6. Le scuse non bastano

19 1 0
                                    

Il mio desiderio più grande è quello di girare l'America. Tutta, dall'Alaska all'Argentina. Al momento mi accontento di New York e del piccolo paesino di provincia in cui vivo.

L'ho racconto ad Amy. In realtà le sto parlando molto di me, in queste ore. Siamo uscite assieme da scuola, abbiamo pranzato, studiato quel poco che ci avevano assegnato sdraiate all'ombra di una quercia nel parco dietro scuola, ed ora siamo sedute al tavolino di un bar con una coppa di gelato talmente grande che non so se riuscirò a finire in breve tempo. Mi piace arrivare all'orario di cena abbastanza affamata da non far offendere mia madre. Ci mette il cuore per prepararmi, ogni volta, le mie pietanze preferite. Lo fa da quando sono tornata da New York, e credo sia il suo modo di farmi stare bene, di farmi sentire a casa.

« Brooklyn deve essere fantastica, vero? Mia cugina, al suo ritorno dal viaggio di nozze mi ha fatto vedere alcune foto; quel ponte merita di essere visto. Magari in un taxi, come in Mamma ho perso l'aereo. Ho riguardato quel film migliaia di volte, e mi immedesimo in Kevin. » Le sue chiacchiere mi fanno ridere. Adoro quando comincia a parlare cosi velocemente e le viene difficile fermarsi. Da un discorso scivola ad un altro, per poi inciampare in un altro ancora. Ed alla fine non aver capito il senso logico del tutto. Do un'altra cucchiaiata alla pallina di gelato alla fragola e mi lecco le labbra prima di rispondere.

« E' stupenda, si! Per non parlare di Manhattan, è lusso sfrenato! » Amy spalanca gli occhi, sporcandosi il mento col proprio gelato che si stava portando alla bocca.

« Dimmi che hai incontrato qualche vip! » Scoppio in una risata divertita. È eccitata come se fosse lei e non io a raccontare.

Finisco la mia ultima cucchiaiata per poi abbandonare la coppetta sul piccolo tavolo bianco tra noi.

« Una volta mi è capitato di incontrare Jason Statham. Non era molto riconoscibile per via del cappuccio e degli occhiali da sole. Ma io che ho sempre avuto un debole per lui, non ci ho messo molto a capire chi fosse. » Amy quasi si strozza con la sua stessa saliva. A sua volta abbandona la coppa di gelato e incrocia le braccia, interessatissima a quel che sto dicendo.

« Cavolo, gli hai chiesto l'autografo? Vi siete fatti una foto? Io mi sarei buttata al collo! È gran figo! » Scuoto la testa alzando le mani.

« No, no! Mi vergognavo troppo per fermarlo. E poi sembrava non voler essere disturbato. Non sai mai come possono reagire. Sarebbe stato umiliante se avesse rifiutato sgarbatamente di farmi l'autografo! » Amy arriccia il naso. È talmente infantile e ingenua da provocarmi una timidezza incredibile. Come si fa a non volerle bene? A non desiderarla come amica? Sarebbe quella giusta, quella che si farebbe in quattro pur di aiutarti, quella che non ti tradirebbe neanche sotto tortura.

Sarebbe perfetta per me. Eppure tutto ciò non è mai stato possibile.

Continua a parlare del come lei avrebbe comunque fermato Statham, perché non importa come reagisce, tu fermalo e basta sono le sue testuali parole mentre la mia attenzione viene del tutto dirottata da un'altra parte.

Perchè è ovunque?

Ovvio, viviamo nello stesso paese. Cosa posso pretendere? Magari Amy mi ha portato qui sapendo che lui ci sarebbe venuto. Ma subito mi rimangio il mio pensiero. Poco fa ho appena affermato che lei non tradirebbe mai un'amica. Non me, non sapendo quello che ho passato.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 22, 2019 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Fall Out Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora