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Quattordici

'Josephine. . .'
sento la voce di Hero e apro gli occhi.
'Ehi' dico debolmente con un sorriso sulle labbra.
'Cosa ti è successo?' cerca di mantenersi calmo, ma mi prende la mano.
'Sono caduta, te l'ho detto.' rispondo tranquilla senza il bisogno di farlo preoccupare.
'Come?'
'Sono inciampata, non preoccuparti,' rispondo sbrigativa senza guardarlo. Non posso dirgli la verità.
'Dimmi la verità, ti prego'
'Ho avuto un altro attacco, credevo di essere pronta..'
'Credevi di essere pronta ad uscire da sola dopo due giorni di terapia?' dice con tono secco e irritato. Ha un'espressione che non riesco a decifrare sul volto.
'I-io-' mi interrompe di nuovo.
'Non capisci proprio quanto può essere pericoloso?'
'Volevo dimostrare di essere normale, per una volta. Sai quanto è difficile essere come me? rispondo con le lacrime agli occhi, mi strofino gli occhi, gli chiudo e faccio un respiro profondo per calmarmi.
'Ehi' si avvicina prendendomi una mano per accarezzarla.
'Cosa pensi che sia la normalità? Essere normali è relativo Josephine.. Io e te non lo siamo, non siamo ordinari, siamo diversi' mi fa un mezzo sorriso mentre mi accarezza il dorso del la mano con il pollice.
'Non voglio aver bisogno di nessuno. Non voglio essere aiutata.'
'E' l'aspetto più bello della tua personalità. Tu sei fragile e sei diversa dagli altri. Sei così pura, così bella e non hai bisogno di dimostrare niente a nessuno'
dice dolcemente accarezzandomi la mano.
E' così dolce. Si preoccupa per me e coglie i miei difetti trsformandoli in pregi, come una caratteristica essenziale del mio essere e non come qualcosa di invalidante. Non mi vede diversa  e questo è uno dei motivi che mi ha fatto perdere la testa in così poco tempo.
Mi sento così stupida ad aver dubitato di lui.
'A proposito di quella cosa di cui dovevamo parlare..' inizia Hero. 'Volevo dirti che non è stato affatto una cosa senza valore per me, volevo... aiutarti. Volevo mostrarti che sei speciale in ogni tua più piccola sfaccettatura'
'Hero, io-'
'Ti prego  fammi parlare, rischio di non finire' sorride ' Io voglio solo starti vicino. Da quando ti ho vista qualche giorno fa ho subito provato qualcosa, un'attrazione che mi spingeva verso di te. Ho sentito qualcosa che non riesco nemmeno a spiegare senza cadere nella trappola dei clichè, quindi non ridere." Chiude gli occhi, fa un respiro e continua. "Mi hai dato motivo di sperare di nuovo, di sperare che potesse esserci qualcosa di più, qualcosa oltre quel muro che ho chiamato depressione." Sorride nel mentre che la sua voce trema. Il suo accento è ancora più marcato.
'In così poco..' inizio, ma vengo interrotta dal suo frenetico annuire.
'Si, lo so. E' passato pochissimo. E non mi interessa. Non voglio niente di travagliato, non voglio stare male o provare dei rimpianti, non voglio vivere di speranza come Robbie e Cecilia. Voglio un lieto fine. Voglio essere felice perché ho sprecato due anni a piangermi addosso e a farmi scivolare la vita via dalle mani e-' lo interrompo.
'fammi parlare' dico debolmente con un sorriso
'Oh, si certo' risponde notevolmente imbarazzato passandosi una mano tra i capelli castani.
'In così poco sei riuscito a fare cose che nessuno era mai riuscito a fare. Quindi, beh, anche io voglio il lieto fine' sorrido. " Credo che ce lo meritiamo entrambi."
Mi tiro su per mettermi seduta sul letto e lui mi abbraccia forte.
Un abbraccio forte, che sa di protezione e voglia di vivere.
-
qualche settimana dopo
-
Sono stata in ospedale per due settimane, e paradossalmente, sono state le più frenetiche della mia vita.
Ho fatto un sacco di esami e di visite, tutte per capire da cosa provengono i miei continui attacchi.
Il dottor Moore ha parlato con i miei genitori e ha detto loro la vicenda che ho subito da bambina, purtroppo questo li ha distrutti. Motivo per cui non volevo che lo venissero a sapere.
I medici dell'ospedale si sono messi in contatto con James Moore che ha spiegato la mia patologia e il modo in cui può essere affrontata.
Io e Hero stiamo insieme adesso. Abbiamo deciso di darci una possibilità perché dopo aver letto Romanzi su romanzi, ma soprattutto quello che vede protagonisti Robbie e Cecilia, non vogliamo vivere di rimpianti né tanto meno di rimorsi.
Quando sono con lui sono la Josephine felice e spensierata di un tempo.  Non penso a niente, solo a noi due.
-
Sono sul letto adesso, che mi massaggio gli occhi con il volto rivolto verso l'alto.
Fisso il soffitto sopra la mia testa, un rosa tenue, colore di una promessa e di un desiderio.
Giro la testa e poso lo sguardo su di lui. Sul ragazzo dagli occhi verdi, le labbra rosee ed i capelli arruffati che sta dormendo.

Nel silenzio di questa soave visione sento il ticchettio della pioggia che batteva sul tetto dove poche settimane prima ho conosciuto Hero.
Non ho bisogno di nient'altro. Allungo una mano ed inizio a passargliela tra i capelli.
'Ehi' dice il ragazzo con voce rauca perché si è appena svegliato.
'Ciao.' sorrido mentre mi spinge ad appoggiare la testa al suo petto.
'Da quanto sei sveglia?' dice accarezzandomi i capelli. Le sue lunghe dita sono intrecciate ai miei capelli biondi.
'Da un po'' sorrido lasciandogli un bacio sul petto scolpito.
'Va tutto bene?' mi chiede spingendomi a guardarlo.
'Assolutamente' rispondo allungando il collo per stampargli un bacio sulle labbra.
Il suo profumo intenso di gelsomino mi riempie i polmoni.  Interrompiamo il bacio e sulle sue labbra si forma un incantevole sorriso. Il mio cuore batte forte mentre chiudo gli occhi e avvicino nuovamente le labbra alle sue. Le nostre lingue iniziano a danzare tra di loro formandomi un nodo nello stomaco,  e dopo qualche istante lui mi allontana dolcemente le sue labbra che sapevano di miele dalle mie.  Si passa delicatamente la lingua sulle sue per assaporare quello che è il mio sapore, rimasto su esse.
Ammetto che la visione che ho di fronte è celestiale.
Hero mi mette una mano sopra la spalla per farmi adagiare sdraiata e adesso guardando in alto l'unica immagine che ho di fronte è il suo meraviglioso viso che mi sta sorridendo mostrandomi quella perfetta dentatura bianca e le sue fossette ai lati delle guance.
Si abbassa lentamente nella mia direzione per premere le sue labbra contro le mie. Ed ecco nuovamente il miele, la dolcezza infinita di quel gesto che mi fa desiderare di volerlo sempre di più.
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let me love you | herophine Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora