bel respiro, deglutì, soffocò a forza le proprie paure, e fece un passo avanti.

Angoli autrice
Ecco il cap di oggi!
Izuku sceglie di seguire Kacchan.
Cosa lo attenderà adesso?
Spero che questo vi sia piaciuto, ci vediamo domani con il prossimo❤

Wrong Together (BakuDeku)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora