11. L'amore di una madre

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<<Non osare sfidarmi.>> Ringhiò Bakugou, i suoi occhi infuocati fissi in quelli del verdino.
Per la prima volta Izuku non abbassò lo sguardo. Non l'avrebbe fatto, non quel giorno.
La mano di Midoriya scivolò leggera sul pulsantino di chiamata, unica contromisura di emergenza nel caso Bakugou avesse iniziato a fare sul serio.
Lo sfiorò, leggermente ma non lo premette.
Katsuki sembrò non accorgersene nemmeno.
<<Non osare tu.>> Rispose Deku, tenendogli fermamente testa,  <<Mia madre ha cresciuto da sola un bimbo strillante ed iperattivo, nonostante il cuore spezzato dall'abbandono di mio padre ed i problemi economici che ne sarebbero seguiti.>>
Izuku ripensò a tutti i sacrifici che la madre doveva aver compiuto per offrirgli un'infanzia pressoché normale.
Ripensò a tutte le lacrime che aveva versato nel cuore della notte, convinta che il figlioletto non la udisse.
Sul punto di crollare.
Sempre più frequentemente.
Deku non staccò mai i propri occhi da quelli di Bakugou, in segno di sfida.
Il biondo si tratteneva a stento.
<<Scommetto che mia madre ha rinunciato al suicidio più di una volta, pur di non lasciarmi solo...>> mormorò, <<...pur di darmi la possibilità di crescere, e di vivere. E io l'ho già ferita abbastanza per poter permettere a qualche stronzo chiuso qui per caso, d'infierire ulteriormente.>>
Pausa.
<<Ha dato tutto per potermi dare una vita degna ed io non sono stato in grado di farmela bastare, questo è quanto. Puoi infierire su di me quanto desideri, me lo merito; ma non ti permetto d'insultare lei.>>
Katsuki grugnì e lo guardò.
I suoi occhi come braci ardenti.
<<Così ti consideri un peso per tua madre...>> disse, <<...e per questo hai perfino tentato il suicidio.>>
<<Mi sono sempre reputato uno spreco di denaro e spazio per lei.>> S'intromise Izuku, nel ragionamento del biondo, <<Qualcosa d'inutile, se non addirittura nocivo.>>
Sospirò e poi aggiunse:
<<Pensavo di non avere altra scelta se non farla finita...così che lei potesse rifarsi una vita, fare le proprie scelte in libertà e magari...>>
<<Tsk.>> Lo interruppe Bakugou, irritato.
Si voltò e tornò alla sua finestra, come nulla fosse.
Come se si fosse completamente scordato della propria irritazione, del proprio odio.
Si sedette nuovamente al suo solito posto e mormorò:
<<Povero coglione.>>
Era come se tutto il suo fuoco si fosse spento all'istante.
<<Tua madre ti ama con tutta se stessa.>> Disse con sguardo triste e assente, <<E tu sei un povero coglione, perché hai anche solo pensato di essere un peso per lei.>>
Lo guardò freddamente.
<<Credi davvero che se ti avesse considerato un peso ti avrebbe tenuto? Che se non fosse stata disposta a spendere denaro e spazio per te, ti avrebbe allevato comunque?>>
Digrignò i denti in una smorfia, alterato.
<<Svegliati, deficiente! Esistono gli orfanotrofi.>> Lo rimproverò, <<Pensi che si sarebbe fatta dei problemi a scaricarti ad uno di questi?!>>
Izuku portò istintivamente una mano avanti, nel tentativo di calmare Katsuki, il quale, senza rendersene conto, aveva praticamente iniziato ad urlare.
<<Aspetta un secondo...>> disse Izuku, tendendo un orecchio verso la porta.
Gli pareva di aver sentito bussare.
Non si sbagliava: il timido TOCK TOCK di una mano leggera fece nuovamente capolino dal legno della porta.
Bakugou si ricompose subito, in allerta, come un lupo colto sul fatto.
<<Avanti.>> disse Midoriya, volgendo al biondo un'occhiata di ammonimento che stava a significare "non una parola."
Una signora dal volto solare, fece capolino dall'ingresso e volse un largo sorriso ad entrambi i ragazzi.
<<Ciao tesoro.>>
La donna si avvicinò ad Izuku e salutò caldamente il figlio con un bacio sulla fronte.
<<Ciao mamma.>> La salutò il verdino di rimando.
Era una donna minuta e leggermente sovrappeso, cosa che stupì Bakugou, vista la corporatura magra e slanciata del figlio.
Aveva capelli verde scuro ed occhi color smeraldo, tristi, ma allo stesso tempo così caldi da riempire il cuore.
<<Tutto bene? Come sta andando?>> Chiese lei poi, posando la sua borsa sul letto e sedendosi sulla sedia più vicina.
Bakugou guardava nella loro direzione con occhi vitrei.
Deku se ne accorse, ma si concentrò sulla madre:
<<Ah beh...va tutto bene...>> rispose, <<Gli infermieri sono sempre gentili, così come i medici...il cibo non è buono come quello di casa...>> sorrise e la madre fece lo stesso, <<...ma in generale, si sta bene.>>
Mentì.
Mentì spudoratamente.
Sia Bakugou che Izuku lo sapevano.
Ma il biondo non parlò.
Né protestò.
Non era d'accordo con ciò in cui Deku credeva, riguardo a come trattava la madre - mentendole per farla stare tranquilla -, ma in fondo, tutto ciò gli era indifferente.
E poi, non poteva dire di non aver mai fatto lo stesso per i suoi compagni.
<<Bene, ne sono felice.>> Esclamò lei, tutta contenta.
Bakugou si risvegliò dinanzi a quella felicità eccessiva e forzata.
Era falsa quanto il figlio.
Ora sapeva da chi aveva preso Izuku.
Il biondo si portò le braccia al petto e le incrociò.
Gli occhi ora ben più attenti e vividi, curiosi di come sarebbe continuato quel discorso così pieno di contraddizioni e falsità.
Fu in quell'istante che lei incrociò lo sguardo lui per la prima volta.
Vi notò uno strano bagliore, ma non si scompose.
<<Oh! Perdona la mia sbadataggine, ho sentito parlare di te! Sei il ragazzo che si è offerto volontario per aiutare il mio bambino...>> Si alzò in fretta e quasi inciampò nei suoi stessi piedi, si avvicinò a Bakugou, ma non si limitò a stringergli la mano, anzi, allargò le braccia e scattò in avanti, avvolgendolo in un caldo e confortevole abbraccio.
Inizialmente allarmato, non appena fu circondato, Bakugou si abbandonò alle braccia di lei, come qualcuno che non veniva abbracciato in quel modo da anni.
<<Grazie per tutto quello che fai per lui.>> Mormorò lei, con gli occhi appannati e la voce incrinata.
Bakugou Katsuki, che fino a due secondi prima sarebbe stato disposto ad urlare al mondo intero che lui si trovava in quel luogo per obbligo, che mai avrebbe mentito per il bene di qualcuno che non conosceva, che mai e poi mai avrebbe aiutato Deku, era ora sciolto come neve al sole.
Finalmente disposto a stare al gioco.
Disposto a chiudere un occhio riguardo a quel rapporto così malsano.
Disposto a mentire a sua volta, perché la donna se ne stesse tranquilla.
Il calore di quei pochi istanti gli sembró un compenso più che adeguato.

Angolo autrice
Salve geeeente!
Non v'interesserà, ma sto seguendo una serie TV intitolata "Suits" e la consiglio praticamente a tutte le persone che incontro, perciò non vedo perché non dovrei consigliarla anche a voi.
Parla delle vicende di uno studio legale, perciò se vi piacciono i trip mentali e la scappate geniali, vale la pena di essere vista :)
Fatemi sapere che ne pensate del capitolo (e della serie, nel caso vogliate iniziarla)!
Un saluto a tutt*

Wrong Together (BakuDeku)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora